"Vergognatevi": il bonus simpatia è scaduto, il Foggia dei giovani scopre la contestazione
Il quartier generale a Trinitapoli, lo sciopero del tifo allo Zaccheria, la critica principale diretta a Canonico e, soprattutto, lo scudo di Delio Rossi, unica vera garanzia del progetto rossonero. I calciatori del Foggia avevano, fino a un paio di settimane fa, una sorta di “bonus”. Complice la giovane età del gruppo, l’impegno manifestato soprattutto nelle prime gare e una situazione tutt’altro che semplice per un team di serie C, avevano goduto di un clima, almeno nei loro confronti, sereno.
Con l’addio del tecnico romagnolo - risoluzione consensuale ma con qualche mal di pancia di troppo negli spogliatoi che ha portato alla decisione -,
l’effetto “simpatia” e’ venuto meno e, di colpo, il gruppo si è ritrovato responsabilizzato. Niente più alibi, niente più scuse, niente più parafulmini. A Trapani, Garofalo e compagni hanno capito cosa significa contestazione. Lo hanno assaporato, in fila, guardando quel muro che si era sobbarcato centinaia di chilometri per andarli a vedere e sostenere. Sotto di due gol dopo 8 minuti e, nonostante tutto, sospinti e incitati. Fino al 90’, come recita uno dei cori più iconici. Poi, però, dato che la pazienza ha un limite e l’ultimo posto in classifica non piace a nessuno, si sono sentiti urlare in faccia quel “vergognatevi” che suona come una sveglia. Perché, evidentemente, le urla di quei pochi che ancora frequentano lo Zaccheria non erano sufficienti. Ed era necessario rendere un po’ più forte il concetto. Sabato scorso, il messaggio e’ stato lanciato forte e chiaro. Se sia realmente arrivato, si capirà già da domenica in uno Zaccheria che, presumibilmente, sarà ancora tristemente vuoto.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.