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"Io, salentino, amo il Foggia da 20 anni": Valentino Giannì, un super-tifoso da Oscar

Con lui il grande cinema si tinge di rossonero

“Ora, se io fossi nella società penserei seriamente a un percorso tutto rivolto verso la vetta, e alla possibilità di giocarci la promozione in B. La strepitosa vittoria contro il Lecce, la sublime doppietta di Sarno ci danno pieno titolo di contendenti al successo nel campionato di Lega Pro. Hai visto, te l’avevo detto di Sarno!”. Quello a cui si riferisce il protagonista di questa storia e di questo pronostico è Valentino Giannì, e tra un attimo vi sveleremo chi è. 
Qualche minuto prima del derby di venerdì scorso allo Zaccheria lo avevamo sentito al telefono: “Il Foggia vincerà 3-1. E almeno un gol lo segnerà Vincenzino Sarno”. Boom! Pronostico, almeno in parte, azzeccato. 
Anche se siamo alla vigilia di Reggina-Foggia, le mirabolanti immagini di Foggia-Lecce sono ancora negli occhi, nella testa, nel cuore.
E ora Giannì potrà prendersi la giusta, scherzosa, rivincita, con i suoi compaesani e con uno dei suoi fratelli, che negli ultimi anni lo “prendevano in giro” per il suo incondizionato sostegno al Foggia Calcio, “una squadretta” dicevano. Vengano a dirlo ora. 
Il mondo del cinema italiano conosce a memoria la storia e la passione di Valentino Giannì. E’ una storia che ci ha suggerito l’amico e talentuoso giovane cineasta foggiano, Lorenzo Sepalone, compagno di avventure umane e professionali dello stesso Giannì, “con cui - annuncia lo stesso Sepalone, “stiamo pensando di fare squadra per il mio prossimo progetto per il grande schermo”. 
Il Foggia Calcio e i tifosi foggiani, forse, non sanno ancora di avere un tifoso “speciale” in più dalla loro, un tifoso che avrebbe potuto abbracciare, fisiologicamente, i colori salentini giallorossi e che invece ha scelto di sostenere con una passione fuori dal comune quelli foggiani rossoneri. 
Valentino Giannì, è originario di Acquarica del Capo, un paesino di 5mila anime in provincia di Lecce, e da vent’anni è tra i più sfegatati tifosi del Foggia. Una passione che il nostro tifoso “speciale” ha sempre portato con sé anche sul lavoro, esportandola sui grandi set cinematografici. E’, infatti, un talentuoso fonico di presa diretta, che ha lavorato e lavora con i più grandi registi del cinema italiano (Roberto Benigni, Pupi Avati, Michele Placido, Manetti Brothers, chi più ne ha più ne metta) e che, inoltre, è stato candidato per ben 3 volte ai Nastri d’argento (l’ultimo con il film “In grazia di Dio” di Edoardo Winspeare) per la categoria “Sonoro in presa diretta”. 
Se, allora, nella scena finale di un episodio de “Il commissario Coliandro” vi capiterà di notare un personaggio che sullo sfondo cammina indossando la maglia del Foggia Calcio, beh quello è Valentino Giannì, e se nel film “La vita facile” (con Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Vittoria Puccini) noterete una scena simile o se in altri lungometraggi main-stream troverete scritte sui muri del tipo “W Foggia” o “Forza Foggia”, a corredo della scenografia, beh state pur certi che c’è dietro lo zampino di Giannì, che con questi simpatici cammei dedicati alla fede rossonera persuade interi cast a promuovere sul grande e sul piccolo schermo la sua sfegatata passione per i satanelli di Capitanata. 
“Ora - confessa al telefono durante la nostra intervista – ho un po’ sospeso questo rituale, ma devo riprenderlo assolutamente”. E chissà, allora, che nel prossimo film di Placido, che uscirà nelle sale in primavera e a cui sta lavorando anche Giannì, non si ritrovi, tra i chiaro-oscuri delle scene, qualche altro curioso richiamo al Foggia Calcio. 
