Allarme intossicazioni da istamina, i controlli sul pesce azzurro e le raccomandazioni della ASL
Dopo la segnalazione di alcuni casi di intossicazione da istamina nell’uomo
(conosciuta come Sindrome sgombroide), il Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di
Origine Animale dell’ASL di Foggia ha avviato una serie di controlli per limitare il pericolo di ulteriori intossicazioni.
IL PESCE AZZURRO. L’istamina è una molecola che si trova in alcuni prodotti ittici come risultato della decomposizione dell’istidina. Il pesce azzurro (tonni, sgombro, sarde, acciughe, palamite, etc.) è, fra le specie ittiche, quello maggiormente coinvolto poichè contiene, per natura, elevate quantità di istidina libera nel tessuto muscolare.
I CONTROLLI. Le attività di controllo, coordinate dal direttore facente funzioni del Servizio Veterinario SIAV B Domenico Bisceglia, stanno riguardando tutti gli stabilimenti che
commercializzano prodotti ittici e saranno estesi anche alle attività di ristorazione di tutto il
territorio della provincia di Foggia per garantire la tutela della salute pubblica attraverso il
rispetto delle norme e dei Regolamenti in materia di igiene.
LA SINTOMATOLOGIA. I sintomi (prurito, arrossamento del viso e del collo, orticaria, vomito, diarrea, cefalea, vertigini) possono presentarsi dopo pochi minuti fino a qualche ora dal consumo. Variano a seconda della quantità di tossina introdotta e della sensibilità individuale: si può arrivare sino allo shock istaminico con ipotensione e successivo collasso cardio-circolatorio. Più esposte al rischio di intossicazione sono le persone con fragilità e insufficienza primaria di monoamino ossidasi (MAO) o che assumono farmaci anti-MAO
(antidepressivi).
LA CONSERVAZIONE. La trasformazione da istidina in istamina è incrementata dallo stato di conservazione e
freschezza del pesce. È di fondamentale importanza, quindi, una corretta conservazione
per evitare la proliferazione batterica responsabile del processo di conversione e
formazione dell’istamina.
La presenza di istamina non è riconoscibile immediatamente, in quanto la sua
formazione è antecedente alla comparsa del tipico cattivo odore del pesce stantio.
La cottura, l’affumicamento o il congelamento non riescono ad eliminare l’istamina
dal cibo contaminato.
LE RACCOMANDAZIONI. Se si acquista del tonno fresco o decongelato bisogna prestare attenzione alla modalità
di conservazione, diffidando dalla sola presenza di ghiacciatura sul banco vendita ed
esigendo che il prodotto sia conservato a temperature adeguate (da 0 C° a +2°C).
La ASL Foggia, pertanto:
- raccomanda agli esercenti di non esporre per la vendita filoni di tonno sui banchi
non refrigerati in cui sia presente il solo ghiaccio;
- invita i consumatori ad acquistare solo da rivenditori autorizzati e ad accertarsi,
prima dell’acquisto, che le modalità di conservazione rispettino temperature idonee.
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