Stampa questa pagina

"Libri per ogni palato", ma senza gusto

Fiera del libro di Foggia, il rettore Volpe su facebook parla di "flop" e scoppia la polemica

“Nel bene e nel male, purché se ne parli”. Il noto detto – che è di Oscar Wilde, nonostante l’abuso andreottiano degli ultimi decenni – raramente ha torto. E anche nel caso del recente Festival della Letteratura di Foggia, chiusosi ieri sera, sembrerebbe avere il suo perché. Tuttavia, se a parlare, e a parlar male, è una delle personalità che, come il sindaco Mongelli, il giornalista Roberto Parisi e l’assessore Giusy Albano, ci ha messo la faccia – e il logo –, allora la cosa può suonare quanto meno strana.
FACEBOOK. “Una iniziativa organizzata in maniera frettolosa e senza un vero progetto culturale si è risolta in un flop, che rischia di mettere in discussione anche la prosecuzione”. La critica, anzi l’autocritica, è del rettore Giuliano Volpe e corre su facebook ormai da un paio di giorni, incontrando molti consensi e qualche leggero, ma pungente dissenso. “Pensavo che una università scegliesse di appoggiare sempre e comunque iniziative culturali ‘d'eccellenza’ selezionando e non aderendo tout court”: il post, in merito, è di Giovanni Rinaldi, noto storico cerignolano, animatore culturale e tra le personalità più competenti in tema di libri e rassegne librarie. Come a dire: l’autocritica è lodevole, per carità, ma si sarebbe potuto metter mani prima e meglio, avendo aderito sin dall’inizio ad una manifestazione cittadina. Intervento per nulla avventato, anzi.
PROPOSTE E PROTESTE. Il rettore lamenta poi l’assenza di “un comitato scientifico serio e qualificato”, di “una identità specifica” e il difetto di essersi accontentati sin da subito di quanto si è riusciti a fare. Tutte opinioni condivisibili, mancanze evidenti in questa prima edizione o edizione zero, ma che lo stesso rettore avrebbe potuto sollecitare sin dall’inizio (del resto ha tutti i poteri, i mezzi, il diritto e l’influenza per farlo), così come accaduto durante la conferenza stampa di presentazione del Festival, parlando della “pedonalizzazione” totale di Via Arpi. All’epoca, il rettore Volpe si rivolse al sindaco Mongelli a colpi di fioretto; oggi invece, a kermesse conclusa, affonda la sciabola: “Le macchine transitavano tranquillamente in via Arpi: se nemmeno in queste occasioni si ha il coraggio e la forza di pedonalizzare il centro storico, mi chiedo quale sia il senso stesso dell'iniziativa”.
L’ORGANIZZATORE. Uno degli ultimi commenti è proprio di Roberto Parisi, il vero organizzatore della rassegna che ha coinvolto, con esiti di pubblico incerti, cinque piazze del centro storico foggiano: “Il festival avrà una sua caratterizzazione e un suo comitato di valutazione del libri, avrà meno piazze e meno autori” assicura il giornalista. Poi però, difende le scelte operate, citando una decina di autori saliti sul palco, più o meno simili per qualità e notorietà. Ma una decina, appunto. Meno della metà degli autori chiamati a raccolta e se l’intervento voleva essere una sorta di “constatazione amichevole”, ragionando in termini assicurativi, alla fine risulta essere più un’ammissione di colpa. A salvarlo in calcio d'angolo, e in tempo di recupero, ma con stile, è il manifesto dell'edizione 2013 srotolato a rassegna conclusa, davanti al pubblico. Qualcosa di più di una semplice promessa.
FIERA DEL LIBRO SENZA LIBRI. Dove sono i libri? Per la prossima edizione un suggerimento può essere quello di puntare sui libri, sulle promozioni, sui corner dedicati alla vendita e alla proposta, alle letture e, perché no, alla spettacolarizzazione vera e propria  dei titoli in rassegna, lavorando con le compagnie teatrali foggiane. Prendere il lettore per la gola è solo uno dei tanti modi possibili per "creare" un pubblico. Dunque meno palato - per la verità, a parte qualche bicchiere di vino, non si è visto granché - e più libri. L'esperienza del book-crossing può funzionare, ma gli autobus che devono accogliere lo scambio, oltre all'assicurazione, sarebbe opportuno che abbiano anche l'impianto di illuminazione: suonerà strano in piena epoca e-book, ma senza luce, non si può leggere. E poi meno piazze e meno autori, senza dubbio. Un angolo per gli scrittori locali è quanto mai opportuno, ma circoscritto e selezionato: spesso chi non è profeta in patria, non lo è neanche fuori, almeno nel caso foggiano. Quanto alla qualità infine, il suggerimento è quello di affidarsi per la scelta dei titoli e degli autori a chi, già da alcuni anni, è attivo in questo campo: non è un caso che i due ospiti più interessanti - e letterari, si conceda - li abbiano portati due librerie: Anilda Ibrahimi con Ubik e Stefano Piedimonte con Stile Libero.  

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload