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Assolto anche in Appello il 48enne accusato di essere il “ragioniere” del clan Gaeta

Confermata anche dalla Corte d'Appello di Bari, con sentenza di questa mattina, l'assoluzione del 48enne incensurato R.I., già assolto in primo grado nel marzo 2019 dal GUP del Tribunale di Foggia.

LE ACCUSE E L'ARRESTO. La Procura della Repubblica aveva proposto appello, insistendo nella richiesta di condanna alla pena di anni 6 di reclusione per la presunta partecipazione all'associazione per delinquere capeggiata dal noto capo-clan Francesco Gaeta e per una serie di ricettazioni, tra le quali un quantitativo di olio di 1.300 quintali rubato in un frantoio a Grumo Appula, per un valore sul mercato di circa 500.000 €. Il 48enne era considerato "il ragioniere" dell'associazione, in quanto addetto alla gestione delle società di autotrasporto, che avrebbero fatto da copertura agli affari illeciti del clan. L'uomo era stato tratto in arresto e posto ai domiciliari nel gennaio del 2018, per poi essere assolto in primo grado dal GUP di Foggia nel marzo del 2019. La Procura della Repubblica aveva proposto appello, ribadendo le accuse contro l'incensurato e chiedendone la condanna, mediante il ribaltamento della sentenza di primo grado.

L'APPELLO. Davanti alla Corte d'appello di Bari anche la Procura Generale ha insistito per la condanna del presunto "ragioniere", mentre i difensori Michele Sodrio e Luigi Sauro hanno sostenuto la correttezza della decisione di primo grado, chiedendo la conferma dell'assoluzione. E in effetti anche i giudici di secondo grado hanno ritenuto il 48enne estraneo a tutte le accuse.

IL COMMENTO DELL'AVVOCATO. L'Avv. Michele Sodrio ha commentato così la notizia: "Siamo soddisfatti di questa nuova assoluzione per R.I. e speriamo che la Corte d'appello abbia posto la parola fine su questa dolorosa vicenda, salvo che la Procura Generale ritenga di ricorrere in Cassazione, vedremo nei prossimi mesi. Fatto sta che il nostro cliente, un onesto cittadino del tutto incensurato, è stato arrestato e poi portato a processo per fatti mai commessi, vedendo la propria vita sconvolta e stravolta, anche perchè molto noto nel paese dove abita, in provincia di Foggia. Quando la sentenza di assoluzione diventerà definitiva, valuteremo la presentazione di una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione, perchè quando R.I. è stato arrestato è stato commesso un evidente errore giudiziario".

di Redazione 


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