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"Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce? Falso!"

La presentazione del libro di Gianfranco Viesti

Il Sud è irredimibile. Il Sud rallenta lo sviluppo del paese. Il Sud ha delle colpe nello spreco di denaro pubblico. A questi stereotipi, luoghi comuni solo in parte veri, Gianfranco Viesti ha provato a fornire una spiegazione, ripresa nel titolo del suo nuovo libro, presentato alla libreria Ubik: "Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce. Falso!"
SUD CAPRO ESPIATORIO. Un titolo dagli intenti provocatori, seppure non siano nelle corde dell'autore i toni urlati,  eppure un titolo che non strizza l'occhio all'Italia che conta, poiché il sottotitolo reca una risposta, Falso. Che le colpe di una crisi europea e mondiale si debbano scaricare sul capro meridionale espiatorio è operazione sin troppo semplice. Ma, a detta dell'autore, è un'operazione che si concentra sugli effetti concreti, poco sulle cause. “Poiché la crisi - afferma Viesti - accorcia la vista, fa vedere il presente, ma solo guardando molto indietro si guarda molto avanti”.
LA "FRACASSOMANIA". L'ex presidente della Fiera del Levante nonché professore di economia all'Università di Bari si dice contrario a un'ipotesi di separazione tra Nord e Sud, e non vuole caldeggiare la tesi di chi guarda al Nord come il nemico da combattere a nome dell'eroico riscatto del Sud “Sono a favore dell'Europa . sottolinea Viesti - e mi oppongo all'idea dei confini; anziché porli occorre eliminarli”. Non osserva i cattivi schierati da una sola parte e non manca di raccontare alcuni difetti che frenano la crescita del Sud Italia: “In Sudamerica la chiamano fracassomania, ed è la tendenza al catastrofismo e all'autoflagellazione, ed è un atteggiamento che sto riscontrando anche in giovanissimi studenti meridionali. Si tratta di una tendenza a dire che la colpa è nostra”, conclude Viesti.
RICERCA E INNOVAZIONE. Tuttavia c'è un racconto del male che va sminato dalla sua leggenda- secondo quanto afferma l'autore - perché al Sud questo racconto del male aumenta solo perché l'Italia non ha il coraggio di riflettere su sé stessa e sulle ragioni della sua crisi, c'è un modo miope di vedere l'economia italiana ed europea, ed è quello che vede come polo attrattivo solo la Germania e non si interroga su un' industria che perde colpi e sulle sue scarse capacità di ricerca e innovazione. E, poi, c'è l'altro racconto, quello non esibito di città modello come Matera e Potenza, dove c'è il minor numero di reati mai registrato in Italia, e il racconto delle risorse presenti al Sud. "Si pensi - spiega Viesti - ai porti di Gioiatauro e Taranto; lì dovrebbero approdare le navi portacontainer, e non a Genova. Ma ci sono due velocità diverse tra Milano e Foggia, ma non è detto che sia un danno a cui si debba necessariamente rimediare. A La Paz c'è una zona di montagna dove si gioca a pallone, la salita è destinata ai figli dei ricchi, più su, mentre i poveri stanno giù. Il Sud, nel mondo, non è l'unico a stare indietro". Ma c'è una consapevolezza nell'autore ed economista: “Dev'essere una scelta andarsene, e non il frutto di uno sbaglio di distribuzione di opportunità da Nord a Sud”.

di Redazione 


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