Stampa questa pagina

"Abbassate la musica", e viene accoltellato nel suo alloggio. Al Cara un arresto per tentato omicidio

In carcere, ora, il coinqulino della vittima: entrambi ospiti della struttura di Borgo Mezzanone

E’ stato accoltellato al fianco dal suo coinquilino per aver chiesto di abbassare la musica in casa. E’ quanto è accaduto al Cara di Borgo Mezzanone, nella tarda serata del 13 aprile.

SFIORATA LA TRAGEDIA. La tragedia è stata sfiorata dopo la richiesta che la vittima dell’aggressione ha rivolto ai suoi compagni: inizialmente deriso dai presenti, l’uomo è stato poi preso a pugni da uno degli altri ospiti del Cara con cui divideva il modulo abitativo e, in quel momento, intento a cucinare. Successivamente la vittima è stata accoltellata dallo stesso al fianco destro con una lama da cucina (rinvenuta poi dagli investigatori in un armadietto dell’alloggio insieme ad altre stoviglie) che ha causato una ferita profonda 5 centimetri, lesioni al fegato e una consistente emorragia di sangue.
Scattato l’allarme da uno degli operatori del centro di accoglienza, l’uomo, sanguinante, è stato dapprima portato nel presidio medico del Cara per i primi soccorsi e poi, a causa della gravità della sua ferita, trasportato con un’ambulanza in ospedale nel reparto di chirurgia generale.

TENTATO OMICIDIO E FALSE GENERALITA'. Per l’accaduto è stato arrestato dalla polizia della sezione “Criminalità diffusa, straniera e prostituzione”, con l’accusa di tentato omicidio e false dichiarazioni sulla propria identità, Osas Amadin, trovato, durante la ricerca degli agenti giunti sul luogo, a torso nudo e con un cellulare nella tasca dei pantaloni che diffondeva musica ad alto volume. Si trovava ancora all’interno del suo alloggio, lo stesso in cui ha tentato di uccidere il suo coinquilino. Inizialmente ha anche tentato di eludere la sua vera identità’ agli agenti dichiarando di non parlare italiano e di chiamarsi Osabo Roland nato a Benin City, Nigeria.

L'ARRESTO. Portato in Questura, l’aggressore è stato poi arrestato e condotto presso il carcere di Foggia in considerazione delle testimonianze raccolte dagli agenti, dell'indole violenta e di un reale pericolo di fuga dell'uomo, paventata già con l’intento di voler eludere i controlli di polizia su di sé attraverso le false dichiarazioni in merito alla sua identità.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload