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Bombe ai commercianti, 5 arresti

Vittime degli ordigni, "Carmelina 13" e "Tricot"

Cinque arresti ad opera della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Foggia, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di attentati dinamitardi nei confronti di locali commerciali avvenuti nei giorni scorsi. I reati imputati sono di detenzione e porto di esplosivo, danneggiamento e violazione di obblighi imposti.

 

LE INDAGINI. Gli attuali provvedimenti emessi dal Gip Elena Carusillo scaturiscono dalle attività investigative attivate a seguito dell'esplosione di due potenti ordigni innanzi all'esercizio commerciale "Carmelina 13" che hanno portato all'arresto di Bruno Giuseppe classe 1992, ritenuto responsabile del piazzamento degli ordigni, che causò danni all'obbiettivo ma anche alle auto e agli immobili contigui. Gli investigatori hanno accertato che il ventenne è inoltre responsabile anche di altri episodi della medesima natura, come accaduto al negozio "TRICOT" di via Tugini.
MOVENTEI due episodi commessi a distanza di pochi giorni e a danno di esercizi commerciali attigui, avevano fatto pensare al reato di estorsione successivamente, invece, che il danneggiamento causato a quest’ultima attività era stato ordinato dal noto censurato Raffaele Tolonese, ai vertici della consorteria criminale Trisciuoglio-Prencipe, come atto dimostrativo nei confronti di un appartenente ai ruoli della Polizia di Stato che, pochi giorni prima aveva sottoposto a perquisizione alcuni familiari del medesimo Tolonese, tra cui Agostino Corvino, anch'egli interessato dal provvedimento custodiate.
I CLAN. Con l'ausilio di presidi audio e video si è dimostrato lo strettissimo legame instauratosi tra Roberto Sinesi, boss indiscusso dell’omonimo clan “Sinesi-Francavilla” e lo stesso Raffaele Tolonese, ai vertici del gruppo Trisciuoglio-Prencipe, la cui frequentazione ha comportato la misura restrittiva per il Sinesi.
SEQUESTRI. A riscontro dell’azione di monitoraggio, sono stati effettuati sequestri ingenti di esplosivo nella disponibilità di Luigi Bruno, padre di Giuseppe, già tratto in arresto per detenzione di 300 bombee carta, 4 cartucce calibro dodici, 1 sfera pirotecnica in plastica (c.d. pallone di maradona), e altro vario materiale pirotecnico.

di Redazione 


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