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"Salviamo l'Oda": il "grido" di dolore del Cerchio di Gesso

Da domani il presidio per chiedere alla Provincia tempi stretti sulla messa a norma

A dieci giorni della chiusura dell'Oda Teatro per mancanza di certificazione sull'agibilità dello stabile, è un Mario Pierrotti visibilmente commosso, quasi in lacrime, quello che stamattina ha tenuto, insieme agli attori della compagnia Cerchio di Gesso (gestore dal 2003 del teatro di proprietà della Provincia), una conferenza stampa dal duplice obiettivo: sollecitare l'Ente provinciale a mantenere gli impegni presi, e dovuti da tempo, sulla produzione dei certificati necessari alla riapertura del contenitore culturale; mantenere alta l'attenzione sulla vicenda dell'Oda, affinché un importante pezzo di storia del teatro e della cultura foggiana non muoia nell'oblio dell'indifferenza. Questo uno dei principali timori del direttore artistico ed organizzativo del Cerchio di Gesso, compagnia alla quale a giugno scadrà il contratto decennale di concessione e gestione dell'Oda stipulato con la Provincia.

LE INCERTEZZE SUL FUTURO DELL'ODA. "Temiamo - spiega Pierrotti - che, con il prolungarsi della prassi amministrativa riguardante la certificazione sull'agibilità del teatro, anche il nuovo bando per l'affidamento della struttura possa slittare ben oltre la scadenza del nostro contratto, il che, in assenza di un nuovo gestore, significherebbe l'abbandono dell'Oda all'incuria e agli atti vandalici, cosa molto comune in questa città. Noi non vogliamo permetterlo perché l'Oda è un contenitore culturale troppo prezioso. Noi vogliamo che l'Oda continui a vivere, indipendentemente da quale compagnia sarà chiamata a gestirlo per i prossimi anni. Per questo, aggiungiamo un'altra richiesta alla Provincia: riattivare immediatamente le procedure del nuovo bando per l'affidamento dell'Oda e, se sarà necessario, consentire una proroga per la permanenza del Cerchio di Gesso all'interno della struttura al fine di poterla vigilare fino all'espletamento della gara d'appalto".

UN PRESIDIO PER SALVARE IL TEATRO. "Per tutte queste motivazioni, da domani mattina, saremo presenti con un gazebo permanente in piazza XX settembre, davanti a Palazzo Dogana, per informare i cittadini sul prosieguo dei lavori e per raccogliere firme a sostegno di una petizione (indirizzata a Provincia e Prefettura) che illustri le nostre istanze, che non devono essere soltanto del Cerchio di Gesso, ma della città tutta, delle scolaresche, delle famiglie, delle nuove generazioni che l'Oda Teatro ha contribuito a formare in dieci anni di attività di teatro ragazzi, e non solo", affermano Mario Pierrotti e Maria Mennuni (altra componente storica della compagnia).

