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Blitz "Settimo Papiro", domiciliari revocati per Michele Carella: "Caso di omonimia"

Il 71enne non è il cugino di Luigi, difeso dall'avv. Genua

Domiciliari revocati per Michele Carella detto “Recchie Longhe”, il settantenne foggiano coinvolto suo malgrado nel blitz “Settimo Papiro” messo a segno giorni fa dalla squadra mobile di Foggia  e dal GICO di Bari, in materia di usura ed estorsione.
L'ERRORE DI PERSONA. Per il gip di Bari che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare, non è lui il presunto usuraio cui si fa più volte riferimento nell'ordinanza, ma un suo omonimo. A sollevare il caso, già la mattina dell’operazione, fu La Gazzetta del Mezzogiorno che per prima sottolineò il possibile scambio di persona. Dalle pagine de La Gazzetta di Capitanata dell’8 giugno, infatti, si legge di “scarcerazione virtuale” per Carella che - benché sdoganato dalle vicende del blitz “Settimo Papiro” - resta in carcere per un’altra vicenda sempre in materia di usura. Il Carella interessato dal blitz dello scorso 4 aprile, invece, è il cugino di Luigi (in carcere nell'ambito della stessa operazione antimafia), dipendente ospedaliero. Primo campanello dall’allarme a sostegno della tesi dell’avvocato difensore Antonello Genua è stata la data di nascita del suo assistito che non collima con quella del presunto usuraio. Una tesi che ha trovato conferma pochi minuti prima dell'interrogatorio di garanzia, quando è giunta la revoca della misura cautelare per il 71enne.
Foto tratta dal web

di Redazione 


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