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BioEcoAgrim, bis sulla VIA al progetto

Grandi assenti Arpa e Asl, l'azienda teme altri rallentamenti, le associazioni manifestano dubbi

Istruttoria bis stamattina in Provincia per la discussione in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto di riconversione e ampliamento della BioEcoAgrim, l'azienda lucerina di lavorazione e riciclo di matrici organiche, negli ultimi mesi al centro delle polemiche perché individuata dall'Arpa come probabile, ma non certa, fonte emissiva dell'odore nauseabondo che specie nei periodi più caldi dell'anno si propaga nell'aria per chilometri, arrivando prepotentemente fino a Foggia.
Stamattina Giovanni Dattoli (dirigente del Servizio Ambiente della Provincia di Foggia), insieme al titolare della BioEcocAgrim e ai consulenti aziendali che si stanno occupando del progetto hanno spiegato ai pochi interlocutori le ragioni della BioEcoAgrim: in sostanza, l'azienda lucerina, dopo aver subìto nel tempo 4 sequestri e successivi dissequestri del suo stabilimento, ha ora ricevuto l'approvazione dal Consiglio di Stato a riciclare ben 230mila tonnellate di materiale organico  (attualmente ne ricicla 80mila)  attraverso il sistema con cui attualmente lavora, e cioè in regime aerobico, che è poi la causa scatenante della "puzza" che produce lo stabilimento e che esaspera i cittadini di Lucera e Foggia. Montagano però, per ovviare al problema dell'odore nauseabondo, ha presentato il progetto di riconversione dell'azienda che contemplerebbe la lavorazione di 190mila tonnellate di materiale in regime anaerobico, cosa che, è stato assicurato, interromperebbe lo sgradevole fenomeno odorifero. Un progetto da 2 milioni di euro all'interno del quale è contemplato anche un impianto di multiselezione per il riciclo delle altre tipologie di rifiuti derivanti dalla differenziata come carta, cartone, vetro e plastica. Un progetto, come detto, che porterebbe l'azienda ad aumentare la forza lavoro impiegata dalle attuali 40 a 500 unità produttive, dando una boccata d'ossigeno alla situazione occupazionale della città sveva. 
Nelle ultime ora Stefano Montagano, titolare della BioEcoAgrim e candidato sindaco di Lucera, aveva scritto al Prefetto per chiedere un intervento che accelerasse la realizzazione del nuovo impianto, che resta bloccata da mesi proprio a causa della discussione sulla Valutazione di Impatto Ambientale. Una prima istruttoria si era svolta lo scorso dicembre e, secondo quanto riferito da Montagano, aveva avuto esito positivo. Ma per la Provincia non è bastata, e allora ne ha indetta una nuova nella giornata di stamattina, convocando, oltre alla BioEcoAgrim, 14 soggetti istituzionali, tra cui Arpa, Asl e 9 Comuni dell'Alto Tavoliere e del SubAppennino dauno, per chiederne il parere. Peccato però che, ad esclusione di una rappresentanza assessorile del Comune di Lucera, delle associazioni ambientaliste del territorio (tra cui Capitanata Rifiuti Zero) e di alcuni attivisti e  candidati del Movimento 5 Stelle , non ci fosse nessuno altro degli enti convocati per contribuire alla valutazione di merito.
La discussione si è incentrata, grazie all'intervento degli uditori presenti in aula, anche sul controllo che, una volta realizzato il nuovo impianto, enti e istituzioni preposti dovrebbero effettuare sulla nuova attività di Montagano. Controlli su cui però le associazioni e i 5 Stelle hanno mostrato scetticismo, partendo dalle relazioni stilate negli scorsi mesi dall'Arpa sulle fonti emissive dei cattivi odori, relazioni giudicate "ancora poco chiare e deboli dal punto di vista scientifico". L'assenza di Arpa e Asl all'istruttoria di oggi, poi, non ha fatto altro che confermare la sfiducia delle associazioni sulla futura gestione del "casus" BioEcoAgrim. Associazioni che hanno chiesto a Dattoli anche il motivo per il quale questo impianto non fosse stato inserito nel nuovo Piano della Regione Puglia in merito gli stabilimenti di trattamento dei rifiuti. "E' un'azienda privata, perciò, fermo restando i limiti di legge che deve rispettare, non è assoggettabile alla pianificazione dell'Ente di via Capruzzi", ha risposto Dattoli. Dubbi, però, che, secondo Francesco Caravella di "Capitanata Rifiuti Zero", si profilano anche su altri versanti. "Non siamo contrari in maniera aprioristica all'impianto anaerobico di bio-digestione dei rifiuti - ha sottolineato Caravella -. Siamo contrari però all'eventualità che il bio-gas prodotto dalla BioEcoAgrim venga trasformato in energia elettrica, in un territorio come il nostro che ne produce già l'80 percento in più rispetto al suo reale fabbisogno. Questo comporterebbe un profitto soltanto per l'azienda lucerina, che riceverebbe contributi pubblici frutto delle tasse che i cittadini pagano, mentre a questi ultimi rimarrebbero solo le emissioni prodotte dal nuovo, più grande, stabilimento". 
In tutto questo il progetto rimane tuttora fermo e sottoposto alla futura approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale: il timore di Montagano resta quello che tra un anno o due si ritorni ancora una volta, come nel "gioco dell'oca", al punto di partenza.
 
