La raccontano come se fosse un film, ma non è un film. E il Questore Piernicola Silvis, come riporta in apertura di articolo il giornalista Antonio Massari, lo sa più e meglio di tutti: “”Neanche al cinema si vede una scena di questo genere. Si è trattato di un vero e proprio atto di guerra: un atto militare”. Sulle pagine del Fatto Quotidiano di oggi, guidato da Antonio Padellaro e Marco Travaglio, ben cinque colonne racchiuse in due paginoni con richiamo in prima pagina raccontano ciò che in pochi, a livello nazionale, hanno raccontato fino a questo momento: la mafia di Foggia. Ossia, quotidiano alla mano, la cosiddetta “Legge delle tre mafie”.
LA TENTATA RAPINA ALLA NP SERVICE. “Società”, “Montanari” e “Commandos ceignolani”: chi vive da queste parti, sa già di cosa si parla. O, quanto meno, lo intuisce. Fuori dai confini di Capitanata però – e il racconto “da film” del giornalista del Fatto lo conferma – in pochi sospetterebbero una situazione così grave. Nell'articolo pubblicato quest'oggi dal quotidiano nazionale, si racconta l'incontro tra le istituzioni locali (Prefetto e Questore in primis) e la commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi (LEGGI), avvenuto lo scorso luglio (mentre si riunivano in Prefettura, scrivemmo all'epoca, lo stesso giorno, quattro boss uscivano dal carcere per scadenza di termini LEGGI). Oggetto della “drammatica audizione” è la situazione foggiana, soprattutto alla luce della tentata rapina “da far west” dello scorso 25 giugno (LEGGI), sventata quasi per miracolo dalle forze di polizia locali dopo una sparatoria che lasciò in terra circa 70 bossoli (in ballo, la cassaforte da 23 milioni di euro della Np Service). È questa, nel puntuale approfondimento giornalistico di oggi, la punta dell'iceberg dalla quale partire e scendere. E, purtroppo, andare a fondo.
420 AUTO RUBATE SOLO A FOGGIA: “UN FURTO OGNI 3 ORE”. Bastano i numeri, d'altronde, per farsi un'idea. A fornirli è lo stesso questore Piernicola Silvis: nei primi 6 mesi del 2014 – si legge sul Fatto – gli attentati incendiari solo nella città di Foggia sono 67. Nell'intera provincia poi, si arriva a 259 nello stesso lasso di tempo (da qui, la triste statistica che ha dato il titolo all'articolo, la quale riprende proprio il commento del giornalista del Fatto Quotidiano). A questi numeri, vanno aggiunti quelli relativi alle auto rubate: ben 420 solo a Foggia, in appena due mesi, gennaio e febbraio - “un furto ogni tre ore”, scrive il giornalista. Cosa ancora più grave poi, è il resto della cittadinanza, praticamente annichilita e terrorizzata dalla Società, la mafia che fa riferimento ai tre clan mafiosi che operano nel capoluogo: i Moretti-Pellegrino-Lanza, i Sinesi-Francavilla e i Trisciugliolo-Prencipe-Tolonese. Nel 2014, le denunce di estorsioni sono precipitate ad appena 2, contro le 10 del 2013 e le 11 del 2012 (il Fatto racconta la storia del proprietario dello Street Café, LEGGI).
VIALE FORTORE COME DONETSK. “L'omertà e il clima di terrore stanno creando le basi per il salto di qualità: le mafie del foggiano crescono grazie alla sottovalutazione della loro forza e pervasività”. Si parla di mafie, dunque, sul quotidiano di Padellaro e infatti, a dare un equilibrio pericolosissimo è proprio l'alleanza tra la Società foggiana, la criminalità garganica (i “Montanari” appunto) e i “Commandos” provenienti da Cerignola i quali, a detta del questore Silvis, “sono i migliori professionisti in Italia per operazioni di questo genere”. Il riferimento è ancora una volta all'assalto in tenuta paramilitare del 25 giugno, quando Viale Fortore si trasformò in una una strada di Donetsk, tra auto bruciate e inseguimenti. Sul Fatto Quotidiano però, si parla anche dell'omicidio Panunzio, dell'attentato Zammarano, di infiltrazioni nelle istituzioni e di sottovalutazione anche da parte della magistratura locale (un paragrafo è dedicato persino a Lady Mafia”, il fumetto che ha fatto arrabbiare Don Ciotti, LEGGI).
SEZIONE DISTACCATA DELL'ANTIMAFIA. Intanto, una data di svolta può essere quella del prossimo 22 settembre, quando finalmente – con oltre vent'anni di ritardo, come si legge – verrà costituita l'associazione anti-racket presieduta da Tano Grasso. La speranza invece, è tutta nella dichiarazione della presidente Rosy Bindi: “Apriremo una sezione distaccata dell'Antimafia”.