A proposito di maglie ufficiali del Foggia Calcio, Valentino Giannì le colleziona sin da quando, a 13 anni, suo padre gli regalò la seconda divisa (quella bianca, indimenticabile) con lo sponsor tecnico della Snips: era il 1994 e, se Zeman era già andato via, sostituito da Catuzzi, nel Foggia c’erano ancora campioni del calibro di Padalino, Bresciani, Di Biagio e soprattutto Kolyvanov, che per Giannì resta uno tra i miglior giocatori rossoneri di sempre. Il suo allenatore preferito, però, va contestualizzato nel calvario della C, e della prima gioia dopo anni disastrosi, la promozione: in definitiva, si chiama Pasquale Marino, per Giannì, la migliore panchina del Foggia degli ultimi vent’anni. “Vedo benissimo anche De Zerbi – aggiunge - mi sembra un tecnico di grande talento, mi piace il suo gioco. Sta facendo grandi cose”. Il peggiore allenatore? “Campilongo, delusione anche a livello umano”, afferma categorico Giannì, dimostrando, anche a distanza, grande empatia con il sentimento collettivo dei tifosi foggiani.    
Una passione, quella del talentuoso fonico salentino, che iniziò a infiammarsi all’inizio della futura parabola discendente del Foggia, e, proprio per questo, una passione ancora più pura.
“Quando non capivo ancora di calcio tifavo Lecce, questo dopo una breve parantesi da sostenitore del Milan di Sacchi. All’epoca c’era il Lecce di Francesco Moriero, un Lecce che militava in A o in B, insomma una bella squadra anche quella, ma c’era sempre qualcosa che mi lasciava insoddisfatto quando andavo a vedere le partite al ‘Via del Mare’. Poi l’illuminazione: quel Foggia-Juventus (la Signora Bianconera di Baggio e Vialli, ndr), 2-0, allo Zaccheria, quella strepitosa doppietta di Bresciani. Lì ho deciso che quella sarebbe diventata la mia squadra, lì è iniziato il mio amore per il Foggia, un amore che non ho mai rinnegato nemmeno quando siamo retrocessi per anni nelle categorie più basse della lega”.
Da quel momento e fino ad oggi Giannì ha iniziato a collezionare tutte le maglie del Foggia, “me ne mancano poche”, svela, e la foto del suo profilo facebook, dove in un collage di immagini posa con le diverse divise che il Foggia ha adottato negli anni, ne è la prova provata. Quelle maglie, o meglio una rossonera e l’altra bianca, le porta sempre con sé (rigorosamente, come un mantra, come un piacevole rituale scaramantico), non mancano mai nelle valigie dei suoi numerosi viaggi di lavoro. Così come è immancabile, al telefono con il fratello minore (anche lui convertito alla fede rossonera), l’intonazione dell’inno del Foggia di Pino Campagna, prima di ogni partita dei Satanelli. 
Giannì, che per studio e lavoro ha vissuto prima a Bologna ed ora a Roma, è un vero super-tifoso del Foggia: ha fatto viaggi last-minute di ore ed ore, percorrendo mezza Italia all’inseguimento delle partite dei Satanelli, per poi ripartire in fretta alla volta dei set cinematografici. Ha cantato, insieme agli ultras del Foggia, contro la sua stessa origine, cori ironici e beffardi che irridevano il Salento e le sua squadre, e, una volta, con il romantico pretesto di una gita fuori porta a Pozzuoli, ha portato la fidanzata (a cui ha anche regalato la tessera del tifoso) a vedere Puteolana-Foggia. 
Giannì, va ribadito, è un vero super-tifoso del Foggia: basti pensare che non passa più davanti a quel locale romano in cui assistette alla rocambolesca disfatta dei rossoneri ad Avellino, nella finale dei playoff per la promozione in serie B. “La sogno ancora adesso quella maledetta partita. Un incubo - commenta amareggiato –. Quel giorno la storia calcistica ha sbagliato il suo corso”. 
Ma quest’anno il corso potrebbe essere quello giusto. Quest’anno potrebbe essere tutta un’altra storia.
