Se sì, rispondendo alla domanda posta nel sottotitolo, allora non è cominciata nel migliore dei modi. Sulla scia del politically correct (giusto per inaugurare anche quella serie di abusi lessicali tanto cari agli analisti politici). Questo perché il manifesto firmato dal consigliere di centro-destra Bruno Longo, all'opposizione al Comune di Foggia, salta letteralmente agli occhi. Ed è, o almeno sembra essere, al di là di ogni comunicato stampa più o meno dettagliato, la vera risposta al twitt di Gianni Mongelli, il quale lo scorso 19 agosto annunciava in un post di voler querelare Longo dopo l'ultimo attacco politico ricevuto (LEGGI).
IL MANIFESTO. È praticamente ovunque, soprattutto nel centro cittadino, nei luoghi più trafficati di Foggia. Affisso da alcuni giorni, quasi una settimana, sfondo bianco e scritta azzurra. Un manifesto con un titolo che non lascia nulla al caso: “Sindaco Mongelli stai zitto!”. Con tanto di introduzione beffarda, nella quale si rinfaccia al primo cittadino di Foggia il suo intento – più o meno dichiarato – di ricandidarsi alla carica di sindaco, in vista delle comunali del 2014. Stando a Bruno Longo – uno degli avversari politici più attivi in Comune – Gianni Mongelli dovrebbe ritornare sui propri passi, in quanto responsabile di una serie di mali che i foggiani, a dire sempre dell'ideatore del manifesto, non hanno alcuna intenzione di dimenticare. “Non ti accorgi – si legge alla fine dell'introduzione – che ovunque tu vada ottieni solo fischi e insulti?”.
I CINQUE PUNTI DI BRUNO LONGO. Nella seconda parte del manifesto poi, Longo ci va pesante, elencando, in cinque punti, quelle che sono le maggiori responsabilità politiche del Sindaco, dopo quasi cinque anni di governo della città. Tra le principali accuse, saltano agli occhi soprattutto quelle che alludono alla sfera privata di Mongelli, colpevole, a dire di Bruno Longo, di aver favorito “amici costruttori”, promuovendo inoltre “palesi illegalità e irregolarità nel piano edilizio di 167”, a tutto vantaggio personale e dei propri parenti vicini. Gli altri punti riguardano il cimitero, il bilancio e persino i rifiuti, contestando quello che da sempre l'amministrazione di centro-sinistra ritiene essere un punto a proprio favore. A dire di Longo infatti, Mongelli non avrebbe risolto l'emergenza rifiuti ma avrebbe “determinato il fallimento dell'Amica, regalando il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti ai baresi”.
CLIMA PESANTE. In calce al manifesto poi, l'invito rivolto a Mongelli dal consigliere all'opposizione è di cambiare lidi, piuttosto che ripresentarsi agli elettori – con toni e scrittura ben più forti, com'è facile intuire. Insomma, a meno di un anno esatto dalla gara elettorale, si respira già un clima pesante, di guerra aperta. E il sentore è che proseguirà su questa scia, a tutto danno dei cittadini (spesso visti unicamente come elettori dai politici non solo locali), i quali, tra attacchi personali e dichiarazioni di querele, faranno sempre più fatica a farsi un'idea su programmi reali ed effettivi risultati politici ottenuti o mancati.
Se sì, rispondendo alla domanda posta nel sottotitolo, allora non è cominciata nel migliore dei modi. Sulla scia del "politically correct" (giusto per inaugurare anche quella serie di abusi lessicali tanto cari agli analisti politici). Questo perché
il manifesto firmato dal consigliere di centro-destra Bruno Longo, all'opposizione al Comune di Foggia, salta letteralmente agli occhi. Ed è, o almeno sembra essere, al di là di ogni comunicato stampa più o meno dettagliato, la vera risposta al twitt di Gianni Mongelli, il quale lo scorso 19 agosto annunciava in un post di voler querelare Longo dopo l'ultimo attacco politico ricevuto (
LEGGI).
IL MANIFESTO. È praticamente ovunque, soprattutto nel centro cittadino, nei luoghi più trafficati di Foggia. Affisso da alcuni giorni, quasi una settimana, sfondo bianco e scritta azzurra. Un manifesto con un titolo che non lascia nulla al caso: “Sindaco Mongelli stai zitto!”. Con tanto di introduzione beffarda, nella quale si rinfaccia al primo cittadino di Foggia il suo intento – più o meno dichiarato – di ricandidarsi alla carica di sindaco, in vista delle comunali del 2014. Stando a Bruno Longo – uno degli avversari politici più attivi in Comune – Gianni Mongelli dovrebbe ritornare sui propri passi, in quanto responsabile di una serie di mali che i foggiani, a dire sempre dell'ideatore del manifesto, non hanno alcuna intenzione di dimenticare. “Non ti accorgi – si legge alla fine dell'introduzione – che ovunque tu vada ottieni solo fischi e insulti?”.
I CINQUE PUNTI DI BRUNO LONGO. Nella seconda parte del manifesto poi, Longo ci va pesante, elencando, in cinque punti, quelle che sono le maggiori responsabilità politiche del Sindaco, dopo quasi cinque anni di governo della città. Tra le principali accuse, saltano agli occhi soprattutto quelle che alludono alla sfera privata di Mongelli, colpevole, a dire di Bruno Longo, di aver favorito “amici costruttori”, promuovendo inoltre “palesi illegalità e irregolarità nel piano edilizio di 167”, a tutto vantaggio personale e dei propri parenti vicini. Gli altri punti riguardano il cimitero, il bilancio e persino i rifiuti, contestando quello che da sempre l'amministrazione di centro-sinistra ritiene essere un punto a proprio favore. A dire di Longo infatti, Mongelli non avrebbe risolto l'emergenza rifiuti ma avrebbe “determinato il fallimento dell'Amica, regalando il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti ai baresi”.
CLIMA PESANTE. In calce al manifesto poi, l'invito rivolto a Mongelli dal consigliere all'opposizione è di cambiare lidi, piuttosto che ripresentarsi agli elettori – con toni e scrittura ben più forti, com'è facile intuire. Insomma, a meno di un anno esatto dalla gara elettorale, si respira già un clima pesante, di guerra aperta. E il sentore è che proseguirà su questa scia, a tutto danno dei cittadini (spesso visti unicamente come elettori dai politici non solo locali), i quali, tra attacchi personali e dichiarazioni di querele, faranno sempre più fatica a farsi un'idea su programmi reali ed effettivi risultati politici ottenuti o mancati.