L'EX PORTAVOCE. In sostanza, decide Franco Landella. Con buona pace (lo ripetiamo, non c’è nulla di illegale) dei requisiti, dei titoli di studio, del voto di laurea eccetera eccetera. Una anomalia che non è passata inosservata. L’ex portavoce di Gianni Mongelli, Gianni Di Bari, sul gruppo “Giornalisti di Capitanata” ha ribadito: “Cinque anni fa ho provato a spiegare l'illogicità di una simile procedura, il risultato fu l'impiego volontario di 4 unità per quasi 5 mesi (cioè il tempo necessario all'espletamento della procedura coordinata da un dirigente fortunatamente andato in pensione)... I colleghi dello staff del sindaco (con la minuscola) sono già al lavoro e non saranno retribuiti per ossequiare il farsesco rispetto delle norme del pubblico impiego, ma il presidente dell'Assostampa si premura di firmare la mail con cui trasmette l'avviso pubblico agli iscritti, incrementandone la legittimazione”.
L'UFFICIO STAMPA DI LANDELLA. Sulla stessa lunghezza d’onda Loris Castriota, tra i curatori della comunicazione di Landella in campagna elettorale, che evidenzia: “Sono andato anche io a parlare con la funzionaria dell'ufficio del personale, facendo capire che è proprio da ritenersi non valida la norma del regolamento che detta tale procedura. Nella gerarchia delle fonti normative, per quel che mi risulta, il regolamento (che è quello che stabilisce, nel nostro caso, questa procedura farsesca) è inferiore alla legge. Per questo, se la legge 150/2000 stabilisce che la selezione avviene su scelta del Sindaco (senza parlare di avvisi pubblici), come può un regolamento imporre procedure diverse?”. Ma è l’ultimo periodo che rende al meglio la questione: “Anche io ho fatto notare che, in ogni caso, si tratta di una procedura che ingenera speranze che non potranno tradursi in realtà e quindi, lungi dall'essere un passo avanti verso la trasparenza delle procedure amministrative, è un gigantesco balzo avanti verso l'ipocrisia e verso la sfiducia del popolo nei confronti della politica”. E se lo dice lui...