La raccontano come se fosse un film, ma non è un film. E il Questore Piernicola Silvis, come riporta in apertura di articolo il giornalista Antonio Massari, lo sa più e meglio di tutti: “”Neanche al cinema si vede una scena di questo genere. Si è trattato di un vero e proprio atto di guerra: un atto militare”. Sulle pagine del Fatto Quotidiano di oggi, guidato da Antonio Padellaro e Marco Travaglio, ben cinque colonne racchiuse in due paginoni con richiamo in prima pagina raccontano ciò che in pochi, a livello nazionale, hanno raccontato fino a questo momento: la mafia di Foggia. Ossia, quotidiano alla mano, la cosiddetta “Legge delle tre mafie”.
LA TENTATA RAPINA ALLA NP SERVICE. “Società”, “Montanari” e “Commandos ceignolani”: chi vive da queste parti, sa già di cosa si parla. O, quanto meno, lo intuisce. Fuori dai confini di Capitanata però – e il racconto “da film” del giornalista del Fatto lo conferma – in pochi sospetterebbero una situazione così grave. Nell'articolo pubblicato quest'oggi dal quotidiano nazionale, si racconta l'incontro tra le istituzioni locali (Prefetto e Questore in primis) e la commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi (
LEGGI), avvenuto lo scorso luglio (mentre si riunivano in Prefettura, scrivemmo all'epoca, lo stesso giorno, quattro boss uscivano dal carcere per scadenza di termini
LEGGI). Oggetto della “drammatica audizione” è la situazione foggiana, soprattutto alla luce della tentata rapina “da far west” dello scorso 25 giugno (
LEGGI), sventata quasi per miracolo dalle forze di polizia locali dopo una sparatoria che lasciò in terra circa 70 bossoli (in ballo, la cassaforte da 23 milioni di euro della Np Service). È questa, nel puntuale approfondimento giornalistico di oggi, la punta dell'iceberg dalla quale partire. E, purtroppo, scendere, andare a fondo.
420 AUTO RUBATE SOLO A FOGGIA: “UN FURTO OGNI 3 ORE”. Bastano i numeri, d'altronde, per farsi un'idea. A fornirli è lo stesso questore Piernicola Silvis: nei primi 6 mesi del 2014 – si legge sul Fatto – gli attentati incendiari solo nella città di Foggia sono 67. Nell'intera provincia poi, si arriva a 259 nello stesso lasso di tempo (da qui, la triste statistica che ha dato il titolo all'articolo, la quale riprende proprio il commento del giornalista del Fatto Quotidiano). A questi numeri, vanno aggiunti quelli relativi alle auto rubate: ben 420 solo a Foggia, in appena due mesi, gennaio e febbraio - “un furto ogni tre ore”, scrive il giornalista. Cosa ancora più grave poi, è il resto della cittadinanza, praticamente annichilita e terrorizzata dalla Società, la mafia che fa riferimento ai tre clan mafiosi che operano nel capoluogo: i Moretti-Pellegrino-Lanza, i Sinesi-Francavilla e i Trisciugliolo-Prencipe-Tolonese. Nel 2014, le denunce di estorsioni sono precipitate ad appena 2, contro le 10 del 2013 e le 11 del 2012 (il Fatto racconta la storia del proprietario dello Street Café,
LEGGI).
VIALE FORTORE COME DONETSK. “L'omertà e il clima di terrore stanno creando le basi per il salto di qualità: le mafie del foggiano crescono grazie alla sottovalutazione della loro forza e pervasività”. Si parla di mafie, dunque, sul quotidiano di Padellaro e infatti, a dare un equilibrio pericolosissimo è proprio l'alleanza tra la Società foggiana, la criminalità garganica (i “Montanari” appunto) e i “Commandos” provenienti da Cerignola i quali, a detta del questore Silvis, “sono i migliori professionisti in Italia per operazioni di questo genere”. Il riferimento è ancora una volta all'assalto in tenuta paramilitare del 25 giugno, quando Viale Fortore si trasformò in una una strada di Donetsk, tra auto bruciate e inseguimenti. Sul Fatto Quotidiano però, si parla anche dell'omicidio Panunzio, dell'attentato Zammarano, di infiltrazioni nelle istituzioni e di sottovalutazione anche da parte della magistratura locale (un paragrafo è dedicato persino a Lady Mafia”, il fumetto che ha fatto arrabbiare Don Ciotti,
LEGGI).
SEZIONE DISTACCATA DELL'ANTIMAFIA. Intanto, una data di svolta può essere quella del prossimo 22 settembre, quando finalmente – con oltre vent'anni di ritardo, come si legge – verrà costituita l'associazione anti-racket presieduta da Tano Grasso. La speranza invece, è tutta nella dichiarazione della presidente Rosy Bindi: “Apriremo una sezione distaccata dell'Antimafia”.