“Un carnaio”. Un luogo in cui è impossibile progettare dei percorsi di “risocializzazione”. E’ così che i baschi azzurri dell’Osapp descrivono il carcere di Foggia. Ma non va meglio anche alle strutture penitenziarie di San Severo e Lucera. Domenico Mastrulli lo dice forte e chiaro: “La situazione delle carceri della Capitanata è preoccupante”. Sovraffollamento è la parola più ripetuta e temuta dal sindacato della polizia penitenziaria che proprio questa mattina si è dato appuntamento nella ‘Sala Rossa’ del carcere per un’assemblea finalizzata a fare il punto della situazione. Ed una delle risposte, secondo il vice segretario generale nazionale dell’Osapp, potrebbe essere quella “di riaprire quei carceri, come quelli realizzati in provincia di Foggia e mai utilizzati”. Il dito contro gli sperperi dello Stato italiano è puntato verso le strutture penitenziarie ed i mandamentali costruiti in questi anni e mai entrati in funzione: quelli di Apricena, Accadia, Bovino, Orsara di Puglia e Volturara Appula.
LA SITUAZIONE DELLE CARCERI – Che la situazione attuale per detenuti e polizia penitenziaria non sia delle migliori lo confermano i dati forniti dall’Osapp. Il Penitenziario di Foggia, per esempio, potrebbe ospitare regolarmente solo 371 detenuti mentre ad oggi ne accoglie 720, di cui 40 donne. Inoltre, nella sede penitenziaria di viale delle Casermette “da tempo manca la presenza di due vice-direttori penitenziari, di tre del Ruolo dei Commissari con Funzioni di Comandante, vice Comandante di reparto e Coordinatore Nucleo Traduzioni e Piantonamenti”. Ma non solo. Il disagio del sovraffollamento, infatti, riguarda anche i 310 poliziotti del penitenziario “sotto organico di circa 80 unità, con un consumo di lavoro straordinario pari a 48.121mila ore” spiega Mastrulli. A San Severo, invece, il cui carcere ospita detenuti di criminalità attenuata, la capienza regolare è di 64 unità, mentre ad oggi si arriva a 95 persone; il personale di polizia è composto da sole 70 unità. A Lucera, invece, dove sono rinchiusi detenuti con varie tipologie delinquenziali locali, a fronte di una disponibilità regolare di 156 unità si supera quota 230; il personale di polizia è di 104 unità ma ne servirebbero almeno altre 20.
LE PROPOSTE - Di qui, l’esigenza di mettere in campo degli interventi al fine di decongestionare le carceri, migliorando la qualità della vita dei detenuti e del lavoro dei baschi azzurri. Diverse le proposte dell’Osapp. “Una maggiore presenza dello Stato all’interno delle strutture, – evidenzia Mastrulli – una maggiore presenza dello Stato attraverso dei canali educativi che portano ad un radicale percorso di risocializzazione dei detenuti, e soprattutto serve l’istituzione da parte del Governo di una commissione ispettiva per procedere ad un’attenta verifica delle strutture idonee, chiudere quelle ormai inadeguate come la sezione femminile di Bari, e riaprire quei carceri, come quelli realizzati in provincia di Foggia e mai utilizzati. Infine – conclude Mastrulli – bisogna dare maggiori risorse alla polizia penitenziaria, all’utenza detenuta e ai familiari che vi accedono quando vanno a trovarli”.