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"Vuoi fare politica? Allora lascia l'Università": la rivoluzione "sobria" del rettore Ricci

Nell'ateneo foggiano via anche le doppie cariche

Non ci saranno più polemiche come quella che coinvolse Giuliano Volpe: per candidarsi a una qualsiasi carica politica sarà necessario prima dimettersi dal proprio incarico all’Università.E non ci sarà più nemmeno l’accumulo di cariche all’interno dell’ateneo. Lo ha deciso il Senato accademico dell’Università di Foggia, che ha introdotto nel proprio Statuto due importanti novità.
TI CANDIDI? ALLORA DIMETTITI. La prima, riguarda appunto la sostanziale impossibilità a candidarsi per qualsiasi tipo di elezione politica da parte di un proprio dirigente, senza prima aver rassegnato le dimissioni dall'incarico. In particolare il comma 5 del nuovo art. 43 dello Statuto recita: “La candidatura a una qualsivoglia carica politica elettiva (all’elezione nel Parlamento nazionale o europeo ovvero in un consiglio regionale, provinciale o comunale o a sindaco di un comune) da parte di soggetti che rivestono la carica di Rettore, di Pro-Rettore, di direttore di dipartimento, di componente il senato accademico, di componente il consiglio di amministrazione e di componente il nucleo di valutazione di ateneo comporta la decadenza dalla carica accademica precedentemente ricoperta, contestualmente alla formalizzazione della candidatura. La decadenza dalla carica accademica precedentemente ricoperta si verifica anche all’atto dell’ingresso nella giunta di un comune da parte di uno dei soggetti di cui al presente comma”.
IL RETTORE: “NON POTEVAMO PIÙ ASPETTARE”. “Una scelta che reputo necessaria – ha commentato il Rettore Maurizio Ricci – per evitare di trapiantare qualsiasi personale ideologia all'interno dell'ateneo, quindi per evitare che lo stesso potesse essere, un po' troppo semplicisticamente, identificato nelle scelte politiche operate da uno dei suoi dirigenti. Scelte che potranno comunque essere fatte, sia bene inteso: ma d'ora in poi, il dirigente di questo ateneo che intende candidarsi politicamente a qualsiasi livello, deve prima dimettersi dal proprio incarico. Si tratta di una decisione in linea con gli orientamenti di tutti gli altri atenei italiani, da qui la necessità, non più procrastinabile, di modificare il nostro Statuto”.
STOP AI BARONI. L'altra novità introdotta nello Statuto riguarda il cosiddetto divieto del cumulo di cariche, modifiche che afferiscono ai comma 1, 2, 3 e 4 sempre dell'art. 43. Ecco nel dettaglio cosa cambierà: “Le cariche di Rettore, Pro-Rettore, direttore di dipartimento, presidente del consiglio di struttura di raccordo, presidente del consiglio di corso di studio e direttore di centro interdipartimentale o interuniversitario di ricerca non sono cumulabili. Tra i veti, ai componenti del senato accademico e del consiglio di amministrazione “è fatto divieto di ricoprire altre cariche accademiche, fatta eccezione per il Rettore limitatamente al senato accademico e al consiglio di amministrazione e per i direttori di dipartimento limitatamente allo stesso senato, qualora risultino eletti o abbiano diritto a farne parte e di ricoprire il ruolo di direttore o presidente delle scuole di specializzazione o di far parte del consiglio di amministrazione delle scuole di specializzazione”.
VOGLIA DI SOBRIETA’. “Faccio notare, in estrema sintesi – spiega Ricci - che l'Università di Foggia si è mossa nelle direzioni della trasparenza e della sobrietà che, in qualche maniera, il Paese sta chiedendo a gran voce a tutte le sue istituzioni: il rispetto dei ruoli, tra accademia e politica, e l'attribuzione ragionata degli incarichi sono ai primi posti dell'agenda del Paese, e le Università sono una risorsa primaria per il suo ritorno alla crescita e alla competitività. Insomma, l'Ateneo foggiano ha fatto la propria parte dotandosi, con queste due importanti modifiche, di uno Statuto sempre più attento al rispetto degli studenti e all'esigenza di cambiamento del Paese”.

di Redazione 


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