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Operazione "Double Key", sgominata la batteria foggiana delle rapine ai caveau e degli assalti ai furgoni: tra loro 2 guardie giurate

Catturati 4 su 5 dalla Squadra Mobile, agivano autonomamente senza collegamenti ai clan

Tutto è partito dalla rocambolesca tentata rapina al caveau della Np Service di Villaggio Artigiani del giugno 2014, che mise a ferro e fuoco un'intera area del capoluogo dauno (GUARDA IL VIDEO) e i cui autori sono ancora ricercati nell'ambito di complesse indagini della Polizia. Quell'eclatante episodio criminale ha fatto però scattare, 5 mesi dopo, l'operazione investigativa della Questura di Foggia che ha preso il nome di "Double Key" e che si è concentrata su alcune guardie giurate foggiane (e cioè Marcello Di Sibbio, classe 1958, e il 46enne Domenico DI Sapio dell'Istituto di vigilanza "Metropol") già resesi responsabili di reati contro il patrimonio.

LA BANDA. Da qui, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e attività di pedinamento, si è risaliti ad un'intera banda di pericolosi predoni costituita da 5 elementi (di cui uno è ancora ricercato, i restanti 2 sono invece il 34enne Vincenzo D'Angelo e Giuseppe Carmellino, classe 1964) coinvolta in diverse operazioni criminali: due tentate rapine ai caveau della Banca di Napoli di corso Vittorio Emanuele e di piazza Puglia (non è escluso, per di più, a detta della Questura, il loro coinvolgimento nella rapina di qualche mese fa alla sede centrale dell'Unicredit di Foggia) e la rapina a mano armata, con sequestro di persona, andata invece a segno, il 16 febbraio scorso, alle 3 di notte sulla tangenziale di Foggia, ai danni di un furgone che trasportava farmaci per un valore di quasi 100mila euro, molti dei quali piazzati, successivamente, dai malviventi sul mercato nero.

L'ITER CRIMINIS. In quella occasione, Di Sibbio, D'angelo e il componente della banda ancora a piede libero, dopo aver sequestrato l'autista del furgone lo abbandonarono nelle campagne in prossimità di Borgo Incoronata. Ma questo è solo l'epilogo del percorso criminale della banda, sviluppatosi (attraverso la sotto-batteria composta dallo stesso Di Sibbio, da Di Sapio e da Carmellino) con le due tentate rapine alle sedi cittadine del Banco di Napoli, andate a vuoto per un verso a causa di un inconveniente sopraggiunto nella dinamica criminale, per l'altro grazie alle azioni preventive messe in campo dalla Polizia di Stato di Foggia. Già a gennaio di quest'anno, infatti, attraverso la complicità di Di Sapio, che aveva fornito la chiave d'accesso alla porta d'emergenza della banca di corso Vittorio Emanuele, Carmellino aveva provato a duplicarne una copia, ma la rapina, pur tentata, non andò a segno a causa della riproduzione non esattamente fedele della chiave, che, dunque, impedì ai malviventi l'ingresso al caveau. I successivi tentati accessi furono inoltre scoraggiati dalla puntualità degli agenti della Squadra Mobile, che, di più, arrestarono Di Sapio per un analogo episodio ai danni del Banco di Napoli di piazza Puglia, indebolendo così gli intenti di tutto il gruppo criminale, il quale, vedendosi braccato, decise di desistere dagli assalti ai caveu bancari, per concentrarsi, successivamente, sulla rapina al furgone di farmaci.

L'ARRESTO. Questa mattina, dunque, Di Sibbio, Di Sappio, D'Angelo e Carmellino sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica di Foggia per i reati, rispettivamente, di associazione a delinquere, tentato furto, rapina aggravata con sequestro di persona .
Uno di loro è stato catturato ad Abano Terme in un centro di dimagrimento. E' ancora ricercato, come detto, il quinto componente della banda, che, secondo il capo della Squadra Mobile di Foggia, agiva autonomamente e non sarebbe collegata a personaggi di spicco della criminalità organizzata, nè tanto meno, allo stato attuale delle indagini, a Olinto Bonalumi, il James Bond foggiano delle rapine ai caveau.

di Fabrizio Sereno


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