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“Pronto soccorso in tilt? Ma se vengono a studiarci dal Ministero…”

L’orgoglio di Procacci: “Un equivoco la notizia sui ritardi”

“È stato un abbaglio mediatico, un errore di comprensione e di comunicazione”. Vito Procacci, il direttore del Pronto soccorso di Foggia, non riesce ancora a capacitarsi del clamore suscitato dalla nota dell’Ansa sui tempi d’attesa del Pronto soccorso foggiano. Secondo i dati Simeu (Società italiana di medicina di emergenza e urgenza), agli Ospedali Riuniti di Foggia, nella prima settimana del 2013, ci sono stati 1.437 gli accessi al Pronto soccorso, con un'attesa per il ricovero di 310 minuti per i codici rossi e 151 minuti per i gialli.

Dottor Procacci, cinque ore di attesa per un codice rosso sono inaccettabili, non crede?
“Se ci fosse un’attesa di 300 minuti, sarebbe una situazione insopportabile. Ma fortunatamente si è trattato solo di un equivoco paradossale. I dati sono stati espressi in maniera non corretta”.

In che senso?
Dire che c’è stata un’attesa di cinque ore è una cosa, spiegare che c’è stata una permanenza in ospedale di cinque ore è un’altra. In pratica, i pazienti con codice rosso non aspettano un minuto ma vengono immediatamente presi in carico.


Se non è per l’attesa, allora il dato a cosa fa riferimento?
Il dato a cui si riferisce il Simeu indica la permanenza, cioè il tempo di ricovero e trattamento dei pazienti nella sezione di medicina d'urgenza del Pronto soccorso, in quanto a causa della saturazione dei posti letto ospedalieri, i pazienti più gravi vengono ricoverati e trattati all'interno dei letti della Terapia intensiva annessa al Pronto soccorso.


Ma com’è stato possibile un equivoco del genere?
Purtroppo bisogna fare attenzione a parlare con tecnicismi quando non tutti possono comprendere quel tipo di comunicazione. La Simeu ha provveduto a mandare un comunicato di rettifica e sia il presidente Giorgio Carbone che l’ufficio stampa mi hanno contattato per chiarire tutto. Inoltre il periodo preso in considerazione per l’analisi, 1-7 gennaio, ha registrato un aumento particolare per le gravi patologie respiratorie e per la situazione critica dell’influenza”.


Al di là delle classifiche, com’è la situazione del Pronto soccorso foggiano?
Noi siamo un’eccellenza ed è per questo che quel comunicato è stato ancora più mortificante per noi. Il Pronto soccorso di Foggia è stata la prima struttura in Italia ad adottare un modello implementato a Boston con l'istituzione di un nucleo assistenziale avanzato e i tempi di attesa per essere visitati sono stati estremamente contenuti.


E come funziona?
Ci sono tre infermieri e un medico che assume il ruolo di team leader, di coordinatore, che tratta tutti i pazienti già nella fase del loro arrivo nel Pronto soccorso. C’è una open area che permette di ottimizzare l’accoglienza e i tempi di attesa: per i codici minori, infatti, l’attesa è scesa intorno al quarto d’ora di media.


Quindi quella classifica che collocava Foggia ancora una volta all’ultimo posto va rivista al contrario?
 Assolutamente sì. Quello del pronto soccorso è un aspetto delicato e lo dice uno che l’estate scorsa si è trovato a subire una aggressione. L’episodio è stato spiacevole ma isolato e ho evitato qualsiasi generalizzazione. È stata però una spia del malessere diffuso e del malcontento generale di tante persone, che non ci vedevano di buon occhio. È per questo che abbiamo accelerato i tempi e da ottobre è partita questa sperimentazione. Sono venuti anche dal Ministero per studiare il nostro caso, e invece poi da essere un modello ci ritroviamo per un equivoco a subire l’etichetta di ultimi della classe.


Una curiosità, ma cosa ha detto al presidente della Simeu quando vi siete sentiti?
Conosco bene Giorgio Carbone, il presidente e del resto ho un incarico anche io nella struttura. Il chiarimento è stato immediato e semplicemente le sue parole sono state fraintese. Quando parlava di noi, lo faceva semplicemente come una rivendicazione e il suo messaggio era semplice: In un momento così difficile, distribuite i  fondi a chi davvero regge in piedi la struttura ospedaliera evitando gli sprechi. C’è stata un po’ di confusione, ma Carbone voleva citarci come esempio positivo di lavoro.

 

di Redazione 


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