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Canonico - Boscaglia: tra gufi e bombe, doveva finire prima, doveva finire meglio... 

Poco più di una settimana fa aveva ribattezzato "gufi" coloro che palesavano perplessità sulla gestione Boscaglia. Parlava dopo l'unica vittoria in campionato e chiedeva tempo. Ora, invece, anche il presidente Nicola Canonico ha capito che il progetto è già al capolinea. E così arriva la "rescissione (poco) consensuale" con il tecnico di Gela che già nella serata di sabato avrebbe dovuto semplicemente rassegnare le dimissioni. L'allenatore non lo ha fatto, anzi ha mostrato convinzione e fiducia nel futuro della stagione. Non lo ha fatto nonostante la giusta e fragorosa contestazione, dalla quale però è uscito indenne il solo patron rossonero, che di Boscaglia è stato testimonial e avvocato difensore, anche se solo dopo l'unico sorriso in campionato.

I GUFI. i presidenti passano, la maglia no. Ora si volta, finalmente, pagina. I nomi ci sono ma i big in campo finora hanno deluso. Se non hanno espresso le loro qualità solo perchè messi male in campo, si vedrà dalla prossima, quando sulla panchina rossonera siederà un nuovo mister. Nel frattempo, l'ambiente resterà (come ha sempre fatto) vicino alla squadra. Ma il presidente se ne faccia una ragione: ha perso anche lui con l'addio di Boscaglia. Ora può rientrare in partita ma sappia che chi critica in maniera costruttiva non è un gufo. Perchè i Sannella, i Felleca, i Canonico passano. La maglia rossonera no.

L'ORDIGNO. L'articolo, già pronto da domenica per l'annuncio ufficiale della rescissione di Boscaglia, sarebbe terminato qui. E invece ci si ritrova a doverlo scrivere tre giorni dopo, trovandosi nuovamente a ragionare di calcio contaminato da episodi di violenza. E una società costretta a dover specificare l'orario dell'accordo raggiunto con Boscaglia sul comunicato ufficiale per prendere formalmente le distanze dall'ordigno esploso sotto casa dell'allenatore. Poteva finire prima, poteva finire meglio. Anzi: doveva finire prima, doveva finire meglio. Perchè questo episodio è una (brutta) macchia in una vicenda che merita un chiarimento su un particolare che forse in questi giorni è stato minimizzato: Boscaglia si sarebbe dovuto dimettere, sabato sera, senza se e senza ma. Però Canonico non aveva né mani legate né era ostaggio del tecnico, avrebbe potutto risolvere tutto esonerando l'allenatore su cui lui stesso aveva puntato e difeso contro i "gufi". Non lo ha fatto e la lunga attesa ha portato a un epilogo brutto. Molto brutto. Ora si volta pagina, come detto, ma non va rimosso quanto accaduto. La memoria non sia corta. 

di Redazione 


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