Errori, bugie e scambi di accuse: la Bio Ecoagrim trascina (di nuovo) la Provincia in tribunale
L’ultima “bufala” in ordine di tempo, amplificata dalla stampa, è quella secondo la quale la Provincia di Foggia potrebbe ancora rilanciare l’offerta per l’acquisto della Bio Ecoagrim nonostante si sia trattato di una vendita senza incanto. L’ultima “verità”, invece, è quella che, nonostante i buoni propositi di adeguarsi al più presto alle prescrizioni di Palazzo dogana - dichiarati pubblicamente lo scorso 1 ottobre -, l’imprenditore lucerino dell’azienda di compostaggio, Montagano, ha nuovamente trascinato la Provincia in tribunale opponendosi alla diffida del dirigente Biscotti.
LA QUESTIONE. La partita tra Bio Ecoagrim e Provincia che vede da un lato l’azienda di Montagano chiedere il “Via libera” per l’autorizzazione di un impianto di biogas da 190mila tonnellate, dall’altra i dirigenti di Palazzo Dogana tentare di limitare con prescrizioni e divieti la gestione dell’impianto a causa delle emissioni maleodoranti certificate dall’Arpa, è già di per sé complessa. Se poi la politica, con manovre poco chiare, prova a complicare le cose si rischia di non capirci più niente.
IL CASO MIGLIO-TUTOLO. Negli ultimi giorni il caso è tornato alla ribalta a seguito dell’annuncio del presidente della Provincia Francesco Miglio e del delegato all’ambiente – nonché sindaco di Lucera – Antonio Tutolo di aver tentato di acquistare parte dell’impiantistica della Bio Ecoagrim, all’asta per precedenti debiti, e di aver perso tale opportunità a causa di una tecnostruttura sciatta o in malafede. Nei fatti, però, resta una delibera di consiglio – inopportunamente segreta - emanata a soli 24 ore dalla scadenza dell’avviso, oltre all’impressione che entrambi i rappresentanti della Provincia non avessero granché contezza di cosa andassero a comprare.
MANOVRA POCO CHIARA. Interrogato dai colleghi de Il Frizzo, il presidente Miglio ha dovuto ammettere di non conoscere neanche a grandi linee l’avviso di vendita. Antonio Tutolo certamente ne sa qualcosa in più ma resta il dubbio che non fosse a conoscenza del fatto che tra i beni in vendita ci fossero anche terreni sottoposti in passato a sequestro penale per l’esistenza di discariche abusive. Il sindaco di Lucera – per giustificare la fretta nella delibera- ha parlato di tatticismi e “uffici che comunque sapevano da mesi” ma chi frequenta i corridoi di Palazzo Dogana parla di notizia arrivata all’improvviso e di una corsa contro il tempo dovuta a normali procedure amministrative. Emettere un assegno da 200mila euro in un ente pubblico, per esempio, necessita di passaggi obbligati come l’emissione di un mandato elettronico che per ragioni di trasparenza può essere eseguito solo dopo 24 ore.Ora l’annuncio di un’indagine per accertare le responsabilità. Perché questo scontro? A chi giova? Il tempo dirà se tutto questo porterà come conseguenza lo spostamento di Stefano Biscotti che, se non altro, ha mostrato un piglio più deciso nella gestione del settore Ambiente.
LE “FURBATE” DELLA BIO ECOAGRIM. Se in Provincia si perde tempo in indagini interne, d’altra parte sembra evidente che l’azienda Bio Ecoagrim ciurli nel manico. L’ultima dichiarazione di Stefano Montagano - che “sfida” Miglio e Tutolo a rilanciare all’asta - ha tutta l’impressione di una semplice mossa ad effetto. Possibile non sappia l’imprenditore lucerino di aver acquistato in una “vendita senza incanto”? In tal caso, l’acquisto dell’unico offerente viene aggiudicato con il solo versamento del saldo. Non vi è incanto – per l’appunto – e allora perché mischiare ancora le carte? Probabile che tutto questo serva a prendere ancora tempo così come per l’ultima azione giudiziaria promossa. Se durante l’inchiesta pubblica presso il consiglio comunale di Lucera, Stefano Montagano era sembrato un “bravo scolaretto” pronto a fare di tutto per adeguarsi alle prescrizioni della Provincia, nei fatti ha trascinato – per l’ennesima volta – la Provincia di Foggia in tribunale ricorrendo al Tar per l’annullamento della determina di diffida del dirigente Biscotti. Altre carte, altri bolli e nel frattempo altri mesi di tempo. E non si escludono – a breve – colpi di scena.
IL PIANO PER L’AMBIENTE. Il polverone sollevato ha tuttavia avuto il merito, di far emergere – dichiarazione di Tutolo alla mano - che in Provincia esiste un “tesoretto” da 10milioni di euro di provenienza regionale da utilizzare per il piano di attuazione provinciale per l’ambiente. In passato questi soldi sono stati utilizzati, tra l’altro, anche per il fallimentare progetto di bike sharing a Foggia e non è caduta l’intenzione di estendere l’esperienza anche ad altri comuni della provincia. Sarebbe forse il caso di soffermarsi su questo: la politica – quella vera – prova a stilare un piano di attuazione provinciale per l’ambiente degno di questo nome e non con l’improvvisazione mostrata. Perché il problema cruciale resta in piedi: per aumentare le percentuali di differenziata occorrono impianti di compostaggio a norma. Lo dimostra il paradosso del Comune di Foggia: che da una parte protesta per la “puzza nauseabonda” e poi è costretto a ricorrere all’impresa colpevole – la Bio Ecoagrim – per conferire l’umido prodotto in città.
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