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Addio a Colby, il migrante che aiutava gli altri migranti ad integrarsi in città

Era il presidente dell'associazione Africa United

“Solo un migrante può conoscere bene le reali esigenze di un altro migrante”. Lo ripeteva sempre Coulybaly Lassina, della Costa d’Avorio, da più vent’anni a Foggia, conosciuto da tutti come Colby. Per questo, aveva messo a disposizione dei cittadini stranieri le sue conoscenze, le sue competenze acquisite su campo. Permesso di soggiorno, lavoro, documenti. I migranti sapevano che a Colby potevano chiedere qualunque informazione, qualunque necessità, perché dopo tanti anni vissuti in Italia e a Foggia, Colby sapeva sempre come muoversi. Non a caso, faceva parte della Consulta Regionale per l’integrazione degli immigrati, l’organismo pugliese che ha il compito di formulare proposte, esprimere pareri, dare suggerimenti sulle tematiche migratorie. Ma non solo. Perché per favorire una maggiore integrazione delle comunità straniere presenti sul territorio, aveva anche costituito pochi anni fa l’Africa United, un’associazione di volontariato composta principalmente da cittadini africani. E proprio con l'associazione, cercò anche di mediare i conflitti che sul viale della stazione contrapponevano commercianti e residenti italiani contro i cittadini stranieri.

 

IL CONSIGLIO ECUMENICO Dopo tante battaglie, però, Colby questa notte si è dovuto arrendere davanti alla battaglia più difficile, quella con la malattia che da un po’ di tempo l’aveva costretto a rallentare i ritmi, gli aiuti, gli impegni. E’ lo stesso Consiglio Ecumenico di Foggia a darne notizia, ricordando che “dopo la vicinanza nella preghiera siamo chiamati a testimoniare la nostra presenza e amore fraterno anche attraverso gesti concreti di carità verso la sua famiglia, che deve affrontare oltre che una sofferenza straordinaria, anche spese impreviste e sostanziose. Si sta infatti valutando l’opportunità di trasferire la salma in Costa d’Avorio”.
IL FUNERALE Ed è previsto oggi pomeriggio alle 17, presso l’obitorio dell’ospedale di Foggia, l’ultimo saluto a Colby attraverso il rito funebre musulmano. Per il momento, le comunità straniere e le varie confessioni religiose di Foggia, si stringono in preghiera per ricordare un migrante che è sempre stato al servizio dei migranti, con l’obiettivo di migliorare la qualità della loro vita e di favorire reali processi di integrazione. Colby lascia la moglie e due figli.

 

Ed è previsto oggi pomeriggio alle 17, presso l’obitotio dell’ospedale di Foggia, l’ultimo saluto a Colby attraverso il rito funebre musulmano. Ancora da definire il giorno e l’ora. Per il momento, le comunità straniere e le varie confessioni religiose di Foggia, si stringono in preghiera per ricordare un migrante che è sempre stato al servizio dei migranti, con l’obiettivo di migliorare la qualità della loro vita e di favorire reali processi di integrazione.Ed è previsto oggi pomeriggio alle 17, presso l’obitotio dell’ospedale di Foggia, l’ultimo saluto a Colby attraverso il rito funebre musulmano. Ancora da definire il giorno e l’ora. Per il momento, le comunità straniere e le varie confessioni religiose di Foggia, si stringono in preghiera per ricordare un migrante che è sempre stato al servizio dei migranti, con l’obiettivo di migliorare la qualità della loro vita e di favorire reali processi di integrazione. - See more at: http://www.frontieratv.it/articolo.asp?id=1033#sthash.TDtP4vlw.dpuf
IL RICORDO DELL'ARCI Intanto, anche l'Arci Provinciale di Foggia, con una nota, ricorda la figura e l'impegno di Colby: E’ venuto, oggi, a mancare il nostro amico ‘Colby’: uno dei primi migranti africani che riuscirono nel non facile intento di integrarsi positivamente sul territorio di Capitanata grazie ad un lavoro che non fosse ‘in nero’, impegnandosi e partecipando costantemente ed attivamente nel sociale, decidendo di sposare un’italiana da cui ha avuto due splendidi figli. Tutti lo conoscevano come Colby. Ma il Signor Lassina Coulibaly, nato in Costa d’Avorio nel ’66, vogliamo ricordarlo in primo luogo come un nostro fratello, strenuo promotore dei diritti dell’uguaglianza, difensore e rappresentante storico dei valori di quella ‘multiculturalità’ che la nostra città ha conosciuto, forse, in leggero ritardo rispetto al resto d’Italia e che, anche grazie a lui, rappresentano – per tutti  – un patrimonio culturale e umano di cui andare fieri. Noi tutti, insieme ai nostri fratelli stranieri che vivono nella nostra città, abbiamo oggi perso un punto di riferimento ed un amico". 

La foto è tratta dal profilo facebook di Terra Mia

di Redazione 


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