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“Gli attestati della APS Pegaso sono invalidi”: oltre 100 operatori socio sanitari esclusi dal concorso regionale

L’associazione di Domenico Di Conza non è accreditata in Regione Puglia

“Gli attestati rilasciati dalla APS Pegaso non sono validi, non essendo tale soggetto un organismo accreditato per la formazione professionale e autorizzato all’erogazione di corsi di formazione OSS della Regione Puglia”. È questa la motivazione alla base della quale, con determinazione n. 1985 del 18 maggio 2021 il Policlinico Riuniti di Foggia ha escluso 96 operatori socio sanitari dalla graduatoria dei vincitori del cosiddetto ‘concorsone’.

L’ESCLUSIONE. Le raccomandate agli interessati sono arrivate solo in queste ore e l’oggetto è inequivocabile: “Notifica provvedimento di decadenza graduatoria concorso unico regionale OSS”. Avevano superato prove scritte e orali della selezione indetta per coprire 2445 posti in tutte le Asl della Puglia. Ma in un attimo sono piombati dalla soddisfazione all’incredulità e alla preoccupazione. E non sono i soli. Con una precedente determina, la n. 1143, altri venti OSS hanno subito la stessa sorte.

PROVE DI RICORSI. Gli operatori socio sanitari, dopo l’iniziale stordimento, stanno tentando di riorganizzarsi. L’intenzione, grazie all’aiuto dei legali, è quella di fare ricorso contro un provvedimento che fa svanire il sogno dell’assunzione. Anche perché loro il corso lo hanno frequentato: ore di lezione, tirocini. E lo hanno anche pagato: un importo per ciascuno che si aggira tra i 1.500 e i 2.000 euro. Insomma, in totale una cifra tra i 250mila e i 300mila euro. L’apprensione, peraltro, si estende anche a tutti gli altri corsisti che in questi anni si sono affidati all’Aps Pegaso Istituto Europeo.

L’APS PEGASO. Il ‘buco’ in cui per ora sono stati risucchiati gli oltre 100 operatori socio sanitari esclusi dal concorso ma che rischia di allargarsi, è stato causato – come detto - dall’APS Pegaso di Domenico Di Conza, giornalista dell’emittente Sharing TV. L’associazione, intestata alla mamma 87enne ma, di fatto, riconducibile a lui non è un organismo accreditato tra quelli che possono organizzare corsi e rilasciare attestati professionalizzanti. Anche nell’elenco pubblico disponibile sul sito della Regione Puglia non vi è traccia dell’iscrizione. Così come non è iscritto l’Istituto Europeo Pegaso onlus, presieduto invece dal padre 85enne, altro organismo che negli anni scorsi ha rilasciato attestati, rilevatisi fasulli ai fini del concorso.

MANCATE ISCRIZIONI. Ma vi è di più. L’APS Pegaso, nata dalle ‘ceneri’ dell’Istituto Europeo Pegaso con cui condivide non solo la denominazione ma i riferimenti, i contatti e la sede, non è iscritta neanche nel Registro Regionale delle Associazioni di Promozione sociale consultabile a questo link; così come, nonostante svolga attività economica da svariati anni, non risulta iscritta presso la Camera di Commercio di Foggia nel Repertorio Economico dedicato alle associazioni. E cosa dire delle certificazioni di qualità in bella mostra sugli attestati rilasciati? Sulle banche dati di Accredia, CsQa, l’Aps Pegaso non risulta. Insomma un’associazione fantasma nei registri pubblici e privati, se non fosse per un’iscrizione ‘autorevole’ con dati tuttavia discordanti. Nell’elenco degli organismi accreditati dal Ministero dell’Istruzione, in quanto soggetti esterni che organizzano corsi di formazione per il personale scolastico, vi è l’Associazione di Promozione Sociale Pagaso Istituto Europeo (ndr il refuso nella denominazione è contenuto nell’elenco ufficiale) che però riporta come contatto web il sito dell’altra associazione Istituto Pegaso, peraltro ora non più attivo.

I CHIARIMENTI. In questi anni in tanti e in tante hanno frequentato i corsi organizzati dall’Aps Pegaso e diverse figure di spicco della città hanno prestato, in buona fede, la propria docenza, in alcuni casi senza essere pagati: dirigenti medici, noti per l’impegno sociale in città, e persino la stessa presidente della commissione del concorso del Riuniti da cui poi sono stati esclusi gli operatori socio sanitari. Ecco perché il ‘buco’ rischia di ampliarsi. Ad oggi non si registrano reazioni ufficiali da parte di Domenico Di Conza che si è trincerato in un silenzio stringente. Mentre è lui l’unica persona che può chiarire i termini della questione.

di Michele Gramazio


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