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Blackout in Spagna, le testimonianze dei foggiani sul posto: “Attimi di panico, sembrava di essere in un film”

Sono state ore decisamente critiche quelle trascorse ieri – 28 aprile – in Spagna (e parzialmente in Portogallo e Francia) a causa di un blackout totale che ha bloccato ogni genere di servizi: centri commerciali, trasporti, prelievi bancari, accessi in case vacanze da remoto. Tanti i foggiani che si sono ritrovati nella penisola iberica per vacanza o per lavoro e dalle loro testimonianze emergono tutte le difficoltà vissute.

LE TESTIMONIANZE.All’improvviso siamo rimasti completamente isolati” racconta Alessandro che ha approfittato del ponte per visitare l’Andalusia e, nel momento in cui è scattato il blackout, si trovava a Cordoba. “La città è impazzita, tutti i negozi e gli uffici hanno chiuso in poco tempo, una cosa pazzesca che non si può comprendere se non si vive. A sera tutti con le torce e in albergo ci hanno procurato delle candele. Sembrava di essere in un film - continua Alessandro - anche perché in molti si sono lasciati andare ad attimi di panico e l’effetto era quello di contagiare gli altri. In quei momenti pensi a tutto, non comprendi i motivi di quello che sta succedendo e in effetti un po’ di timore viene”.

A MADRID. Anche a Madrid la situazione è stata complicata. “Intorno alle 12:40 è andata via la luce” racconta Isa che è a Madrid per una borsa di formazione al Tribunal Constitucional. “Lavorando con i computer, all'inizio abbiamo pensato a un normale e temporaneo sovraccarico di corrente; poi abbiamo notato che l'intero edificio era privo di energia, tranne un paio di stanze e alcune prese che, forse, erano collegate a trasformatori di emergenza. Nel Tribunal la sicurezza abbonda e quando ci sono guasti di qualsiasi natura tutti si attivano per capire cosa sia successo. Ma in questo caso il reparto informatico non riusciva a capirci nulla. Con quei pochi computer connessi a un generatore di emergenza siamo riusciti a informarci e abbiamo appreso del blackout nazionale dal telegiornale de 'L’ Última hora'. Il primo pensiero è stato quello di ricaricare i telefonini per avere quanta più carica possibile - prosegue Isa - ma il vero problema è stato quello del ritorno a casa perché non tutti abitano a Madrid città e molti vivono in quartieri molto periferici (per arrivare impiegano più di un'ora in macchina o con la metro). Al telegiornale sconsigliavano di usare la metro (che poi hanno definitivamente chiuso). Alcuni, non avendo macchina, hanno impiegato più di tre ore a piedi per tornare a casa". Le difficoltà sono proseguite nel pomeriggio rivela Isa: "L'unico mezzo di trasporto pubblico era l’autobus ma i mezzi erano stracolmi e comunque (nonostante le corsie preferenziali) facevano fatica a circolare perché i semafori erano spenti e gli incroci erano un problema. Anche chi è tornato in macchina ha tardato tantissimo perché ha dovuto cambiare strada: molti prendono la M-30 (circonvallazione) ma hanno dovuto prendere un'altra strada perché avevano chiuso i tratti di tunnel lì. Io per fortuna vivo a 20 minuti a piedi dal Tribunal. Sono riuscita ad avvisare a Foggia la mia famiglia con la Sim spagnola (perché quella italiana non aveva segnale) per dire che stavo bene poi ha iniziato a non avere più segnale nemmeno la Sim spagnola. I locali e i negozi erano in stallo - continua a raccontare Isa-. C'erano pasticcerie che regalavano dolci perché altrimenti si sarebbero dovuti buttare. La gente si è accalcata nei supermercati a comprare di tutto e di più. Le mie coinquiline hanno provato a comprare una radio, perché era l'unico mezzo con cui potevamo tenerci informate, ma non ne hanno trovate: erano tutte finite. La gente si è ammassata nelle strade avvicinando i fortunati che erano riusciti a procurarsi una radio. Abbiamo passato il pomeriggio in casa, sul balcone, cercando di ascoltare quanto più possibile le informazioni che arrivavano dalla strada. Verso le 21 siamo uscite per fare una passeggiata in uno scenario irreale: Madrid senza energia. La luce ha ripreso a funzionare intorno alle 23:40. In molti oggi lavorano da casa perché hanno timore. La metro ha riaperto ma il servizio non è garantito al 100%. Per fortuna il problema sembra risolto ma è stata davvero un’avventura incredibile”.

di Redazione 


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