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#Nonciarrendiamo: dopo le rapine, i gestori di Folli Follie lanciano una mobilitazione

Le attività commerciali spengono le luci

Si sono sorpresi per la solidarietà - “Davvero non pensavamo di ricevere così tanto sostegno morale e materiale” – e hanno scelto di non mollare: “Abbiamo deciso di resistere e reagire. Abbiamo sollecitato una mobilitazione generale delle attività commerciali, affinché qualcuno prenda maggiormente a cuore le angosce che ci assillano quotidianamente”.
LO SCONFORTO. Lo scrivono su facebook Patty e Stefano, i titolari di Folli Follie, il negozio di Cerignola recentemente salito agli onori della cronaca (e ne avrebbero fatto volentieri a meno), perché vittima di tre rapine in due mesi. E se sul social network qualche giorno fa avevano manifestato sconforto e rabbia (LEGGI: Tre rapine in due mesi, la rabbia dei gestori condivisa su facebook), scelgono lo stesso mezzo per una volontà di riscatto.
LA MOBILITAZIONE. "La nostra esortazione a rimanere uniti e compatti - scrivono - e a non sconfortarsi ha dato un esito positivo. Lo speravamo di cuore. La provocazione è lanciata, adesso non possiamo più fermarci. Sabato 12 luglio noi spegneremo in segno di protesta le luci della nostra attività commerciale per 15 minuti. Dalle 20:30 alle 20:45 ci fermeremo e spiegheremo ai nostri clienti il motivo per cui lo stiamo facendo”.

LE ALTRE ATTIVITA' COMMERCIALI. Ma non sarà un gesto isolato. “Molti altri esercizi commerciali – evidenziano da Folli follie - ci hanno promesso di fare lo stesso. Terremo al buio per 15 simbolici minuti le vie dello shopping di Cerignola. Non ci illudiamo di fermare così la criminalità cittadina. Ma di certo non passeremo inosservati. Probabilmente riusciremo a smuovere le coscienze di qualcuno. Forse avremo risposte più adeguate al diffuso disagio che patiamo da troppo tempo”.

E torna anche l'allarme che i due avevano lanciato in occasione del primo post:  “Se i furti avvengono - avevano scritto - è perché c’è chi acquista la merce rubata. La ricettazione è un reato penale oltre che essere un atto immorale e vergognoso. Il primo segnale di solidarietà sarebbe quello di rifiutarsi di acquistare merce di dubbia provenienza”. Sdegno e rabbia, ma anche tanta volontà, riassunta da un hastag: #Nonciarrendiamo

di Redazione 


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