E’ stata Foggia la sede scelta da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed per lanciare un "messaggio forte alle istituzioni " per dire "basta agli episodi di violenza contro il personale sanitario".
LE VOCI. La manifestazione si è svolta non a caso dinanzi il Policlinico Riuniti, dove nei giorni scorsi si sono verificati ben tre episodi in cui sono stati aggrediti medici, infermieri e vigilanti da parte di pazienti o loro familiari. Circa 300 i presenti. Alla protesta hanno preso parte medici, dirigenti sanitari, infermieri, medici specializzandi e studenti rappresentati da diverse associazioni e altre sigle sindacali. I sindacati chiedono misure chiare e incisive per far sì che quanto accaduto nell’ultimo periodo non succeda più. “Chiediamo una vicinanza del Governo per offrire un servizio migliore ai cittadini, se poi però si deve entrare in un presidio ospedaliero e rischiare aggressioni, è ovvio che molti colleghi poi vogliono andar via dal settore pubblico”, afferma Guido Quici, Segretario Nazionale Cimo-Fesmed. “Stiamo vivendo questa situazione come la punta di un iceberg – dice una delle dottoresse aggredite - abbiamo protestato anche altre volte ma senza che questo abbia portato a un aumento della sicurezza per gli operatori sanitari. Sono stata aggredita una notte mentre c’era con me un paziente psichiatrico. Non è giusto lavorare in queste condizioni. Siamo al capolinea”. “La gente non si rende conto della nostra situazione – aggiunge un’altra dottoressa aggredita – pretendono l’inverosimile. Mi trovo nella Medicina del Territorio, spesso in luoghi periferici, ma non capiscono che non siamo noi il problema. Abbiamo spesso le mani legate e la rabbia fa scaturire situazioni particolari. Dopo tanti anni cerchiamo di evitare pericoli ma non è giusto trovarci in queste situazioni”.
Intanto qualcosa sembra muoversi a livello governativo: il ministro per la Salute, Orazio Schillaci ha annunciato l’intenzione di proporre l’arresto in flagranza per chiunque si scagli contro un operatore sanitario.
L'intervista video a Sergio Quici.