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Gli 'Antichi mestieri' non stimolano i giovani: il bando del Comune è un flop

La delusione dell'assessore Moffa

Sono stati riaperti sino a venerdì 20 di febbraio 2015 i termini per la presentazione delle domande di partecipazione al progetto “Antichi Mestieri”, varato dall’assessorato comunale alle Politiche Giovanili. La riapertura dei termini riguarda solo i ragazzi che vorranno partecipare all’iniziativa.


SCARSA ADESIONE.
“La decisione di riaprire i termini per la presentazione delle domande di partecipazione è dipesa dalla scarsa adesione da parte dei ragazzi ai quali il nostro progetto è rivolto – spiega l’assessore comunale alle Politiche Giovanili, Eugenia Moffa –. Rispetto ai 300 posti disponibili le richieste di partecipazione da parte dei ragazzi sono state infatti soltanto 50, a fronte delle circa 50 risposte alla manifestazione di interesse da parte dei docenti/tutor. Questa proroga deriva dunque dalla nostra ferma convinzione che quella messa in campo dall’Amministrazione comunale sia un’iniziativa che può offrire un’opportunità alle nostre giovani generazioni e può contribuire alla costruzione di un percorso occupazionale fondato sulla valorizzazione delle nostre radici e delle nostre tradizioni”. 

IMPRESE ARTIGIANE E COMMERCIALI. Il progetto “Antichi Mestieri” è rivolto ai disoccupati e a chi è in cerca di prima occupazione (in particolare i ragazzi nati dopo il 1982 in possesso della licenza media o di un diploma di scuola superiore, oltre che di una minima esperienza pratica o acquisita tramite percorsi, stage formativi, apprendistato) e punta a favorire lo “start-up” di nuove imprese artigiane e commerciali, anche attraverso l’ausilio di tecnologie digitali. L’obiettivo è quello di salvaguardare e valorizzare, in particolare, i mestieri tradizionali a rischio di estinzione, ma portatori di elevati gradi di professionalità, con riferimento all’alta qualità dei manufatti; favorire lo sviluppo delle cosiddette “produzioni di nicchia”, dirette ad un mercato selezionato; stimolare il ricambio generazionale, anche attraverso l’utilizzo e il trasferimento delle competenze maturate dagli artigiani nel corso della propria esperienza professionale e l’apprendimento di attività creative tradizionali; offrire l’opportunità di avviare microimprese artigiane e commerciali.

LE AZIONI FORMATIVE. Sono in tutto 15 in tutto gli ambiti individuati per le azioni formative: composizioni floreali tra tradizione e innovazione; panificatori e pastai della tradizione; accompagnamento al mestiere di fabbro; arte del restauro e del falegname; pasticceria, gelateria e cioccolateria; cucito, taglio e tessitura per lavorare dal cuoio ai filati; coltivazione dell’orto e raccolta delle erbe; bigiotteria artigianale e oreficeria artistica; lavorazione della creta e della cera; pittura a olio, su vetro e decorazione artistica; cesti e impagliature sedie; teatro di strada e in vernacolo; musicanti e strumenti musicali; bibliotecario ed archivista; fabbricante di carta e rilegatura di antichi libri. Per ciascun percorso formativo saranno ammessi 20 partecipanti, per un totale di 300 unità.

NUOVA OCCUPAZIONE. “L’appello che rivolgo ai ragazzi della nostra città è quello a sconfiggere la rassegnazione, provando a scommettere sui propri talenti e in una qualche misura, visto il ‘taglio’ e la finalità del progetto, sulla storia di Foggia – sottolinea l’assessore comunale alle Politiche Giovanili –. Un appello a partecipare a questa iniziativa, il cui valore mi pare sia stato colto in modo pieno dalle associazioni di categoria e da tutti i soggetti che si sono candidati a coordinare e guidare i corsi, che vuole essere un incentivo a mettere in moto un processo innovativo, utile ad innescare dinamiche virtuose, ad aprire nuovi spazi di mercato e a favorire anche la creazione di nuova occupazione”.

di Redazione 


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