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"Il cancro non è incurabile"

Lettera aperta di un "ex" malato di Cerignola: "Non uccidete la speranza di chi combatte questa battaglia"

Una lettera aperta per affermare che il cancro non è una malattia incurabile. È quella che Antonello Summa, commercialista di Cerignola ha deciso di scrivere e inviare alle redazioni pugliesi per non togliere la speranza a chi continua a lottare contro questo terribile male.
"DA 7 ANNI CONVIVO CON IL CANCRO". “Vivo da oltre 7 anni con il mio cancro. Prima i polmoni, poi il cervello sono stati attaccati, lesionati, indeboliti... curati!” scrive nella lettera Summa, prendendo spunto da come i media hanno affrontato la morte di personaggi famosi, parlando di “male incurabile”. “Ho incrociato sulla mia strada medici bravissimi, persone straordinarie. Mi hanno insegnato cose ignote sul mio corpo. Mi hanno curato con professionalità e umanità. Mi hanno sorretto e hanno sorriso con me dell'arresto della proliferazione della malattia.” prosegue Summa. 
"VIVERE NEL PRESENTE".  “Ancor più – evidenzia -  mi hanno insegnato che non devo permettere al cancro di mortificare la mia dignità di essere umano  e di soffocare la mia speranza di continuare a vivere suo dispetto. Di opporgli  la voglia di essere ed esistere. Sono qui! Con la mia famiglia, con i miei amici, con il mio lavoro, con le mie passioni! Sono qui anche perché ho continuato a voler esserci. Perché ho combattuto e combatto la disperazione e la depressione. Perché sorrido di ciò che faccio. Perché ho imparato a vivere nel mio straordinario presente”. 
UN CASO "ESEMPLARE". Dopo oltre 7 anni, sono diventato 'esemplare' per coloro che, purtroppo, sono afflitti dalla mia stessa malattia e che , per fortuna, guardando me sperano  che si può e si deve continuare a vivere. Si può e si deve continuare ad amare. Si può e si deve continuare ad essere. 
Non tagliate le gambe alla speranza – conclude Summa – e abbiate cura di ricordarvene quando scriverete della morte di altri così illustri concittadini provocata dal cancro, perché leggere un aggettivo definitivo qual è 'incurabile' può uccidere la speranza di altri che quella battaglia la stanno combattendo.
NON UCCIDERE LA SPERANZA. "Non tagliate le gambe alla speranza – conclude Summa – e abbiate cura di ricordarvene quando scriverete della morte di altri così illustri concittadini provocata dal cancro, perché leggere un aggettivo definitivo qual è 'incurabile' può uccidere la speranza di altri che quella battaglia la stanno combattendo".

di Redazione 


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