Stampa questa pagina

Al Teatro dei Limoni arriva Macellum

Il dramma epico tra gesto e azione in scena sabato e domenica

E' proprio vero che "nella botte piccola c'è il vino buono" se nel "teatro più piccolo d'Italia", così come la compagnia Matuta definisce il suo spazio di produzione e esibizione artistica a Sezze, in provincia di Latina, è stato concepito Macellum - Il valzer dell'Orazio, pièce vincitrice del premio speciale della giuria del Festival 3x3 di corti teatrali a Tuscania (Viterbo), e finalista all'ultima edizione dell'Argot Off, la kermesse orvietana dedicata alla nuova drammaturgia, che annovera la presenza di Andrea Pocosgnich (fondatore e redattore della nota rivista on-line "Teatro e Critica") in giuria. Quest'ultima ha definito Macellum "un lavoro sulla lingua, in rapporto con il dialetto, capace di generare azione e gesto, trasportando il testo di Heiner Muller in una dimensione del tutto particolare, in stretta connessione con le proprie origini".  
Il famosissimo motto citato all'inizio di quest'articolo vale altrettanto per il Teatro dei Limoni, anch'esso un piccolo spazio scenico gestito da registi, attori e operatori sempre attenti alle proposte più interessanti del nuovo panorama teatrale italiano, e che, proprio per questo, hanno deciso di portare a Foggia, ospitandolo sul proprio palco in via Giardino, sabato 10 e domenica 11 novembre, lo spettacolo del Matuta Teatro, nato da un'idea di Titta Ceccano (tra gli interpreti dello spettacolo) e Julia Borrelli, che ne curano anche al regia.
E Foggia Città Aperta regala 2 biglietti al vincitore del concorso valido fino a domani alle 19. Clicca qui e scopri come partecipare e vincere.
Macellum si presenta come uno spettacolo di narrazione.
La vicenda narrata è quella nota degli Orazi e dei Curiazi, già trattata da Tito Livio e fonte d’ispirazione per poeti, artisti figurativi, drammaturghi e musicisti.
Tre fratelli contro tre fratelli che, estratti a sorte, per non infiacchire le forze di Romani ed Albani di fronte al comune nemico etrusco, si scontrano in rappresentanza di tutti e due gli eserciti in un gioco al massacro in una piana tra Roma ed Albalonga. L'ultimo Orazio dopo aver ucciso l’ultimo Curiazio, rientra a Roma ed uccide anche sua sorella, promessa sposa del Curiazio ucciso, la quale non accetta di aver perduto il suo amore. A questo punto a Roma si apre un dibattito: l'Orazio dovrà essere acclamato come vincitore o punito come assassino?
Lo spettacolo tratto da L’Orazio di Heiner Müller, un testo del 1968 che riflette sul bene e sul male che possono albergare in un solo individuo e sul valore delle parole.
La tragedia privata è scelta come metafora per narrare in modo imparziale gli eventi di una guerra sanguinosa e per approfondire il concetto di verita' contro ogni adulterazione del linguaggio.
L’impianto scenico si presenta essenziale e funzionale alla narrazione da parte di un attore-narratore che rivestendo i panni di un macellaio sui generis, o forse quelli di un maniscalco, porta avanti in maniera implacabile, aiutandosi con manichini e coltelli, il racconto di un massacro che è tra i miti di fondazione della nostra società occidentale.
Un’occasione per riflettere sulle molte verità che un uomo può contenere, sul valore del privato di fronte alla Storia e sulla odierna difficoltà a salvaguardare l’integrità del linguaggio.
 
E' proprio vero che "nella botte piccola c'è il vino buono" se nel "teatro più piccolo d'Italia", così come la compagnia Matuta definisce il suo spazio di produzione e esibizione artistica a Sezze, in provincia di Latina, è stato concepito Macellum - Il valzer dell'Orazio, pièce vincitrice del premio speciale della giuria del Festival 3x3 di corti teatrali a Tuscania (Viterbo), e finalista all'ultima edizione dell'Argot Off, la kermesse orvietana dedicata alla nuova drammaturgia, che annovera la presenza di Andrea Pocosgnich (fondatore e redattore della nota rivista on-line "Teatro e Critica") in giuria. 
LA PIECE TRA AZIONE E GESTO AL TEATRO DEI LIMONI. Quest'ultima ha definito Macellum "un lavoro sulla lingua, in rapporto con il dialetto, capace di generare azione e gesto, trasportando il testo di Heiner Muller in una dimensione del tutto particolare, in stretta connessione con le proprie origini".  
Il famosissimo motto citato all'inizio di quest'articolo vale altrettanto per il Teatro dei Limoni, anch'esso un piccolo spazio scenico gestito da registi, attori e operatori sempre attenti alle proposte più interessanti del nuovo panorama teatrale italiano, e che, proprio per questo, hanno deciso di portare a Foggia, ospitandolo sul proprio palco in via Giardino, sabato 10 e domenica 11 novembre, lo spettacolo del Matuta Teatro, nato da un'idea di Titta Ceccano (tra gli interpreti della pièce) e Julia Borretti, che ne curano anche al regia.
VINCI 2 BIGLIETTI PER LO SPETTACOLO. E Foggia Città Aperta regala 2 biglietti per assistere a Macellum al vincitore del concorso valido fino a domani alle 19. Clicca qui e scopri come partecipare e vincere. 
SINOSSI DELL'OPERA. Macellum si presenta come uno spettacolo di narrazione.
La vicenda narrata è quella nota degli Orazi e dei Curiazi, già trattata da Tito Livio e fonte d’ispirazione per poeti, artisti figurativi, drammaturghi e musicisti.
Tre fratelli contro tre fratelli che, estratti a sorte, per non infiacchire le forze di Romani ed Albani di fronte al comune nemico etrusco, si scontrano in rappresentanza di tutti e due gli eserciti in un gioco al massacro in una piana tra Roma ed Albalonga. L'ultimo Orazio dopo aver ucciso l’ultimo Curiazio, rientra a Roma ed uccide anche sua sorella, promessa sposa del Curiazio ucciso, la quale non accetta di aver perduto il suo amore. A questo punto a Roma si apre un dibattito: l'Orazio dovrà essere acclamato come vincitore o punito come assassino?
Lo spettacolo tratto da L’Orazio di Heiner Müller, un testo del 1968 che riflette sul bene e sul male che possono albergare in un solo individuo e sul valore delle parole.La tragedia privata è scelta come metafora per narrare in modo imparziale gli eventi di una guerra sanguinosa e per approfondire il concetto di verita' contro ogni adulterazione del linguaggio.
L’impianto scenico si presenta funzionale ed essenziale al racconto di un attore-narratore che, rivestendo i panni di un macellaio sui generis, o forse quelli di un maniscalco, porta avanti in maniera implacabile, aiutandosi con manichini e coltelli, il racconto di un massacro che è tra i miti di fondazione della nostra società occidentale.
Un’occasione per riflettere sulle molte verità che un uomo può contenere, sul valore del privato di fronte alla Storia e sulla odierna difficoltà a salvaguardare l’integrità del linguaggio.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload