Populus lancia il flash mob: questa sera, a Piazza Battisti, tutti con i lumini da cimitero
“Suscitare coinvolgimento emotivo e partecipazione dell'opinione pubblica sulla lenta agonia della nostra scuola statale”. È questo lo scopo del flash mob organizzato da Populus e in programma questa sera, giovedì 23 aprile, dalle ore 20.15 sino alle 20.40, in piazza C. Battisti (esattamente davanti al Teatro U. Giordano di Foggia).
ABITI NERI, LUMINI E VEGLIA IN SILENZIO. Una “rappresentazione artistica vivente”, allo scopo di sensibilizzare la gente sul tema della scuola statale, di fatto protestando contro la riforma renziana che, il prossimo 5 maggio, porterà nelle piazze italiane e in particolare a Roma, migliaia di insegnanti precari e non. L'associazione foggiana dunque, nata lo scorso gennaio con l'intento di fare da “intermediazione” tra istituzioni locali e cittadini, gioca d'anticipo e organizza un vero e proprio flash mob con tanto di regole precise, definite in otto punti che i partecipanti sono tenuti a seguire. Eccoli: indossare abiti neri; portare con sé un lumino rosso (da cimitero); recarsi in prossimità della piazza designata intorno alle 20.15; posizionarsi intorno a tutta la piazza entro le 20.25; rispettare il silenzio e rimanere fermi in cerchi concentrici in piedi; accendere il lumino alle ore 20.30 in punto; continuare a restare immobili e in silenzio per almeno 5 minuti; al segnale di un fischietto, spegnere il lumino e sgomberare la piazza.
GLI OBIETTIVI DELLA PROTESTA. Una veglia funebre in pratica, “a tutela della libertà d’insegnamento”, realizzata in forma di flash mob e per sottoscrivere i seguenti obiettivi al centro della protesta: “impedire l’abrogazione degli organi collegiali; mantenere il diritto alla continuità didattica e al sapere disinteressato, per combattere contro il pensiero pedagogico unico; ridimensionare le classi sovraffollate, con i soffitti delle aule che ogni tanto cascano sulla testa di qualcuno; difendere la democrazia italiana e salvaguardare la libera scuola non subalterna al potere del governo (come gli Insegnanti non vogliono diventare “Yes-man” del ministro di turno); fermare il più violento tentativo avvenuto in età repubblicana di privatizzare la scuola e distruggerne il modello costituzionale”.
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