 
 
 
 
 
Istruttoria bis stamattina in Provincia per la discussione in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto di riconversione e ampliamento della BioEcoAgrim, l'azienda lucerina di lavorazione e riciclo di matrici organiche, negli ultimi mesi al centro delle polemiche perché individuata dall'Arpa come probabile, ma non certa, fonte emissiva dell'odore nauseabondo che specie nei periodi più caldi dell'anno si propaga nell'aria per chilometri, arrivando prepotentemente fino a Foggia.
LE RAGIONI DELLA BIOECOAGRIM. Stamattina Giovanni Dattoli (dirigente del Servizio Ambiente della Provincia di Foggia), insieme a Stefano Montagano (titolare della BioEcocAgrim nonché candidato sindaco di Lucera) e ai consulenti aziendali che si stanno occupando del progetto hanno spiegato ai pochi interlocutori presenti le ragioni della BioEcoAgrim: in sostanza, l'azienda lucerina, dopo aver subìto nel tempo 4 sequestri e successivi dissequestri del suo stabilimento, ha ora ricevuto l'approvazione dal Consiglio di Stato a riciclare ben 230mila tonnellate di materiale organico  (attualmente ne ricicla 80mila)  attraverso il sistema con cui attualmente lavora, e cioè in regime aerobico, che è poi la causa scatenante della "puzza" che produce lo stabilimento e che esaspera i cittadini di Lucera e Foggia.
IL PROGETTO DI RICONVERSIONE E AMPLIAMENTO. Montagano, però, per ovviare al problema dell'odore nauseabondo, ha presentato il progetto di riconversione dell'azienda che contemplerebbe la lavorazione di 190mila tonnellate di materiale in regime anaerobico, cosa che, è stato assicurato, interromperebbe lo sgradevole fenomeno odorifero. Un progetto da 2 milioni di euro all'interno del quale è contemplato anche un impianto di multiselezione per il riciclo delle altre tipologie di rifiuti derivanti dalla differenziata come carta, cartone, vetro e plastica. Un progetto, come detto, che porterebbe l'azienda ad aumentare la forza lavoro impiegata dalle attuali 40 a 500 unità produttive, dando una boccata d'ossigeno alla situazione occupazionale della città sveva.
Nelle ultime ore Montagano aveva scritto al Prefetto per chiedere un intervento che accelerasse la realizzazione del nuovo impianto, che resta bloccata da mesi proprio a causa della discussione sulla Valutazione di Impatto Ambientale.
ISTRUTTORIA BIS, INSPIEGABILE ASSENZA DI ARPA E ASL. Una prima istruttoria, infatti, si era svolta lo scorso dicembre e, secondo quanto riferito da Montagano, "aveva avuto esito positivo". Ma per la Provincia non è bastata, e allora ne ha indetta una nuova nella giornata di stamattina, convocando, oltre alla BioEcoAgrim, 14 soggetti istituzionali, tra cui Arpa, Asl e 9 Comuni dell'Alto Tavoliere e del SubAppennino dauno, per chiederne il parere. Peccato però che, ad esclusione di una rappresentanza assessorile del Comune di Lucera, delle associazioni ambientaliste del territorio (tra cui Capitanata Rifiuti Zero) e di alcuni attivisti e candidati del Movimento 5 Stelle, non ci fosse nessuno altro degli enti convocati per contribuire alla valutazione di merito.
LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE: "DUBBI SUL FUTURO CONTROLLO DEL PROGETTO". La discussione si è incentrata, grazie all'intervento degli uditori presenti in aula, anche sul controllo che, una volta realizzato il nuovo impianto, enti e istituzioni preposti dovrebbero effettuare sulla nuova attività di Montagano. Controlli su cui però le associazioni e i 5 Stelle hanno mostrato scetticismo, partendo dalle relazioni stilate negli scorsi mesi dall'Arpa sulle fonti emissive dei cattivi odori, relazioni giudicate "ancora poco chiare e deboli dal punto di vista scientifico". L'assenza di Arpa e Asl all'istruttoria di oggi, poi, non ha fatto altro che confermare la sfiducia delle associazioni sulla futura gestione del "casus" BioEcoAgrim. Associazioni che hanno chiesto a Dattoli anche il motivo per il quale questo impianto non fosse stato inserito nel nuovo Piano della Regione Puglia in merito gli stabilimenti di trattamento dei rifiuti. "E' un'azienda privata, perciò, fermo restando i limiti di legge che deve rispettare, non è assoggettabile alla pianificazione dell'Ente di via Capruzzi", ha risposto Dattoli. 
CARAVELLA: "NO AL PROFITTO AZIENDALE A DANNO DEI CITTADINI". Dubbi, però, che, secondo Francesco Caravella di "Capitanata Rifiuti Zero", si profilano anche su altri versanti. "Non siamo contrari in maniera aprioristica all'impianto anaerobico di bio-digestione dei rifiuti - ha sottolineato Caravella -. Siamo contrari però all'eventualità che il bio-gas prodotto dalla BioEcoAgrim venga trasformato in energia elettrica, in un territorio come il nostro che ne produce già l'80 percento in più rispetto al suo reale fabbisogno. Questo comporterebbe un profitto soltanto per l'azienda lucerina, che riceverebbe contributi pubblici frutto delle tasse che i cittadini pagano, mentre a questi ultimi rimarrebbero solo le emissioni prodotte dal nuovo, più grande, stabilimento". In tutto questo il progetto rimane tuttora fermo e sottoposto alla futura approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale: il timore di Montagano resta quello che tra un anno o due si ritorni ancora una volta, come nel "gioco dell'oca", al punto di partenza.

di Redazione 


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