Aggressione Murialdo, la riflessione di una mamma insegnante: "E se quel ragazzino fosse stato figlio nostro?"
Ha fatto molto discutere, negli ultimi giorni, l'espisodio dell'aggressione al vicepreside della scuola Murialdo di Foggia. Tra polemiche, commenti giunti anche dal Ministero e le scuse dell'autore del gesto (Leggi: “Non avevo intenzione di colpire”), arriva anche la testimonianza di una insegnante (e mamma), che ha scelto il nostro sito per una lettura un po' differente e (auto)critica della vicenda. Per sottolineare che le responsabilità, al plurale, sono di tanti.
LA RIFLESSIONE.Sentendomi doppiamente coinvolta come educatrice, nei panni del genitore e dell'insegnante, ritengo opportuno di dover condividere il mio pensiero.
Credo che ormai questa vicenda sia diventata di dominio pubblico e al di là di essere trattata come un fatto che crea notizia e solleva orrore, indignazione, disapprovazione, dovrebbe indurci tutti a riflettere su quale futuro stiamo consegnando ai nostri figli.
Stiamo facendo crescere una generazione che non riesce ad ascoltare e perciò non sa affrontare una frustrazione perché non è abituata a ricevere un sano No, che non conosce cosa vuol dire sacrificarsi per ottenere un risultato.
Oggi è tutto facilitato non siamo più educatori nei panni di genitori o di insegnanti, siamo diventati dei FACILITATORI. Siamo noi ad offrire ai nostri figli/alunni la strada più facile, quella più corta, il tutto servito su un piatto d'argento perché i nostri piccoli ed eterni cuccioli non debbano "durar fatica".
Così facendo il beneamato dialogo scuola-famiglia ha generato delle consuetudini a dir poco scandalose: l'interrogazione? Deve essere programmata!... vi rendete conto? PROGRAMMATA!!.. è impensabile poter fare ad un alunno una domanda su un argomento studiato due mesi prima... ERESIA!!
Anche ciò su cui devono conferire deve essere debitamente concordato e pattuito con il benestare di mamma e papà! Compito a sorpresa?... Abuso, tradimento, indicibile crudeltà... INAMMISSIBILE!! Tutti questi sconti, queste facilitazioni... Siamo proprio sicuri che facciano bene ai nostri figli? Ogni mattina davanti a tutte le scuole d'Italia, all'ingresso e all'uscita, non ci sono dei genitori ad accompagnare e a riprendere i propri figli, ci sono orde di TUTTOLOGI, AVVOCATI e SINDACALISTI che non risparmiano di criticare, denigrare e contestare l'operato degli insegnanti sfoggiando conoscenze di psicologia, pedagogia, metodologia didattica ( di ogni materia!!Così facendo non ci rendiamo conto di aver sminuito, snaturato, agli occhi dei nostri figli, il ruolo dell'insegnante, quella figura di riferimento così importante della quale dovremmo fidarci ciecamente, per il solo fatto che, dopo una lunga ricerca sul mercato, le consegniamo ogni giorno, per gran parte della giornata, la nostra amata PROLE. Siamo tutti bravi a puntare il dito contro questo padre che invece di redarguire e punire il proprio figlio per aver sbagliato, si è reso colpevole di un gesto di inaudita violenza, riprovevole e INAMMISSIBILE. E se quel ragazzino fosse stato figlio nostro? Siamo proprio sicuri che lo avremmo redarguito e punito a dovere? Non saremmo anche noi diventati l'avvocato difensore del nostro amato cucciolo, incapace di poter sbagliare e per questo essere ripreso?... Prima di rispondere pensiamoci...pensiamoci davvero e sul serio! Magari noi, proprio noi, persone integerrime, con una morale indiscutibile, non avremmo usato cotanta VIOLENZA!... ma... ma la tentazione di andare a "tirare le orecchie"a quel bellimbusto/a che si è permesso/a di ledere la MAESTÀ del nostro amato PARGOLO sarebbe stata troppo forte! Monica Zenga, una mamma, un'insegnante.
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