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L'autobus con cinquanta profughi ucraini è in viaggio verso Troia

Il bus con i profughi ucraini, da ieri sera alle 20.30, è in viaggio verso Troia.  A bordo viaggiano cinquanta persone (donne, bambini e anziani). L’arrivo è atteso per la tarda serata odierna. E’ un viaggio lungo, circa 2000 km dalla frontiera della Polonia con l’Ucraina. E’ a Medyka che il bus della ditta Moffa di Riccia, noleggiato dal Comune di Troia si è recato per portare in salvo, in Italia, alcune delle migliaia di ucraini in fuga dalla guerra.

DI PIERRO. “Il viaggio sta procedendo con tranquillità” dichiara il consigliere comunale Urbano Di Pierro che insieme al volontario, Emilio Curiale si è recato in Polonia per condurre i profughi a Troia “Faremo alcune fermate perché a bordo ci sono bambini e anziani. All’andata abbiamo impiegato 25 ore, al ritorno forse qualche ora in più, e contiamo di arrivare nella tarda serata di oggi”.

L'ORGANIZZAZIONE. A Troia saranno ospitati nell’Ostello del Cammino, nell’ex convento di San Domenico. E’ una struttura dotata di tutti i servizi e spazi comuni. Sono previste altre soluzioni in caso di necessità. La macchina organizzativa del Comune di Troia, al lavoro sin da giovedì scorso, è in costante contatto con la Prefettura di Foggia. L’ASL sta coordinando tutti gli interventi necessari a garantire le misure igienico-sanitarie previste dal protocollo anti Covid.

CONTINUA LA RACCOLA. La comunità troiana si è mobilitata per raccogliere viveri e generi di prima necessità. Un grosso carico, stivato nel bus, è stato inviato a Medkyka, ma la gente ha continuato a raccogliere alimenti, coperte, medicine da destinare all’Ostello, tanto che il sindaco è stato costretto a chiedere di firmarsi.

UN GRANDE CUORE. “La comunità troiana ha un grande cuore, e mi emoziona la grande mobilitazione di questi giorni per dare accoglienza e conforto a chi ha bisogno. Ne sono orgoglioso” dichiara il sindaco Leonardo Cavalieri che spiega “Oggi arriveranno bambini, donne, anziani, in tutto cinquanta persone. E’ quel che siamo riusciti a fare: noleggiare un bus, salire a bordo e andare lì, al confine con la guerra per prenderli e portarli in salvo. Se potessi ripartirei domattina per portarne altri. Ma se potessi fermerei la guerra”.

di Redazione 


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