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"Missione Lega pro", le pagelle: Masi & Amodeo bocciati, Lo Campo superstar

I voti alla società sull'operazione ripescaggio

Da tifosi, prima ancora che giornalisti, abbiamo optato per un profilo basso nelle ultime ore, evitando allarmismi, polemiche e accuse, consapevoli che anche un solo minuto perso avrebbe comportato il rischio di minare la rincorsa verso il ripescaggio. A bocce ormai ferme e in attesa delle decisioni della Lega (auspicando la partecipazione alla Lega pro nella prossima stagione), proviamo a dare i voti ai principali protagonisti della “Missione Lega pro”, analizzando il comportamento degli ultimi venti giorni.
Famiglia LO CAMPO, voto 9. SICUREZZA. E meno male che il giorno della presentazione di Padalino mandarono un comunicato piccato minacciando il disimpegno. La Lo Campo’s family, invece, è senz’altro la parte societaria che esce meglio dalla “pratica” iscrizione. Hanno fatto la propria parte e oltre, chiamati disperatamente in causa come garanti nel weekend. E come la gonnella della mamma sotto cui ripararsi, hanno “protetto” anche l’investimento rossonero e il sogno che si chiama Lega pro.  Qualcosa gli ritornerà, è indubbio, ma un posto in prima fila sul carro dei vincitori non glielo toglie, giustamente, nessuno.
GIANNI MONGELLI, voto 8. Inutile rimarcare quante volte – anche sul calcio, questione stadio, etc – lo abbiamo stuzzicato da queste pagine, spesso in disaccordo. Impossibile, però, non solidarizzare con lui in questi frangenti: sono anni, infatti, che verso la metà di giugno vede salire questuanti con il cappello in mano, che gli dicono quattro semplici parole: “Sindaco, ci dobbiamo iscrivere”. Verrebbe quasi da pensare che il primo cittadino in quei momenti rimpianga i confronti più animati con senzatetto e disoccupati, ma soprattutto come non solidarizzare con uno che in quei momenti, in sostanza, come fa sbaglia. Se si interessa alle sorti della squadra, viene tacciato di impegnarsi per cose frivole, se non lo fa lo accusano di disinteressarsi a un patrimonio della città. Lui, nel dubbio, qualche chiamata l’ha fatta. E anche stavolta chi è andato a chiedere, non se n’è andato a mani vuote. 
MASI & AMODEO, voto 4,5. Il mezzo voto in più è perché Masi ha messo la macchina per andare a Roma a portare la documentazione. Perché se il Foggia rischia (speriamo di poter dire a breve che “ha rischiato”) di non essere ripescato, lo deve anche – e soprattutto – a quella serie di adempimenti burocratici troppo sottovalutati. In una intervista del novembre scorso, Amodeo a una nostra domanda sul passaggio a srl rispose, anche un po’ seccato: “Non sono cose che devono interessare ai tifosi”. Evidentemente, ai tifosi interessavano eccome, dato che i continui ritardi hanno rischiato di delegittimare sin da subito qualsiasi aspirazione. E ai tifosi interessa sapere bene cosa è successo per la fideiussione del gruppo Masi – Amodeo prima decantata – poi ritirata – che ha sconvolto l’ultimo weekend rossonero. Siamo pronti ad alzare il voto in pagella senza aspettare settembre. Ma prima, toglietevi il “debito formativo”.
DAVIDE PELUSI, voto 7,5. L’immagine del presidente che corre verso l’auto per partire verso Firenze – in realtà un po’ affannosamente – è la fotografia dell’ultima giornata di passione rossonera. E come un mediano di rottura, Pelusi ha lavorato molto nell’ombra in questi giorni. tra carte, documentazioni, certificazioni, timbri, bolli e così via. Si è visto meno del passato in tv e sui giornali, si è palesato maggiormente tra notai, uffici e banche. Da primadonna a comprimario, aspetta di essere il primo presidente del neonato Foggia calcio in Lega pro.
UFFICIO STAMPA, COMUNICAZIONE E MARKETING, voto 4. Boncibonciboncibo. Ci sarebbe da mettere la musichetta del Gratta e vinci come sottofondo a questa pagella. Troppo facile aggiornare profili facebook e blog a qualsiasi ora del giorno e della notte quando tutto va bene, per annunciare la firma del contratto di  D’Allocco e quando Giglio fa quattro gol in venti minuti. Troppo facile, soprattutto, trincerarsi nel silenzio nei momenti più delicati: per giorni – quando i tifosi avrebbero voluto semplicemente chiarezza – non c’è stato un solo, minimo, anche rassicurante cenno dalla società. Niente, di niente. Fino al 17-0 col Petrella, domenica. Quello sì che meritava un articolo….
TIFOSI, voto 10. La passione non si conta con i soldi, ma certo un tesoretto da 103 mila euro (e oltre), ricavato dal comitato Missione Lega pro, basterebbe da solo a valere molto più di un ripescaggio. È stata la prima, vera raccolta fondi andata a buon fine negli ultimi anni (e di “emergenze calcio” ne abbiamo avute in città). Una specie di azionariato popolare alimentato anche da chi – a distanza di centinaia di chilometri – ha voluto dare un segnale all’intera città, prima ancora che alla società. La “lezione” dei tifosi può essere importata in tanti altri settori della vita quotidiana nella nostra tanto bistrattata Foggia.
P.s. Il 10, chiaramente, esclude tutta quella frangia di tifosi attendisti, pessimisti, critici a priori e di tutti quelli per cui ieri non era la giornata dell’iscrizione del Foggia, ma quella dei calendari di serie A.
IMPRENDITORI LOCALI, senza voto. Quando non si entra in campo, è impossibile pretendere un giudizio. 

di Redazione 


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