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A Monte Sant’Angelo le tradizionali ‘fanoje’ di San Giuseppe

I falò allestiti in quattro piazze della città

Musica, antichi mestieri, enogastronomia. E soprattutto, i ‘fanoje’ di San Giuseppe, i falò allestiti in quattro piazze del centro storico di Monte Sant’Angelo: largo Tre Ottoni, largo Tomba di Rotary, largo Dauno e Piazza de Galganis (foto di Raffaele Vaira). Ieri sera, la città dell’Arcangelo, ha fatto un salto indietro nel tempo per rivivere il ‘Percorso delle arti e degli antichi mestieri’ ed il rito purificatore che celebrava l’arrivo della primavera, tra sacro e profano. Le ‘fanoje’, appunto, che richiamano tanti curiosi, turisti e montanari emigrati al Nord, che ritornano nella loro terra per assistere allo spettacolo e per far conoscere la tradizione anche ai loro figli. La manifestazione è stata promossa dal Comune di Monte Sant’Angelo e dalle associazioni Agesci, Arci nuova gestione, Asd Monte Sant’Angelo calcio, Centro sociale San Michele Arcangelo, Insieme per, La scossa, Le ricamatrici del Parco, Obiettivo Gargano, Tilak, Uds e Ugr27.

LE FANOJE Quella delle ‘fanoje’ è una tradizione nata in onore di San Giuseppe che simboleggiava, nell'immaginario collettivo, il passaggio dalla stagione fredda a quella mite. Attraverso un rito propiziatorio e purificatore si celebrava l'arrivo della primavera. Ogni rione approntava la legna per l'accensione di queste imponenti cataste costituite da tronchi d'albero, vecchi oggetti, utensili stantii e stracci logori ammassati uno sull'altro per formare delle vere e proprie pire. Ad accompagnare lo schioppettìo dei falò, la musica, la riproposizione degli antichi mestieri e l’enogastronomia all’insegna di bruschetta, favetta e cicoria, pettole, dolci e vino.



di Redazione 


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