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Articolo di Repubblica, anche Landella annuncia querela: “Non ho parentele acquisite con mafiosi"

"Querelo Repubblica per l'ennesima accozzaglia di notizie false finalizzate a delegittimare mediaticamente l'operato di questa Amministrazione. Una decisione doverosa, non solo e non tanto a tutela dell'immagine comunale, ma dei tanti cittadini onesti che hanno creduto, e credono, nel nostro governo della città e che ci hanno liberamente e democraticamente eletti”, lo scrive in una nota il sindaco di Foggia Franco Landella.

IL DOCUMENTO.Scopro oggi dell'esistenza di un documento - scrive il primo cittadino - che immagino riservato, ma che Repubblica dichiara di aver potuto, non so come, consultare, nel quale, sarebbe contenuto un vero e proprio "atto di accusa" nei confronti dell'amministrazione comunale. Prendo atto, innanzitutto, che in tale documento si chiarisce che nessun amministratore è indagato per collegamenti con gruppi criminali, ma nella sottocultura del sospetto, ormai imperante, tanto evidentemente non basta. Così il giornalista concentra l'attenzione su alcuni appalti nei settori dei lavori pubblici, della gestione dei tributi, dei servizi cimiteriali e di videosorveglianza urbana, a suo dire, "condizionati dalla criminalità organizzata mafiosa foggiana attraverso una sistematica violazione degli obblighi di verifica antimafia sulle imprese legate da rapporti contrattuali con il Comune".

LE RISPOSTE. "La gravità di tali illazioni - continua Landella - impone una risposta chiara e netta. Per tale ragione, sono pronto, carte alla mano, a contestare, in ogni sede, punto per punto, ogni addebito che viene rivolto a questa Amministrazione, sottolineando soprattutto come, gli appalti e  le concessioni comunali riguardanti la segnaletica, la gestione della riscossione dei tributi e del cimitero comunale, richiamati nell’articolo di oggi, sono stati decisi dalla precedente amministrazioni di centrosinistra a guida del Sindaco Gianni Mongelli.  In particolare, per quanto concerne l’affidamento della gestione del Cimitero Comunale, va ricordato come, il 28 luglio 2011, mentre in aula il centro destra (tra i cui banchi mi onoravo di sedere in qualità di consigliere comunale) discuteva una mozione di contestazione sull’affidamento all’esterno del servizio, l’allora Sindaco Mongelli procedeva, contestualmente alla seduta consiliare, a contrattualizzare il servizio incriminato".

LA VIDEOSORVEGLIANZA. "Quanto alla videosorveglianza invece - prosegue la nota -, l'addebito appare addirittura paradossale, mirando a screditare chi le telecamere le ha installate per davvero (ben 564, di cui 259 già attive mentre le restanti entreranno in funzione entro la fine del 2021, con una densità pari a una videocamera ogni 266 abitanti), a differenza delle precedenti Amministrazioni di centrosinistra che, rispetto anche ad un esiguo numero di telecamere presenti sul territorio di Foggia (circa 40), non ne hanno garantito neanche il funzionamento. Si dimentica, inoltre, come questa amministrazione sia stata la prima a costituirsi parte civile nei processi contro la mafia. Mi preme ribadire che, sin dall’insediamento della Commissione di indagine, mi sono reso disponibile, ove la stessa lo ritenesse opportuno, a collaborare perché da uomo delle Istituzioni sono certo che questa macchina del fango non inficerà il buon lavoro della Commissione".

NIENTE LEGAMI FAMILIARI. "Infine - conclude Landella - tra le tante notizie sommarie e faziose, citate da Repubblica, con gran forza voglio sottolineare l’infondatezza di una in particolare: Nella mia attività politica non ho mai chiesto l’appoggio a famiglie appartenenti ai clan e non ho alcuna parentela acquisita con persone ritenute vicine alle stesse".

di Redazione 


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