 
Diversi i disagi creati alla compagnia Cerchio di Gesso (iscritta all'albo dei professionisti e che, di fatto, vive esclusivamente di teatro) dall'empasse tecnico-amministrativa che tiene fermi i sigilli sul palcoscenico all'Oda Teatro: ultima parte della programmazione annullata (2 spettacoli in cartellone, 15 matinée nelle scuole, fitti dello spazio teatrale per compagnie terze); stipendi fermi  per gli attori, i tecnici della compagnia e gli operatori della compagnia (più di 20 persone tra contratti indeterminati, determinati e a progetto); impossibilità di programmare il lavoro per la prossima stagione in attesa dell'espletamento del nuovo bando di gestione, che potrebbe slittare verso termini ben oltre le previsioni a causa di eventuali lungaggini relative alla documentazione di agibilità dello stabile. 
Insomma il Cerchio di Gesso naviga in brutte acque: la situazione di precarietà è tale che la compagnia, pur di non interrompere la sua attività, terrà gli ultimi appuntamenti del laboratorio per bambini nelle abitazioni private che alcune famiglie hanno messo a disposizione. E, in questo periodo di fermo, il Cerchio di Gesso ipotizza anche la possibilità (subalterna alle dovute autorizzazioni prefettizie) di continuare ad allestire spettacoli nel foyer del teatro, avendo già incassato la disponibilità di diverse compagnie pugliesi.
"Potremmo licenziare - continua Pierrotti, illustrando la precarietà in cui ora versa il Cerchio di Gesso - e di fatto tornare ad essere cuna compagnia di giro con il nucleo di attori che abbiamo". "In effetti i contatti all'estero non ci mancano - lo affianca Ruggiero Valentini, attore e scenografo della compagnia - Ma non vogliamo distruggere la squadra che negli anni ha permesso di realizzare il sogno di formazione e cultura realizzato dall'Oda Teatro per la città di Foggia. Andare via da questa città sarebbe per noi un fallimento personale, una battaglia persa", conclude Valentini. Che aggiunge, infine: "Vogliamo rimanere fuori dalle beghe politiche che ci hanno attribuito in questi ultimi giorni. L'Oda è un bene di tutti: il Comune e la Provincia devono collaborare per salvaguardarlo. Chiediamo attenzione da parte della cittadinanza e delle Istituzioni". 
Infine, a chi, dal parterre della stampa, chiede di chiarire una volta per tutte la questione circa la competenza sulla messa a norma dello stabile e sulla produzione dei relativi certificati di agibilità, Pierrotti risponde: "Il Cerchio di Gesso avrebbe dovuto richiedere la verifica e il rilascio del documento finale sull'agibilità del teatro. Ma è stato di fatto impossibile, mancando le necessarie documentazioni circa gli elementi strutturali del teatro, come impianti luce, gas, controsoffittature, staticità della gradinata posti, che sarebbero state tutte di competenza della Provincia. A noi del Cerchio di Gesso tocca la manutenzione ordinaria e gli adeguamenti del teatro, eseguiti regolarmente con tanto di carte che certificano, oltre ai soldi investiti in prima persona, anche la passione con cui per dieci anni abbiamo abitato l'Oda".
Infine un ultimo rammarico espresso da Pierrotti: la questione della messa a norma della struttura ha impedito che, nel 2011, l'Oda Teatro ricevesse il riconoscimento ministeriale di Teatro Stabile, che sarebbe stato il terzo in tutta la Puglia, dopo il Kismet di Bari e I Cantieri Koreja di Lecce.
I DISAGI DELLA COMPAGNIA. Diversi i disagi creati alla compagnia Cerchio di Gesso (iscritta all'albo dei professionisti e che, di fatto, vive esclusivamente di teatro) dall'impasse tecnico-amministrativa che tiene fermi i sigilli sul palcoscenico all'Oda Teatro: ultima parte della programmazione annullata (2 spettacoli in cartellone, 15 matinée nelle scuole, fitti dello spazio teatrale per compagnie terze); stipendi fermi  per gli attori, i tecnici e gli operatori della compagnia (più di 20 persone tra contratti indeterminati, determinati e a progetto); impossibilità di programmare il lavoro per la prossima stagione in attesa dell'espletamento del nuovo bando di gestione, che potrebbe slittare verso termini ben oltre le previsioni a causa di eventuali lungaggini relative alla documentazione di agibilità dello stabile. 
Insomma il Cerchio di Gesso naviga in brutte acque: la situazione di precarietà è tale che la compagnia, pur di non interrompere la sua attività, terrà gli ultimi appuntamenti del laboratorio per bambini nelle abitazioni private che alcune famiglie hanno messo a disposizione. E, in questo periodo di fermo, il Cerchio di Gesso ipotizza anche la possibilità (subalterna alle dovute autorizzazioni prefettizie) di continuare ad allestire spettacoli nel foyer del teatro, avendo già incassato la disponibilità di diverse compagnie pugliesi.
CERCHIO DI GESSO: "NOI FUORI DA BEGHE POLITICHE, L'ODA E' UN BENE DI TUTTI". "Potremmo licenziare - continua Pierrotti, illustrando la precarietà in cui ora versa il Cerchio di Gesso - e di fatto tornare ad essere una compagnia di giro con il nucleo di attori che abbiamo". "In effetti i contatti in Italia e all'estero non ci mancano - lo affianca Ruggiero Valentini, attore e scenografo della compagnia - ma non vogliamo distruggere la squadra che negli anni ha permesso di realizzare il sogno di formazione e cultura realizzato dall'Oda Teatro per la città di Foggia. Andare via da questa città sarebbe per noi un fallimento personale, una battaglia persa", conclude Valentini. Che aggiunge, infine: "Vogliamo rimanere fuori dalle beghe politiche che ci hanno attribuito in questi ultimi giorni. L'Oda è un bene di tutti: il Comune e la Provincia devono collaborare per salvaguardarlo. Chiediamo attenzione da parte della cittadinanza e delle Istituzioni". 

LA DISPUTA SULLA MESSA A NORMA. Infine, a chi, dal parterre della stampa, chiede di chiarire una volta per tutte la questione circa la competenza sulla messa a norma dello stabile e sulla produzione dei relativi certificati di agibilità, Pierrotti risponde: "Il Cerchio di Gesso avrebbe dovuto richiedere la verifica e il rilascio del documento finale sull'agibilità del teatro. Ma è stato di fatto impossibile, mancando le necessarie certificazioni circa gli elementi strutturali del teatro, come, per esempio, la staticità, i cui lavori e la conseguente documentazione avrebbero dovuto essere di competenza della Provincia. A noi del Cerchio di Gesso tocca la manutenzione ordinaria e gli adeguamenti del teatro, eseguiti regolarmente con tanto di carte che testimoniano, oltre ai soldi investiti in prima persona, anche la passione con cui per dieci anni abbiamo 'abitato' l'Oda". Un ultimo rammarico è espresso da Pierrotti: la questione della messa a norma della struttura ha impedito che, nel 2011, l'Oda Teatro ricevesse il riconoscimento ministeriale di Teatro Stabile, che sarebbe stato il terzo in tutta la Puglia, dopo il Kismet di Bari e I Cantieri Koreja di Lecce.

di Redazione 


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