Doveva essere una giornata di festa. Di “Liberazione”, in ricordo di quello storico 25 aprile. E invece Foggia e l'intera Capitanata si sono risvegliate tutt'altro che libere. Strette nella morsa della criminalità, peggio ancora delle intimidazioni.
Doveva essere una giornata di festa. Di “Liberazione”, in ricordo di quello storico 25 aprile. E invece Foggia e l'intera Capitanata si sono risvegliate tutt'altro che libere. Strette nella morsa della criminalità, peggio ancora delle intimidazioni.
UN ORDIGNO ALLA MACCHIA GIALLA. Stanotte una esplosione ha fatto ripiombare Foggia nell'incubo di qualche mese fa. Intorno alle due di notte un ordigno rudimentale è esploso davanti a una ferramenta di via padre Della Bella. Una evidente intimidazione nonostante il proprietario sembra aver ribadito di non aver mai ricevuto minacce o richieste estorsive. Se si tratti di una bravata - difficile a crederlo - o di un atto criminale, saranno gli investigatori a chiarirlo.
LA MAFIA NON DEVE VINCERE. È una “semplice” scritta, ma porta con sé un carico di rabbia e vergogna senza pari. “A vinto la mafia, pezzo di merda” ha vergato la mano di qualcuno sul muro della struttura che a Cerignola ospita il laboratorio di legalità Francesco Marcone. Manca la “h”, una sorta di marchio di fabbrica: dietro questi gesti ci sono ignoranza e mancanza di cultura, prima ancora che la criminalità. Ed è difficile ritenerla una bravata: è una risposta a quel “Qui la mafia ha perso” che dall'estate scorsa campeggia sul capannone del bene confiscato alla mafia.
"LA CANCELLEREMO TUTTI INSIEME". “Questo tipo di intimidazioni – replicano dal Laboratorio di legalità -, per quanto ridicole e che non scalfiscono in nessun modo le nostre convinzioni, rappresentano una cultura e una visione del mondo che quotidianamente cerchiamo di combattere. Provvederemo a cancellare la scritta con una manifestazione collettiva”. Per ribadire che “qui la mafia ha perso”. Con l'h.