 
“Ora, se io fossi nella società penserei seriamente a un percorso tutto rivolto verso la vetta, e alla possibilità di giocarci la promozione in B. La strepitosa vittoria contro il Lecce, la sublime doppietta di Sarno ci danno pieno titolo di contendenti al successo nel campionato di Lega Pro. Hai visto, te l’avevo detto di Sarno!”.
Il protagonista di questa storia e di questo pronostico è Valentino Giannì, e tra un attimo vi sveleremo chi è. Qualche minuto prima del derby di venerdì scorso allo Zaccheria lo avevamo sentito al telefono: “Il Foggia vincerà 3-1. E almeno un gol lo segnerà Vincenzino Sarno”. Boom! Pronostico, almeno in parte, azzeccato. 
Anche se siamo alla vigilia di Reggina-Foggia, le mirabolanti immagini di Foggia-Lecce sono ancora negli occhi, nella testa, nel cuore.
E ora Giannì potrà prendersi la giusta, scherzosa, rivincita, con i suoi compaesani e con uno dei suoi fratelli, che negli ultimi anni lo “prendevano in giro” per il suo incondizionato sostegno al Foggia Calcio, “una squadretta” dicevano. Vengano a dirlo ora. 
L'AMICIZIA CON SEPALONE. Il mondo del cinema italiano conosce a memoria la storia e la passione di Valentino Giannì.
E’ una storia che ci ha suggerito l’amico e talentuoso giovane cineasta foggiano, Lorenzo Sepalone, compagno di avventure umane e professionali dello stesso Giannì, “con cui - annuncia Sepalone - stiamo pensando di fare squadra per il mio prossimo progetto per il grande schermo”. 
Il Foggia Calcio e i tifosi foggiani, però, forse ancora non sanno di avere dalla loro un tifoso “speciale”, un tifoso che avrebbe potuto abbracciare, fisiologicamente, i colori salentini giallorossi e che invece ha scelto di sostenere con una passione fuori dal comune quelli foggiani rossoneri. 
GIANNì, IL CINEMA E IL FOGGIA. Valentino Giannì è originario di Acquarica del Capo, un paesino di 5mila anime in provincia di Lecce, e da vent’anni è tra i più sfegatati tifosi del Foggia.
Una passione che il nostro tifoso “speciale” ha sempre portato con sé anche sul lavoro, esportandola sui grandi set cinematografici. E’, infatti, un talentuoso fonico di presa diretta, che ha lavorato e lavora con i più grandi registi del cinema italiano (Roberto Benigni, Pupi Avati, Michele Placido, Manetti Brothers, chi più ne ha più ne metta) e che, inoltre, è stato candidato per ben 3 volte ai Nastri d’argento (l’ultimo con il film “In grazia di Dio” di Edoardo Winspeare) per la categoria “Sonoro in presa diretta”. 
Se, allora, nella scena finale di un episodio de “L'ispettore Coliandro” vi capiterà di notare un personaggio che sullo sfondo cammina indossando la maglia del Foggia Calcio, beh quello è Valentino Giannì, e se nel film “La vita facile” (con Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Vittoria Puccini) noterete una scena simile o se in altri lungometraggi main-stream troverete scritte sui muri del tipo “W Foggia” o “Forza Foggia”, a corredo della scenografia, beh state pur certi che c’è dietro lo zampino di Giannì, che con questi simpatici cammei dedicati alla fede rossonera persuade interi cast a promuovere sul grande e sul piccolo schermo la sua sfegatata passione per i satanelli di Capitanata. 
“Ora - confessa al telefono durante la nostra intervista – ho un po’ sospeso questo rituale, ma devo riprenderlo assolutamente”.
E chissà, allora, che nel prossimo film di Placido, che uscirà nelle sale in primavera e a cui sta lavorando anche Giannì, non si ritrovi, tra i chiaroscuri delle scene, qualche altro curioso richiamo al Foggia Calcio.
IL RUOLINO DELLA STORIA. A proposito di maglie ufficiali del Foggia Calcio, Valentino Giannì le colleziona sin da quando, a 13 anni, suo padre gli regalò la seconda divisa (quella bianca, indimenticabile) con lo sponsor tecnico della Snips: era il 1994 e, se Zeman era già andato via, sostituito da Catuzzi, nel Foggia c’erano ancora campioni del calibro di Padalino, Bresciani, Di Biagio e soprattutto Kolyvanov, che per Giannì resta uno tra i migliori giocatori rossoneri di sempre.
