TEMPI DURI. Sono tempi sempre più difficili per i dipendenti pubblici, a cui evidentemente la tanto attesa intesa col governo Monti non ha riservato buone sorprese stando ai venti di mobilità e pre-pensionamento prospettati in questi giorni dalla “Spending review” del Consiglio dei Ministri.
La bastonatura della Corte dei Conti, arrivata a maggio, che dichiarava “improduttivo” il settore del pubblico impiego, evidentemente, è servita a tagliare, ancora una volta.
I PROBLEMI OPERATIVI DEL SETTORE PUBBLICO. Intanto gli ex-“fannullloni di Brunetta” sono diventati sempre più personaggi fantozziani, già costretti, negli ultimi anni, a fare i conti col piano pluriennale di tagli, blocco del turn-over e stop ai rinnovi contrattuali imposti nel 2010 dal governo Berlusconi agli enti dell'amministrazione statale.
Messi in ginocchio da problemi di sottorganico, dalla mancanza di strumenti operativi, da prestazioni di straordinari non retribuite, dalla netta diminuzione del potenziale d'acquisto, molti di questi supposti “anti-eroi” d'Italia continuano, nonostante ciò, a fare il loro dovere con etica e passione.
E' quanto si riscontra nel libro recensito solo 2 giorni fa sul Corriere della Sera da Dario Di Vico, “Impiegati – Oltre i luoghi comuni” (Ediesse edizioni), l'inchiesta di Paola Lo Mele (giornalista foggiana di stanza a Roma, dove lavora per l'Ansa) sul mondo dell'impiego nei servizi pubblici, nato da un'idea di Lorenzo Mazzoli, segretario della Funzione pubblica della Cgil di Roma a del Lazio.
"QUASI EROI". Trenta storie di vita e di lavoro che l'economista Paolo Leon, per la presentazione del libro svoltasi a Roma, a fine febbraio, nella sede nazionale della Cgil alla presenza di Susanna Camusso, non ha esitato a definire “pagine di letteratura che Zavattini avrebbe fatto sue; interviste che scaldano il cuore e gelano la mente; storie in cui il lavoratore pubblico, abbandonato dalla macchina statale, assurge a una dimensione quasi eroica”.
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO. Gli stenti che opprimono l'amministrazione della cosa comune, documentati nel libro della Lo Mele, secondo Biagio D'alberto, segretario generale Fp Cgil di Puglia, “sono la conseguenza dell'incapacità della politica a strutturare il servizio pubblico secondo un modello di programmazione del lavoro che tenga insieme costi e benefici per i cittadini”.
L'analisi di D'alberto è arrivata in occasione della presentazione di “Impiegati – Oltre i luoghi comuni”, avvenuta a maggio al Ristorante in Fiera di Foggia, dove si è svolta una tavola rotonda sul tema.
All'incontro, moderato da Antonio Blasotta, sono intervenuti, tra gli altri, l'assessore al Welfare della Regione Puglia, Elena Gentile, e lo stesso Lorenzo Mazzoli.
Se la prima ha confermato le difficoltà attuali per i dipendenti pubblici, ricordando, però, anche la grave situazione di molti lavoratori del privato, il secondo ha indicato la disfatta del lavoro pubblico nel progressivo abbandono (attuato dai governi negli ultimi dieci anni) delle leggi D'Antona e Bassanini, “vantaggiose e innovative - secondo Mazzoli – perchè potenziavano la selezione e la valorizzazione delle professionalità, oltre che la capacità contrattuale sindacale, allora più libera di oggi dal cappio della politica”.