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"Portiamo cultura eppure siamo trattati come delinquenti"

Teatri chiusi, Rosaria Prencipe (Con.Ar.T) si sfoga

“Siamo stati trattati come delinquenti, ma prima o poi verrà fatta giustizia”. La chiusura dell’Oda teatro ha fatto scalpore, ma c’è chi ha già dovuto confrontarsi con i controlli dei vigili del fuoco e gli accertamenti della Polizia amministrativa. Tra loro c’è Rosaria Prencipe, direttrice artistica del Con.Ar.T, associazione culturale finita sotto i riflettori della cronaca a fine febbraio.
Rosaria Prencipe, non deve essere stato piacevole finire sui giornali per problemi relativi alla struttura e non per un aspetto culturale.
“È assurdo il trattamento che ci è stato riservato, siamo stati dipinti come dei mostri. Hanno fatto una conferenza stampa in cui hanno parlato di Compro oro, di circoli privati gestiti da pregiudicati e hanno accostato il nostro nome al fianco di queste situazioni”.
Voi avete voluto precisare di non aver subito alcuna chiusura (LEGGI) eppure, di fatto, avete interrotto la stagione
"In effetti ci siamo fermati, ora il 19 saremo al Teatro del fuoco per l’ultimo spettacolo e la nostra stagione finirà lì. Da quel momento avremo tutto il tempo per capire cosa fare, non ci obbliga nessuno a ripartire e soprattutto a ripartire da quella struttura, ma andrà fatta comunque chiarezza".
L’Oda, il Piccolo, il Conart: sembra una escalation senza fine…
"Io l’avevo detto: Se fate chiudere noi, finirà che chiuderete tutti i teatri perché nessuno ha l’agibilità. È un cane che si morde la coda e secondo me c’è anche un problema di fondo che andrebbe immediatamente risolto".
Quale?
"Considerarci un teatro pubblico. La normativa sui teatri pubblici è differente, noi andiamo considerati come associazioni culturali e le normative anti incendio vanno applicate a grandi teatri o cinema utilizzate per strutture che ospitano una capienza superiore alla nostra, ma questa è una cosa che cercheremo di dimostrare attraverso i nostri legali".
Fatta salva la normativa, però, resta un problema di sicurezza e agibilità. La questione è: in questi casi è davvero necessaria la chiusura o si può fare qualcosa per ‘’ammorbidire’’ il provvedimento?
"Io sono convinta che vada fatta prevenzione, cioè dei controlli in modo che venga detto come risolvere le problematiche. E soprattutto, va fatto un incontro con autorità superiori, come ad esempio il prefetto. Dobbiamo incontrarci e devono dirci come risolvere questo problema, quali azioni devono essere intraprese. La chiusura non è una soluzione".
L’opinione pubblica e la cittadinanza, però, si stanno mobilitando. Oggi è in programma una manifestazione spontanea per la riapertura dell'Oda. Basterà?
"Non penso, sono partiti con questa crociata e temo vogliano coinvolgere tutte le compagnie. Ripeto, serve una lettera pubblica e un incontro con il prefetto. Solo così usciremo da questa situazione".
Per concludere, Enzo Marchetti ha parlato di “guerra fra poveri” e denunce anonime che hanno fatto scoppiare il caso. E' davvero così?
"Guardi, io con Enzo così come con tanti altri amici e colleghi ho parlato spesso di coordinamento e ci scambiamo anche gli attori tra compagnie. Tra noi non c’è gelosia, ma se io non posso più fare teatro al Con.Ar.T è a causa di qualcuno che ha fatto denunce anonime, contro una piccola realtà come la nostra. Ma prima o poi, riuscirò a capire chi è stato…"
A proposito di mobilitazione, lei ci sarà a quella per la riapertura dell’Oda?
"Sinceramente non mi hanno invitata. Ho letto qualcosa su facebook ma niente di più. Se sarò coinvolta, lo farò volentieri, altrimenti continuerò comunque la mia battaglia".

di Redazione 


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