L’aggressione a
Beppe Di Bari ha avuto solo un vantaggio per il Foggia: per un giorno e mezzo ha spostato l’attenzione su questo episodio piuttosto che sulla inguardabile prestazione di Trani, con i rossoneri incapaci di battere in superiorità una squadra che perdeva da 9 turni.
SQUALIFICATO ESPOSITO. Ora, però, la tregua è stata rotta. Innanzitutto dallo striscione che ieri campeggiava in curva: «La maglia è onorata solo se sudata. Da oggi chi tradisce è meglio che sparisce». Oggi, perché per la giustizia sportiva l’episodio dell’aggressione non è mai esistito: l’unica ammenda per il Trani è di 600 euro, ma per insulti e bestemmie del raccattapalle (squalificato per un turno Esposito)
IL SILENZIO POST-TRANI. La società ha scelto la via del silenzio. “La situazione Trani è chiusa, non vogliamo più aggiungere altro rispetto a quanto in questi giorni è stato detto e fatto” è stata la risposta dell’ufficio stampa. La parola, dunque, passa solo al campo. E a una gara a Battipaglia che da scontro in ottica playoff si trasforma in un match per evitare di essere pericolosamente invischiati nella bagarre dei playout.
GIOCATORI CON LA CAZZIMMA. Tutto questo nella costante perplessità che circonda l’ambiente. Padalino ci sta mettendo sempre la faccia, presentandosi davanti alle telecamere a spiegare le proprie ragioni. Condivisibili o meno, ma almeno ci mette la faccia. Il suo più grande errore, però, è probabilmente quello di non essere ancora riuscito a far “sentire” la maglia rossonera. Ed è una colpa grave, ma non solo sua. Prima del campionato, infatti, anche il d.s. Di Bari spiegò che al Foggia servivano “giocatori con la cazzimma”. Ecco, questo manca al Foggia: la cazzimma. Troppi protagonismi, troppi individualismi e, di rimando, troppe gelosie. Tutti vogliono risolvere da soli la partita: il problema è che questo si avverte non solo in campo, ma anche fuori.
TUTTI FUORICLASSE. Nelle prime partite il Foggia affascinò per il gioco corale, comunque non si buttava via neppure un pallone anche a rischio di sbagliare. Oggi, invece, tutti provano la giocata personale. In tutti i rami della società rossonera (a cominciare dal sempre ritardato passaggio a srl), il discorso sembra identico. Tutti fuoriclasse. Il risultato, però, è che la partita - sia in campo che fuori - non la risolve mai nessuno.