"Agosto di fuoco", ordine per la carcerazione di 7 persone
La Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordine per la carcerazione nei confronti di 7 persone, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Bari, ritenute colpevoli, a vario titolo, per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione di sostanza stupefacente, per il reato di cessione di sostanza stupefacente e per il reato di detenzione illegale di armi e munizionamento, con l’aggravante del metodo mafioso.
AGOSTO DI FUOCO. La sentenza è il risultato di una complessa attività d’indagine svolta dal team investigativo deputato a indagare sui fenomeni criminali dell’area garganica, composto da personale del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Foggia e di Bari e coordinato dalla DDA presso la Procura della Repubblica di Bari.
Le indagini sono state avviate nel 2018 a seguito di gravi fatti di sangue occorsi sul versante viestano, in cui si registrarono 3 omicidi e 3 tentati omicidi perpetrati con chiare modalità mafiose e che consentivano di accertare la sussistenza di una consorteria criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti di diverse tipologie, facente capo a Girolamo Perna.
Le indagini culminarono nell’operazione “Agosto di Fuoco” che portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 7 persone intranee al clan Perna.
I CLAN. Ai 7 è stato contestato il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante della disponibilità di numerose armi da sparo, nonché di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni specifiche dell’associazione di tipo mafioso.
Tali condotte criminose sono state poste in essere al fine di agevolare la più vasta compagine criminale facente capo a Perna, nell’ambito della violenta guerra di mafia intercorsa con la fazione contrapposta facente capo a Raduano, per il controllo egemonico del territorio viestano e l’assunzione del monopolio nella gestione e nel commercio degli stupefacenti.
Peraltro, durante le attività investigative fu registrata la volontà di imminenti rappresaglie nei confronti di esponenti della fazione avversa. Pertanto, al fine di impedire l’esecuzione del programma criminoso ed evitare un ulteriore omicidio nella città di Vieste, è stato richiesto e ottenuto dalla DDA di Bari l’emissione di un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di due soggetti, ritenuti al vertice dell’associazione, cui è seguita l’esecuzione dell’ordinanza della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, a carico di 5 soggetti della medesima compagine criminale.
L’attività investigativa, inoltre, è proseguita anche dopo l’esecuzione dei provvedimenti cautelari, consentendo agli investigatori di arrivare all’individuazione del fornitore della cocaina in favore del gruppo criminale, soggetto ritenuto vicino al “clan dei montanari”, anch’egli tratto in arresto.
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