“Dubito fortemente di chi in modo anonimo sbandiera il vessillo della legalità partendo da notizie generiche. Poiché amo il confronto democratico che rappresenta l'unico metodo per appurare la verità martedì 08/01/2013 sarò disponibile dalle ore 18 alle ore 19.30 in via S. Pellico 34 p.t .a chiarire l'accaduto con documentazione alla mano. Aggiungere altro mi sembra superfluo”. È uno dei post con cui Giovanni De Rosa, il consigliere comunale che ha ammesso di essere coinvolto nella vicenda pass disabili irregolari (
Leggi l’articolo), commentava lo sdegno dei cittadini e utenti. Foggia Città Aperta ha raccolto l’invito (siamo stati gli unici) e ieri sera lo abbiamo incontrato. Abbiamo proposto una intervista video chiarificatrice, ma non ha accettato. E così ci limitiamo a proporvela in forma scritta.
Consigliere De Rosa, perché non vuole fare l’intervista video?
"Perché non voglio espormi al ludibrio generale, per non amplificare questo caso costruito sulla mia persona. I miei stessi colleghi e amici mi hanno detto che ho sbagliato a rivelarmi con nome e cognome, perché se non l’avessi fatto probabilmente la cosa si sarebbe persa nel silenzio. Ritengo legittima l’interrogazione consiliare anche se sono stato un po’ ingenuo nell’espormi".
Però il suo “caso” è stato molto commentato in città, forse servirebbe un suo intervento ulteriormente chiarificatore.
"Io ho dato la disponibilità a incontrare giornalisti e cittadini per un confronto diretto proprio perché odio i commenti anonimi sui giornali online e social network che hanno infangato e calunniato me e la mia famiglia. Questa gente non ha avuto nemmeno la dignità di un confronto faccia a faccia con me".
Ma ci dice realmente com’è andata?
"È tutto documentato (ci mostra le tre fotocopie una colori e due in bianco e nero dei due pass di cui sono titolari la mamma e la suocera). E' stata una svista aver esibito lo stesso pass, uno originale e uno in fotocopia, così quando mi hanno presentato il verbale sono rimasto sorpreso. La multa è giusta ma non ci sto a diventare il capro espiatorio di un malcostume. D’altronde, quelle macchine quel giorno lì erano parcheggiate una davanti all’altra al servizio dei miei parenti".
In sincerità, le è capitato qualche volta di usare il pass o il posto disabile ad uso suo privato e personale?
"Premetto che io il 90 % delle volte mi muovo a piedi e se prendo la macchina parcheggio sempre dove non ci sono parcheggi a pagamento, nè alcun tipo di strisce. Però ammetto che è capitato qualche volta di usare il pass, ma solo per una questione di praticità. Non è che posso sempre spostare il pass: e che faccio, tolgo e metto, tolgo e metto…"
Chiudere un occhio, insomma, non farebbe male…
"Certe volte soprassedere a questo tipo di situazioni può essere anche sintomo di apertura mentale. Pensi che sotto casa mia parcheggia sempre un pullmino adibito a servizio disabili che ho constatato spesso parcheggiato sul posto disabili anche quando è fuori servizio. Non ho mai denunciato la cosa perché il pullmino può essere allertato da un momento all’altro ed essere utile ai disabili".
In sostanza, non sono questi i problemi di Foggia…
"Non voglio essere il capro espiatorio di una illegalità diffusa. A Foggia non è questa la vera illegalità. Ad esempio, ma secondo voi al Comune c’è una sola persona che abbia avuto il posto per meritocrazia?"
Per chiudere, lei che idea si è fatto del piano parcheggi?
"Capisco che è un settore che dà lavoro a molta gente ed è stato istituito anche per questo. Ritengo però ingiustificabile quella gran quantità di parcheggi in strisce blu del centro moderno di Foggia. Prenda, ad esempio, la zona di via Piave e il quartiere dietro la stazione, pieno di uffici, banche e negozi. Ritengo ingiusto che utenti e dipendenti debbano pagare cifre considerevoli per il parcheggio. Per non togliere posti di lavoro non diminuirei le strisce blu ma le ridurrei o eliminerei in zona centrale e le sposterei in zone periferiche come alla Città del cinema o alla Macchia gialla.