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Amica, pronte le lettere di licenziamento?

Circa 350 dipendenti rischiano di perdere il posto di lavoro. Sarà allarme igienico-sanitario

Sarebbero ormai pronte a partire le lettere di licenziamento indirizzate ai circa 350 lavoratori tra i dipendenti dell’azienda Amica e della Daunia Ambiente. Un duro colpo per il sistema occupazionale foggiano e per la tutela ambientale-sanitaria. Dopo il fallimento della ex municipalizzata, infatti, il futuro lavorativo dei dipendenti era fortemente a rischio, ma adesso pare che le lettere che notificano l’interruzione del rapporto di lavoro siano ormai pronte. Forse, le parole di qualche giorno fa dell’assessore all’ecologia della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, non erano del tutto infondate. L’assessore, infatti, attraverso un’agenzia di stampa regionale aveva dichiarato: “La crisi dell’azienda Amica di Foggia rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sanitaria oltre che ambientale”. Ma non solo. “Fino alla fine di settembre si può immaginare di ‘tirare a campare’, ma dal primo ottobre scoppierà il bubbone. L’azienda non garantirà la raccolta dei rifiuti, oltre all’altrettanto grave problema occupazionale”.

FUTURO INCERTO PER LAVORATORI E RACCOLTA DEI RIFIUTI - Parole che, se fossero confermate le voci dell’imminente licenziamento dei dipendenti dell’Amica, suonerebbero come la ‘cronaca di una morte annunciata’. Quella per la città di Foggia e per le 350 famiglie di coloro che potrebbero perdere così il loro posto di lavoro. Di conseguenza, in attesa di sapere come, dove e se saranno ricollocati i lavoratori, resta da capire chi si occuperà della raccolta dei rifiuti. Qualcuno, addirittura, ipotizza che potrebbe intervenire l’esercito per provvedere alla pulizia delle strade. Staremo a vedere. Ma qualche domanda, senza risposta, resta in piedi: Foggia sprofonderà in un’altra emergenza rifiuti? Si registreranno problemi di natura igienico-sanitaria? Ed anche disagi di natura sociale? L’assessore Nicastro ha detto che fino a “settembre si può tirare a campare, ma forse l’allarme scatterà da molto prima.

di Redazione 


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