Chiedevano una birra e pagavano con soldi falsi: truffati esercenti tra Alberona, Motta e Pietramontecorvino
Il provvedimento giunge all’esito di una complessa attività investigativa condotta dalla Stazione Carabinieri di Motta Montecorvino, che da un iniziale episodio, denunciato la scorsa estate dal titolare di un bar del paese, è riuscita a risalire agli odierni indagati, trovando importanti riscontri anche nei comuni di Pietra Montecorvino e ad Alberona.
DAL DICEMBRE 2016 A GIUGNO 2017. Nella mattinata odierna poi, i Carabinieri della Compagnia di Lucera hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica, nella misura degli arresti domiciliari a carico di Ciro Davide Dori e Gianluca Cioccariello, entrambi ritenuti responsabili di spendita di banconote false e truffa. I reati scoperti sono stati consumati dal dicembre 2016 all'agosto scorso, e da febbraio a giugno di quest’anno.
“LUCERINI DI PASSAGGIO”. I due, presentandosi nei locali come “lucerini di passaggio”, in modo peraltro credibile per via dell'accento, chiedevano due birre alla spina di produzione artigianale, che poi pagavano con una banconota da 50 euro falsa, andando via dai locali prima che l’esercente potesse rendersi conto del raggiro. Le descrizioni raccolte, tutte molto precise e particolareggiate, dei due malviventi, insieme ad una profonda conoscenza del territorio, hanno permesso ai Carabinieri di Motta Montecorvino dapprima di immaginare di chi potesse trattarsi e, in seguito, di individuare gli odierni arrestati. A carico dei due, infatti, risultavano già denunce a seguito dello stesso tipo di truffa operata ai danni di esercenti di Termoli e di Deliceto.
TESTIMONIANZE DELLE VITTIME. Tutti i riscontri effettuati dai Carabinieri hanno poi trovato ulteriore conferma nelle testimonianze rese dalle vittime, che hanno riconosciuto i due truffatori. Gli arrestati, dopo le formalità di rito espletate presso la Compagnia Carabinieri di Lucera, sono stati associati presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, che ha coordinato le indagini.
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