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Al Teatro dei Limoni crollano le Torri gemelle. E non solo loro...

L'ultimo appuntamento stagionale a vico Giardino

E meno male che doveva essere complicato cogliere il collante tra le varie storie. Al Teatro dei Limoni possono stare tranquilli: difficile uscire dalla sala di vico Giardino senza aver compreso che il fil rouge che collega i tre corti protagonisti dell’ultimo appuntamento stagionale, “Monster”, è il crollo delle Torri gemelle dell’11 settembre 2001.
TRA STORIA E SPETTACOLO. Eppure, delle Twin towers che si sgretolano nei 51 minuti di spettacolo se ne parla poco, quasi nulla. Qualche intermezzo radio – che riprende le numerose edizioni straordinarie dell’epoca – e poco più. Ma del resto, non ha bisogno di essere citato granché un episodio che - così come ha segnato un'era storica - segna, di par suo, l’intera vicenda portata in scena al TdL. Quella fugacità degli attimi, quel progettare che finisce quasi per trasformare l’attesa del piacere in (dis)piacere esso stesso, quella volontà di avere tutto sotto controllo che, di fatto, può sgretolarsi in un attimo.
I PROTAGONISTI. Così come il World Trade center di New York, bastano pochi secondi a demolire convinzioni, progetti, illusioni, ambizioni delle storie in scena. Con gli aerei che si schiantano, fanno altrettanto i sogni di un tormentato amore protagonista nel primo corto (sul palco Alice Rizzi, Anna Lisa Vespa, Lino Marotta e Fabrizio Marangelli). La sicurezza che tutto debba andare come pre-ordinato saluta l’intensa recitazione del secondo corto (con Davide Nazzaro e Adarita Origlia) e i superpoteri a poco servono contro l’immodificabile realtà (terzo corto, protagonisti Giorgio Menga, Paola Marino, Laura Longo e Michele Ciuffreda).
IL LABORATORIO. Ma si riesce anche a sorridere in questo appuntamento fuori cartellone, che ha portato in scena i giovani allievi del Livello Avanzato del Laboratorio sperimentale promosso dal Teatro dei Limoni, con la possibilità di mostrare al pubblico, per la prima volta, una produzione vera e propria e non un semplice saggio. Un indovinato intreccio tra giovani attori e volti noti del TdL – i corti sono stati scritti da Roberto Moretto, Letizia Amoreo e Francesca De Sandoli e diretti da Enza Notarangelo, Francesco Nikzad e Maggie Salice – con la supervisione di Leonardo Losavio e Roberto Galano. Tre corti come embrione di uno spettacolo che, perché no, potrà essere ripreso il prossimo anno. Perché la stagione si è appena chiusa, ma il Teatro dei Limoni non va in vacanza.

di Redazione 


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