Torna agli arresti Matteo Raduano, dopo vent'anni per omicidio, ora l'estorsione
Fratello di un affiliato ai clan del Gargano, per Raduano sono scattati i domiciliari: vessava un ristoratore
Torna agli arresti domiciliari, a soli quasi due anni dalla scarcerazione e dopo 20 anni di galera per omicidio, Matteo Raduano, 44 anni, fratello del più noto Marco (ritenuto elemento di spicco della criminalità garganica affiliato al clan Notarangelo).
VENT'ANNI PER OMICIDIO. Dopo la drammatica rapina del '93, in cui Matteo Raduano ammazzò Domenico D’Antuono, capostazione in servizio a Calenella, sul Gargano, tornato in libertà l'uomo ha riportato il suo giogo a Vieste con minacce ed estorsioni nei confronti di un ristoratore locale vessandolo con la sua presenza aggressiva per l'intera estate, nonostante i dinieghi dell'esercente.
ORA L'ESTORSIONE. “Dammi i soldi altrimenti te la faccio pagare” è ciò che quasi ogni sera la vittima si sentiva ripetere dall’arrestato, che in una circostanza ha anche minacciato di bruciare il locale e in altre ancora aveva infastidito la clientela a tal punto da ridurre il giro di affari dell'attività.
Prima l'"estorsione" da 20 euro , poi richieste da mille euro al mese.
LA DENUNCIA E L'ARRESTO. La vittima non si è piegata e ha denunciato tutto ai carabinieri di Vieste, i quali hanno avviato le indagini, condotte attraverso la raccolta di testimonianze e la visione di alcuni filmati di un sistema di videosorveglianza con le diverse "visite" di Matteo Raduano al ristorante. Gravemente indiziato di estorsione, per l'uomo è stato emesso il provvedimento restrittivo in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica.
L'arresto è stato eseguito in collaborazione con i carabinieri di Perugia, dal momento che Raduano, da qualche giorno, viveva nel capoluogo umbro.
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