Dopo la raccolta firme che la vede impegnata da settimane per la proposta di legge referendaria a favore dell'eutanasia legale, l’associazione Radicale Mariateresa Di Lascia continuerà ad allestire banchetti in piazza a favore di altre battaglie sui diritti civili.
Domani sera infatti, a partire dalle 20 in piazza Cesare Battisti e nell’ambito della festa del Forum dei giovani, l'associazione Di Lascia sarà presente con un altro tavolo di raccolta firme che riguarda il referendum "Cambiamo noi" su finanziamento pubblico ai partiti, immigrazione, droghe, divorzio breve e 8X1000, e che continuerà per i mesi di giugno, luglio e agosto.
Tanti i partiti e le associazioni promotori del referendum: Radicali italiani, Partito socialista italiano, Lasciatecientrare, Antigone, Forum Droghe, Prendiamo la parola, Senza confine, A buon diritto, Lega per il divorzio breve, Associazione Luca Coscioni, Uaar, Associazione Radicale Antiproibizionisti.
“L’istituto referendario, previsto dalla nostra Costituzione, da la possibilità ai cittadini italiani di decidere e incidere direttamente su questioni che la politica si è dimostrata incapace di risolvere. In un periodo in cui è tanto sentita l’esigenza di partecipare ai processi decisionali attivamente, il modo migliore per contrastare l’immobilità della politica e dimostrarsi cittadini responsabili è quello di metterci la firma! Servono 500.000 firme da raccogliere in 3 mesi: bisogna darsi da fare ”. È quanto dichiara Elisabetta Tomaiuolo segretario dell’associazione Radicale Mariateresa Di Lascia.
I quesiti referendari riguardano il riconoscimento di diritti civili, la laicità dello Stato alleggerimento dell’intasato sistema giustizia. Nel dettaglio l'associazione Maria Teresa Di Lascia elenca contenuti ed effetti delle proposte referandarie:
8X1000 : propone di abrogare la disposizione che prevede che anche l’8x1000 di chi non esprime alcuna indicazione venga ripartito tra le confessioni religiose. In questo modo la quota relativa alle scelte non espresse (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno) rimarrebbe in capo al bilancio generale dello Stato anziché essere ripartita in favore soprattutto (al 90%) della Conferenza episcopale italiana.
DROGHE: se vincesse il referendum, verrebbe eliminata la pena detentiva per tutte le violazioni che riguardano la coltivazione domestica, il possesso e trasporto di quantità medie, le condotte border-line tra consumo e piccolo spaccio, mentre rimarrebbe la sanzione penale pecuniaria della multa da 3mila a 26 mila euro.
Tra gli effetti di questa proposta, se vincesse attraverso il referendum, si annoverano una probabile riduzione della pressione investigativa su condotte scarsamente offensive e un conseguente riduzione carico giudiziario e penitenziario.
FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI: il testo interviene sulla legge n. 96 del luglio 2012 che ha creato un fondo unico per finanziamento pubblico e rimborso spese elettorali (70% del totale) e un altro per il cofinanziamento dello Stato in aggiunta alle donazione private (30%). L’abrogazione riguarda l’intero meccanismo istituito dalla nuova legge e quindi di tutti e tre le tipologie di contributi. Si mantiene invece la disposizione che riguarda le detrazioni per le erogazioni liberali. Rimangono anche le norme relative a uso di locali per attività politiche, quelle sulla trasparenza dei finanziamenti privati, sull’anagrafe patrimoniale dei tesorieri, sui limiti massimi spese elettorali per elezioni comunali e europee.
IMMIGRAZIONE: il primo quesito che abroga l'articolo 10 bis, del T.U. sull'immigrazione, cancella la norma che introduce il reato che criminalizza una condizione anziché una condotta. Il secondo quesito abroga quelle norme che costringono centinaia di migliaia di migranti al ricatto continuo dei datori di lavoro (creando l’effetto “concorrenza sleale” con i lavoratori italiani) oppure che li obbliga al lavoro nero o al servizio della microcriminalità. Il referendum infatti prevede l’abrogazione degli articoli 4 bis e 5 bis del testo unico immigrazione, entrambi incidenti sul permesso di soggiorno perché legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro paese - anche di cittadini da anni in Italia - alla stipula di un contratto di lavoro. Si tratta in sostanza di eliminare le due norme più restrittive che hanno caratterizzato il pacchetto sicurezza del 2009 fortemente voluto da Maroni e la legge Bossi-Fini del 2002.
DIVORZIO BREVE: elimina i tre anni di separazione obbligatoria prima di chiedere divorzio, la cui domanda potrebbe essere fatta contestualmente alla separazione Effetti: riduzione del carico giudiziario e sociale connesso alla durata dei procedimenti di divorzio.
