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“Per Foggia scocca l'ora della svolta”

Sulle pagine nazionali del Sole 24 Ore si parla di Panunzio, antiracket e foggiani giusti

“L'ottimismo della ragione e la storia recente fanno dire che Foggia ha a portata di mano quel mix che ha portato altri pezzi d’Italia a dire 'basta' ai criminali”. Parola di Lionello Mancini, giornalista affermato e di grande esperienza, di recente a Foggia per presentare il suo libro dal titolo “L'onere della toga” (Bur, 2013), proprio nella due-giorni che ha ricordato “l'eroe civile” Giovanni Panunzio, citando alla lettera la sua definizione. L'autore – che nel proprio libro racconta le vite di alcuni magistrati italiani alle prese con quelle inchieste che possono cambiare il corso di un'esistenza – ha pensato bene di dedicare, nella propria rubrica di quest'oggi, pubblicata sul Sole 24 Ore, un articolo interamente dedicato a Foggia e alla sua trasformazione, ormai non più rimandabile. 
 
LA SONNACCHIOSA CITTA' PUGLIESE PUO' RIMETTERSI IN MOTO. “Un mix formato da esempi di moralità, attenzione istituzionale, repressione incessante, orgoglio individuale, esperienze associative, giovani generazioni in movimento”: queste, ancora, le parole del giornalista, senza dubbio figlie dell'incontro di martedì scorso, dalla Sala Rosa – Palazzetto dell'Arte, e della mattinata seguente trascorsa in Prefettura, alla presenza del presidente onorario della Federazione Italiana Antiracket e Antiusura, Tano Grasso. Appena due giorni dunque,  ma vissuti intensamente e al cospetto di tutte le autorità cittadine e tali da convincere Lionello Mancini, esperto giornalista con una lunga carriera da cronista giudiziario alle spalle, a scrivere un articolo trasudante fiducia nei confronti del capoluogo dauno, come si legge anche in questo stralcio: “Oggi la sonnacchiosa città pugliese può davvero mettersi in moto, nonostante la sua borghesia agricola, commerciale e imprenditrice abbia sovente preferito l'accomodamento con boss sfrontati e rapaci, cedendo loro un po' di grasso (finché c'era), anziché affrontarli scegliendo l'economia vera”.
 
“E' UN MOMENTO DI SVOLTA, NON ABBIAMO PIU' ALIBI”. Di capitale importanza, a dire di Mancini, la svolta delle autorità, il loro “richiamo”, incarnato dal Prefetto e dalle forze di polizia, ma anche da sindaco, magistrati, preti e società civile, che non lesina di citare nel suo pezzo. E, ovviamente, la nascita ormai annunciata e più che imminente dell'associazione antiracket di Capitanata (LEGGI), secondo quanto affermato dallo stesso Tano Grasso e riportato alla lettera sulle colonne nazionali del Sole 24 Ore di oggi. Il giornalista, infine, riporta nel suo articolo le parole del sindaco Gianni Mongelli al quale, proprio martedì scorso, Giovanna Panunzio (nuora del costruttore ucciso dalla mafia) aveva rivolto il proprio ringraziamento (LEGGI), sottolineando il reale cambio di passo vissuto dalla città di Foggia e avvertito dagli stessi famigliari delle vittime della mafia (alla presenza anche di Daniela Marcone, figlia di Franco, ucciso nel 1995). Parole che hanno ispirato il titolo stesso dell'articolo di Lionello Mancini e che, provenendo dal Primo Cittadino, meritano una doverosa riproposizione: “È un momento di svolta, non abbiamo più alibi: lo spiraglio ora c'è, chi non lo vorrà usare, avrà scelto di stare dall'altra parte”.
“L'ottimismo della ragione e la storia recente fanno dire che Foggia ha a portata di mano quel mix che ha portato altri pezzi d’Italia a dire 'basta' ai criminali”. Parola di Lionello Mancini, giornalista affermato e di grande esperienza, di recente a Foggia per presentare il suo libro dal titolo “L'onere della toga” (Bur, 2013), proprio nella due-giorni che ha ricordato “l'eroe civile” Giovanni Panunzio, citando alla lettera la sua definizione. L'autore – che nel proprio libro racconta le vite di alcuni magistrati italiani alle prese con quelle inchieste che possono cambiare il corso di un'esistenza – ha pensato bene di dedicare, nella propria rubrica di quest'oggi, pubblicata sul Sole 24 Ore, un articolo interamente dedicato a Foggia e alla sua trasformazione, ormai non più rimandabile.
LA SONNACCHIOSA CITTA' PUGLIESE PUO' RIMETTERSI IN MOTO. “Un mix formato da esempi di moralità, attenzione istituzionale, repressione incessante, orgoglio individuale, esperienze associative, giovani generazioni in movimento”: queste, ancora, le parole del giornalista, senza dubbio figlie dell'incontro di martedì scorso, dalla Sala Rosa – Palazzetto dell'Arte, e della mattinata seguente trascorsa in Prefettura, alla presenza del presidente onorario della Federazione Italiana Antiracket e Antiusura, Tano Grasso. Appena due giorni dunque, ma vissuti intensamente e al cospetto di tutte le autorità cittadine e tali da convincere Lionello Mancini, esperto giornalista con una lunga carriera da cronista giudiziario alle spalle, a scrivere un articolo trasudante fiducia nei confronti del capoluogo dauno, come si legge anche in questo stralcio: “Oggi la sonnacchiosa città pugliese può davvero mettersi in moto, nonostante la sua borghesia agricola, commerciale e imprenditrice abbia sovente preferito l'accomodamento con boss sfrontati e rapaci, cedendo loro un po' di grasso (finché c'era), anziché affrontarli scegliendo l'economia vera”.
“E' UN MOMENTO DI SVOLTA, NON ABBIAMO PIU' ALIBI”. Di capitale importanza, a dire di Mancini, la svolta delle autorità, il loro “richiamo”, incarnato dal Prefetto e dalle forze di polizia, ma anche da sindaco, magistrati, preti e società civile, che non lesina di citare nel suo pezzo. E, ovviamente, la nascita ormai annunciata e più che imminente dell'associazione antiracket di Capitanata (LEGGI), secondo quanto affermato dallo stesso Tano Grasso e riportato alla lettera sulle colonne nazionali del Sole 24 Ore di oggi. Il giornalista, infine, riporta nel suo articolo le parole del sindaco Gianni Mongelli al quale, proprio martedì scorso, Giovanna Panunzio (nuora del costruttore ucciso dalla mafia) aveva rivolto il proprio ringraziamento (LEGGI), sottolineando il reale cambio di passo vissuto dalla città di Foggia e avvertito dagli stessi famigliari delle vittime della mafia (alla presenza anche di Daniela Marcone, figlia di Franco, ucciso nel 1995). Parole che hanno ispirato il titolo stesso dell'articolo di Lionello Mancini e che, provenendo dal Primo Cittadino, meritano una doverosa riproposizione: “È un momento di svolta, non abbiamo più alibi: lo spiraglio ora c'è, chi non lo vorrà usare, avrà scelto di stare dall'altra parte”.

di Redazione 


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