Il suo allenatore preferito, però, va contestualizzato nel calvario della C, e della prima gioia dopo anni disastrosi, la promozione: in definitiva, si chiama Pasquale Marino, per Giannì, la migliore panchina del Foggia degli ultimi vent’anni. “Vedo benissimo anche De Zerbi – aggiunge - mi sembra un tecnico di grande talento, mi piace il suo gioco. Sta facendo grandi cose”.
Il peggiore allenatore? “Campilongo, delusione anche a livello umano”, afferma categorico Giannì, dimostrando, anche a distanza, grande empatia con l'immaginario collettivo calcistico del capoluogo dauno.   
FOGGIA-JUVENTUS (2-0): LA FOLGORAZIONE. Una passione, quella del talentuoso fonico salentino, che iniziò a infiammarsi all’inizio della parabola discendente del Foggia, e, proprio per questo, una passione ancora più pura.
“Quando non capivo ancora di calcio tifavo Lecce, questo dopo una breve parentesi da sostenitore del Milan di Sacchi. All’epoca c’era il Lecce di Francesco Moriero, un Lecce che militava in A o in B, insomma una bella squadra anche quella, ma c’era sempre qualcosa che mi lasciava insoddisfatto quando andavo a vedere le partite al ‘Via del Mare’. Poi l’illuminazione: quel Foggia-Juventus (la Signora Bianconera di Baggio e Vialli, ndr), 2-0, allo Zaccheria, la strepitosa doppietta di Bresciani. Lì ho deciso che quella sarebbe diventata la mia squadra, lì è iniziato il mio amore per il Foggia, un amore che non ho mai rinnegato nemmeno quando siamo retrocessi per anni nelle categorie più basse della lega”.
"PAZZIE" PER IL FOGGIA. Da quel momento e fino ad oggi Giannì ha iniziato a collezionare tutte le maglie del Foggia, “me ne mancano poche”, svela. La foto del suo profilo facebook, dove in un collage di immagini posa con le diverse divise che il Foggia ha adottato negli anni, ne è la prova provata.
Quelle maglie, o meglio una rossonera e l’altra bianca, le porta sempre con sé (rigorosamente, come un mantra, come un piacevole rituale scaramantico), non mancano mai nelle valigie dei suoi numerosi viaggi di lavoro. Così come è immancabile, al telefono con il fratello minore (anche lui convertito alla fede rossonera), l’intonazione dell’inno del Foggia di Pino Campagna, prima di ogni partita dei Satanelli. 
Giannì, che per studio e lavoro ha vissuto prima a Bologna ed ora vive a Roma, è un vero super-tifoso del Foggia: ha fatto viaggi last-minute di ore ed ore, percorrendo mezza Italia all’inseguimento delle partite dei Satanelli, per poi ripartire in fretta alla volta dei set cinematografici. Ha cantato, insieme agli ultras del Foggia, contro la sua stessa origine, cori ironici e beffardi che irridevano il Salento e le sue squadre, e, una volta, con il romantico pretesto di una gita fuori porta a Pozzuoli, ha "subdolamente" portato la fidanzata (a cui ha anche regalato la tessera del tifoso) a vedere Puteolana-Foggia.
L'"INCUBO" DI AVELLINO E LO SGUARDO AL FUTURO. Giannì, va ribadito, è un vero super-tifoso del Foggia: basti pensare che non passa più davanti a quel locale romano in cui assistette alla rocambolesca disfatta dei rossoneri ad Avellino, nella finale dei playoff per la promozione in serie B. “La sogno ancora adesso quella maledetta partita. Mi viene ancora da piangere. Un incubo - commenta amareggiato –. Quel giorno la storia calcistica ha sbagliato il suo corso”. 
Ma quest’anno il corso potrebbe essere quello giusto. Quest’anno potrebbe essere tutta un’altra storia.

di Redazione 


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