Dopo la raccolta firme che la vede impegnata da settimane per la proposta di legge referendaria a favore dell'eutanasia legale, l’associazione Radicale Mariateresa Di Lascia continuerà ad allestire banchetti in piazza a favore di altre battaglie sui diritti civili.
Domani sera infatti, a partire dalle 20 in piazza Cesare Battisti e nell’ambito della
festa del Forum dei giovani, l'associazione Di Lascia sarà presente con un altro tavolo di raccolta firme che riguarda il referendum "Cambiamo noi" su finanziamento pubblico ai partiti, immigrazione, droghe, divorzio breve e 8X1000, e che continuerà per i mesi di giugno, luglio e agosto.
LE ASSOCIAZIONI E I PARTITI E PROMOTORI. Tanti i partiti e le associazioni promotori del referendum: Radicali italiani, Partito socialista italiano, Lasciatecientrare, Antigone, Forum Droghe, Prendiamo la parola, Senza confine, A buon diritto, Lega per il divorzio breve, Associazione Luca Coscioni, Uaar, Associazione Radicale Antiproibizionisti. “L’istituto referendario, previsto dalla nostra Costituzione, dà la possibilità ai cittadini italiani di decidere e incidere direttamente su questioni che riguardano la vita dei cittadini.
TOMAIUOLO: "SERVONO 500MILA FIRME IN TRE MESI". "In un periodo in cui è tanto sentita l’esigenza di partecipare ai processi decisionali attivamente, il modo migliore per contrastare l’immobilità della politica e dimostrarsi cittadini responsabili è quello di metterci la firma. Servono 500.000 firme da raccogliere in 3 mesi: bisogna darsi da fare". È quanto dichiara Elisabetta Tomaiuolo segretario dell’associazione Radicale Mariateresa Di Lascia.
I quesiti referendari riguardano il riconoscimento di diritti civili, la laicità dello Stato e l'alleggerimento dell’intasato sistema giustizia.
Nel dettaglio l'associazione Maria Teresa Di Lascia elenca contenuti ed effetti delle proposte referandarie.
8X1000. "Il quesito propone di abrogare la disposizione che prevede che anche l’8x1000 di chi non esprime alcuna indicazione venga ripartito tra le confessioni religiose. In questo modo la quota relativa alle scelte non espresse (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno) rimarrebbe in capo al bilancio generale dello Stato anziché essere ripartita in favore soprattutto (al 90%) della Conferenza episcopale italiana".
DROGHE. "Se vincesse il referendum, verrebbe eliminata la pena detentiva per tutte le violazioni che riguardano la coltivazione domestica, il possesso, il trasporto di quantità medie e le condotte border-line tra consumo e piccolo spaccio, mentre rimarrebbe la sanzione penale pecuniaria della multa da 3mila a 26 mila euro. Tra gli effetti di questa proposta, se vincesse attraverso il referendum, si annoverano una probabile riduzione della pressione investigativa su condotte scarsamente offensive e un conseguente riduzione carico giudiziario e penitenziario".
FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI. "Il testo interviene sulla legge n. 96 del luglio 2012 che ha creato un fondo unico per finanziamento pubblico e rimborso spese elettorali (70% del totale) e un altro per il cofinanziamento dello Stato in aggiunta alle donazione private (30%). L’abrogazione riguarda l’intero meccanismo istituito dalla nuova legge e quindi di tutti e tre le tipologie di contributi. Si mantiene invece la disposizione che riguarda le detrazioni per le erogazioni liberali. Rimangono anche le norme relative a uso di locali per attività politiche, quelle sulla trasparenza dei finanziamenti privati, sull’anagrafe patrimoniale dei tesorieri, sui limiti massimi spese elettorali per elezioni comunali e europee".
IMMIGRAZIONE. "Il primo quesito che abroga l'articolo 10 bis, del T.U. sull'immigrazione, cancella la norma che introduce il reato che criminalizza una condizione anziché una condotta. Il secondo quesito abroga quelle norme che costringono centinaia di migliaia di migranti al ricatto continuo dei datori di lavoro (creando l’effetto “concorrenza sleale” con i lavoratori italiani) oppure che li obbliga al lavoro nero o al servizio della microcriminalità. Il referendum infatti prevede l’abrogazione degli articoli 4 bis e 5 bis del testo unico immigrazione, entrambi incidenti sul permesso di soggiorno perché legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro paese - anche di cittadini da anni in Italia - alla stipula di un contratto di lavoro. Si tratta in sostanza di eliminare le due norme più restrittive che hanno caratterizzato il pacchetto sicurezza del 2009 fortemente voluto da Maroni e la legge Bossi-Fini del 2002".
DIVORZIO BREVE. "Elimina i tre anni di separazione obbligatoria prima di chiedere divorzio, la cui domanda potrebbe essere fatta contestualmente alla separazione Effetti: riduzione del carico giudiziario e sociale connesso alla durata dei procedimenti di divorzio".