Stupito e perplesso. Così dichiara di sentirsi Paolo Agostinacchio, ex sindaco di Foggia, dinanzi alla notizia della candidatura alla carica di primo cittadino di Leonardo Di Gioia
(LEGGI). “Dopo aver usato i partiti come un taxi” – afferna ironico il segretario regionale de “La Destra” – “si candida a sindaco di Foggia alla testa di un cartello di presunte liste civiche. Una mancanza di coerenza politica peraltro non nuova nella nostra città” aggiunge riferendosi alla Giunta Mongelli.
IL CURRICULUM DI DI GIOIA. Non va proprio giù ad Agostinacchio la discesa in campo dell’attuale assessore regionale al bilancio. Nella conferenza stampa di presentazione del candidato di centrodestra Franco Landella, quando già era nell’aria la decisione di Di Gioia, aveva parlato genericamente di “traditori”. Ora punta il dito contro di lui e per farlo sciorina l'elenco dei suoi incarichi politici. “La città di Foggia" - scrive Agostinacchio - ricorda Leonardo Di Gioia muovere i suoi primi passi come assistente dell'On. Antonio Pepe, poi come consigliere comunale di Alleanza Nazionale e successivamente come assessore della Giunta di centrodestra al governo della Provincia. Lo abbiamo visto come candidato alla Regione Puglia nella lista del Popolo della Libertà, partito alla cui guida provinciale aspirava. Poi abbiamo assistito alla sua trasmigrazione verso sinistra, prima alle elezioni politiche nella lista Monti e adesso nella veste di assessore al Bilancio della Giunta regionale guidata dal comunista Vendola".
UNO SCHIAFFO ALLA COERENZA. Per l'onorevole Agostinacchio “un percorso in cui è difficile ravvisare elementi di chiarezza politica e all'interno del quale, viceversa, prevale in modo evidente una spiccata vocazione alla gestione fine a sé stessa. La gestione – prosegue - non può essere il fine, non può essere l'unico obiettivo a cui tendere. Essa è parte della politica, è ad essa correlata ma non può diventarne il solo elemento".
RITORNARE ALLA POLITICA. Secondo l’ex sindaco di Foggia, che ha rivestito la carica di primo cittadino dal 1995 al 2004, l’esempio di “trasformismo” di Di Gioia “contribuisce in modo significativo ad aumentare il sentimento di sfiducia che la comunità nutre nei confronti della classe politica. La pubblica opinione, al contrario, ha bisogno di coerenza nelle idee e nelle azioni e di riconoscersi in un progetto politico. E' di questo - conclude Agostinacchio - che ha bisogno la città di Foggia per tornare a crescere e lasciarsi finalmente alle spalle dieci anni di malgoverno del centrosinistra".