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Calcio & giustizia: da presidente del Foggia all'arresto, la lunga e triste serie di patron rossoneri coinvolti 

Non è l'unico, non è il primo, speriamo sia l'ultimo. Ma la presidenza del Foggia - e in generale la gestione della società - si lega irrimediabilmente a una serie di arresti. E quello di Nicola Canonico - su cui però, ovviamente, va ribadito il principio di presunzione di innocenza - chiude (per ora) una lunga lista che va avanti da anni.

CASILLO. Senza tornare troppo indietro nel tempo, il caso ovviamente più eclatante riguarda Pasquale Casillo: il re del grano venne arrestato nell'aprile 1994 e segnò, inesorabilmente, la fine di Zemanlandia e l'inizio dell'incubo per i rossoneri. Dopo aver sfiorato la Coppa Uefa, il Foggia affronterà poi la successiva stagione di Serie A (l'ultima) con l'esercizio ordinario firmato Giacinto Pelosi e Caripuglia, retrocedendo in Serie B. L'inizio della fine, anche se poi - 13 anni dopo - 'Don Pasquale' verrà assolto e passerà il resto della sua vita, compresa la nuova parentesi foggiana con Zeman in panchina, a rivendicare l'atto di "malagiustizia" subìto sulla sua pelle.

I LATITANTI. E' surreale, invece, la parentesi Marco Russo - Giorgio Chinaglia, due "latitanti", nel vero senso del termine. Partiamo dall'ex attaccante della Lazio, di cui a Foggia si ricorda, tra le altre, l'annuncio entusiasta dell'acquisto dei cugini Fuentes. Nel 2006 venne accusato di riciclaggio dalla Direzione Antimafia di Napoli per aver agevolato l'ingresso di capitali e la conseguente scalata societaria ai vertici della Lazio da parte di famiglie legate al clan dei Casalesi. E' del 2008, invece, l'accusa di riciclaggio con avviso di garanzia e multa da 4,2 milioni di euro che lo porterà a essere ufficialmente latitante negli Stati Uniti, dove poi morirà per un attacco di cuore nel 2012.
Si divideva tra la Spagna e l'Italia, invece, il broker finanziario Marco Russo, condannato per reati finanziari a 4 anni e 2 mesi. Amante del lusso e latitante anch'egli, venne arrestato mentre passeggiava con la fidanzata su corso Buenos Aires a Milano: proprio l'abitudine di visitare la sua compagna permise agli investigatori di rintracciarlo dopo mesi di ricerca. 

COCCIMIGLIO. Prima 'salvatore della patria', poi amante della movida foggiana, infine 'allenatore' per una giornata e poi arrestato. L'ex presidente del Foggia calcio (e del Montevarchi), il ruspante imprenditore toscano Giuseppe Coccimiglio ha avuto problemi con la giustizia con l'accusa di bancarotta fraudolenta per aver distratto od occultato a fini personali risorse per 12 milioni di euro provenienti dalle casse della società fiorentina Co.Gi di cui era amministratore. 

I SANNELLA. Infine, a gennaio 2018 toccò a Fedele Sannella, che con il fratello Franco aveva investito nel Foggia e, contestualmente, nella Tamma. Il suo arresto non scalfì la prima stagione in B ma fu una deriva che portò poi alla retrocessione l'anno successivo, condita dal fallimento della società e il ritorno in Serie D. Autoriciclaggio commesso in concorso con Massimo e Nicola Curci, anche loro in società: questa l'accusa per la quale il patron del Foggia Calcio venne arrestato prima di provocare l'ultimo tonfo rossonero (fino a oggi). 

GLI ACQUIRENTI 'FANTASMA'. In questa carrellata di arresti c'è il rischio di aver dimenticato qualcuno, ma visto chi si era accostato al Foggia in questi anni, con tentativi maldestri di trattative, il rischio di una lista più lunga era alto. E allora, dopo questa lettura amara, in attesa di conoscere il futuro del Foggia, vale la pena rispolverare un articolo di qualche anno fa, con la top 5 degli "acquirenti fantasma" (Leggi: Da Mister X a Stranieri, la top 5 degli acquirenti "fantasma" del Foggia calcio).

di Redazione 


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