Accoglienza e immigrazione, tour a Foggia e provincia dell'eurodeputato Cécile Kyenge
L’eurodeputato Cécile Kyenge, già ministro dell'integrazione, oggi membro della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni (LIBE) al Parlamento Europeo, sarà impegnata mercoledì 23 agosto in un breve tour per la Capitanata.
LA VISITA. Accompagnata dall’eurodeputato Elena Gentile, la Kyenge farà visita in prima mattinata al Prefetto di Foggia, per poi incontrare alle ore 10.00 gli ospiti e gli operatori del Centro di accoglienza straordinaria della “Casa di Abraham e Sara”, Torre Guiducci-Foggia. Sempre presso la “Casa di Abraham e Sara” alle ore 11.00 l’eurodeputato incontrerà i giornalisti.
LE CRITICITA'. Dopo l’incontro con la stampa l’eurodeputato si dirigerà alla volta di Monteleone di Puglia dove saluterà gli ospiti dello S.p.r.a.r. "Piroscafo Duca d'Aosta". Nel pomeriggio la Kyenge farà invece visita alla Comunità educativa “Nautilus-Mondonuovo” di Lucera, per poi concludere la sua giornata approfondendo le criticità del territorio di San Severo in merito al fenomeno migratorio e lo sfruttamento della manodopera straniera nella campagne.
INTEGRAZIONE VS TERRORISMO. «Sarà un momento importante - commenta l’On. Gentile - per far conoscere a Cécile Kyenge da un lato gli elementi di positività che la Puglia ha sperimentato nel suo recente passato, rendendola protagonista sul tema dell’accoglienza dei rifugiati e nella gestione di flussi migratori, dall’altro per mostrarle le criticità che la Regione vive oggi. Sarà però anche il modo per discutere e riflettere su quale contributo può e deve dare l’Europa oggi per fronteggiare un fenomeno epocale, che ha già visto l’Italia in prima linea. Una cosa è il fenomeno migratorio, altra è la barbarie del terrorismo, nonostante le volgari polemiche a uso propagandistico delle forze populiste, ambedue le cose però oggi ci impongono di dovere immaginare una strategia dove ogni Stato dell’Unione si assuma le propria responsabilità, tenendo insieme il dovere di accogliere i rifugiati e la necessità di gestire l’immigrazione economica».
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