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"Pop Economy", la finanza globale attraverso la lente del teatro etico

Domani al Palazzetto dell'Arte di Foggia

Investireste nel nucleare, nella guerra, oppure in titoli “tossici” per l'ambiente e per la società? Finanziareste paradisi fiscali? Affamereste con i vostri soldi le popolazioni del Terzo Mondo, o, magari, li affidereste a persone che li bruciano attraverso un semplice click di tastiera nella finanza-casinò creando enormi bolle speculative che provocano la crisi economica di milioni di persone?
Beh, se tutto questo vi inorridisce, iniziate a preoccuparvi: molto probabilmente lo state già facendo! Come? Ve lo spiegherà domani pomeriggio, alle 18, nella Sala Rosa del Palazzetto dell'Arte di Foggia, Alberto Pagliarino, dottore di ricerca al Dams di Torino, già docente del Master di Teatro di Comunità dell'Università del capoluogo piemontese.
Lo studioso, scrittore e formatore di teatro sociale porta a Foggia una conferenza-spettacolo che sta riscuotendo successi in giro per l'Italia e che proprio ieri ha fatto tappa a Bari.
“Pop Economy - Ovvero da dove allegramente viene la crisi e dove va” è l'ultimo tassello della nuova ricerca di Pagliarino attraverso gli ambiti della sociologia economica, del teatro di comunità e delle reti sociali.

 

POP ECONOMY. “Pop Economy” è un modo per capire e rispondere alla crisi attraverso l'informazione e la cultura condensati nel teatro.
“Pop economy” è la storia di tante persone comuni, come Jack, il tipico padre di famiglia appartenente alla middle-class americana, che, dopo la prima importante bolla finanziaria (quella sui titoli tecnologici del 1999), intraprende uno stile di vita frugale, senza sprechi, sostenibile, con beneficio per le sue tasche e per l'ambiente circostante.
Ma il mercato globale e il governo delle banche sapranno come riaccalappiarlo nella spirale del consumismo.
La conferenza-spettacolo è frutto della collaborazione di Pagliarino con economisti e giornalisti come Roberto Burlando e Paolo Piacenza, e con Nadia Lambiase, esponente di Banca Etica e ideatrice dello spettacolo.
Il fallimento nel 2008 della Lehman Brothers, allora tra le banche più potenti al mondo; i 500.000 mila posti di lavoro bruciati soltanto in Italia, e, per di più, nell'arco di un solo anno, dalla vampa “improvvisa” della crisi; le cartolarizzazioni, i sub-prime e i credit-crunch; i 13.600 miliardi di dollari spesi dai governi per risanare i debiti delle banche, e cioè la stessa cifra che coprirebbe l'intero fabbisogno mondiale di cibo, acqua e cure mediche per i prossimi 150 anni: tutto questo è “Pop economy”, la cui locandina, che sostituisce il volto di Margaret Thatcher a quello di Marilyn Monroe nel celebre manifesto di Andy Warhol, vuole essere, secondo quanto dichiarato dallo stesso autore, la smitizzazione di quella "deregulation" sfrenata che ha causato sconquassi nella moderna economia mondiale.

 

NON CON I MIEI SOLDI. “Pop economy”, che al Palazzetto dell'Arte di Foggia verrà introdotta dal consigliere comunale Giuseppe D'Urso, è prodotta dal Teatro popolare europeo e da Banca Popolare Etica ed è parte del movimento “Non con i miei soldi” (www.nonconimieisoldi.org), la campagna di informazione promossa da Banca Etica per capire più a fondo le trame, spesso mefistofeliche, del capitalismo finanziario globale, e per cercare di tirarsene fuori, custodendo e investendo i nostri risparmi più resposabilmente.
Per informazioni git.foggia@bancaetica.org e 338.4854466

di Redazione 


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